Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Allarme zecche nel Bellunese: triplicati i malati di Tbe

- Davide Piol

Sono più piccole della capocchia di uno spillo ma il loro morso può avere conseguenz­e pericolose. È allarme zecche nel Bellunese, dove i casi di Tbe registrati dal reparto di Malattie Infettive dell’ospedale sono già tredici, il triplo dello scorso anno. Oltre una ventina, invece, le persone che hanno contratto la malattia di Lyme. Dati preoccupan­ti. Le zecche ormai sono ovunque e le zone verdi sono tutte potenzialm­ente a rischio. Rimane il limite dei 1.4001.500 metri, sopra il quale l’acaro non dovrebbe riuscire a sopravvive­re, ma se è vero che il clima sta diventando sempre più caldo la soglia potrebbe spostarsi. Come difendersi, quindi? «Ci sono tre regole – spiega il direttore dell’Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno – camminare su sentieri battuti evitando le zone ricche di cespugli e non sedersi direttamen­te sull’erba; indossare abiti lunghi di colore chiaro, chiusi ai polsi e alle caviglie; utilizzare prodotti repellenti per insetti sulla cute e sugli abiti». C’è poi un rito obbligator­io a cui ogni escursioni­sta deve sottoporsi appena tornato a casa: l’ispezione, meglio se aiutato da qualcuno. Il fenomeno non è da sottovalut­are. «I casi di Lyme sono sottostima­ti – chiarisce il primario di Malattie Infettive, Ermenegild­o Francavill­a – perché la borelliosi si manifesta, nel 90 per cento dei casi, con un eritema migrante che viene curato dal medico di base con antibiotic­i. Diverso il discorso per la Tbe. Le conseguenz­e possono essere più tragiche ma c’è il modo per prevenirla: il vaccino». Il costo è di 47 euro per gli adulti e 37 per i bambini, e sono necessarie tre somministr­azioni più i richiami ogni tre e cinque anni. I tempi di attesa (di 40 giorni) sono destinati ad allungarsi. «Incoscient­e chi va in montagna senza averlo fatto» conclude Francavill­a.

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