Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Asm Spa col consiglio di amministrazione Una poltrona al Pd che spacca il partito
Duò diventa presidente e ad. Con lui la dem Riccardi e il leghista Munari
Il nuovo Cda (Consiglio di amministrazione) di Asm Spa, la multiutility municipale, spacca il Partito Democratico. A scegliere i nuovi amministratori dell’azienda partecipata del Comune di Rovigo, il sindaco Massimo Bergamin che ieri ha nominato presidente e amministratore delegato Alessandro Duò e consiglieri l’avvocato Pierfrancesco Munari in forza alla Lega e la dottoressa in Legge Virna Riccardi espressione dell’opposizione, in quota Pd.
«Asm Spa chiude il bilancio di esercizio 2017 con un utile pari a 1.541.983 euro. Il socio unico Comune di Rovigo beneficerà di 1,5 milioni di euro» ha detto Bergamin. Munari è un avvocato veneziano di Cavarzere, 36 anni. Candidato sindaco non eletto con la Lega nell’ultima tornata amministrativa del giugno 2016.
Tra le fila del Pd scelta Virna Riccardi, esperienza da commercialista ora impiegata al Caf (Centro di assistenza fiscale) della Cisl, entrata nel partito nel 2014 e ora segretaria del Circolo del Pd di Rovigo centro.
Proprio la nomina della Riccardi ha spaccato il Pd in città. Da una parte Nadia Romeo, capogruppo consiliare e Tosca Malagugini, segretaria dell’Unione comunale del capoluogo, «soddisfatte dell’apertura del sindaco Bergamin verso le minoranze nella gestione dei servizi pubblici di rilevanza generale per tutti i cittadini».
Dall’altra (mentre il segretario provinciale del Pd, Giuseppe Traniello Gradassi attenderà oggi per pronunciarsi) la consigliere dem Giorgia Businaro stupita della nomina della Riccardi di cui era all’oscuro. «Mi riservo di capire meglio e di fare le mie considerazioni — chiarisce Businaro — Sull’ampliamento del Cda a 3 persone non condivido la scelta. Se Duò non è in grado di gestire la società se ne vada e lasci il posto a qualcun altro di più competente. Si tratta solo una spartizione di poltrone funzionale ad accontentare i vari gruppi di potere».