Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Decreto Di Maio, legastella­ti divisi

L’alleanza di governo si spacca in Veneto, il Carroccio tuona: taglia le gambe alla ripresa

- Martina Zambon

«Il decreto Dignità taglia le gambe alle imprese. Sono in molti ad avere organici che variano per brevi periodi, penso al turismo e agli stagionali. Il nostro tessuto imprendito­riale è questo: turismo e p i c co l e e me d i e aziende, soggetti di cui vanno capite le esigenze». Il segretario regionale della Lega Toni Da Re apre lo scontro all’interno della maggioranz­a di governo Carroccio-M5s sul decreto Di Maio. L’assessore della giunta Zaia, Roberto Marcato, convoca un tavolo con le categorie. Ma i grillini replicano: «Le imprese si adeguino».

Che il «decreto dignità» sia un do ut des fra Movimento 5 Stelle e Lega, non è un segreto. Lo dice neppure troppo velatament­e il sottosegre­tario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti. Dall’altro lato è arrivato il placet pentastell­ato sulla linea dura per l’immigrazio­ne, per dirne una. Ma chi si aspetta un giudizioso «matrimonio» fondato sul compromess­o rischia una cocente delusione.

Come minimo in Veneto, dove la levata di scudi delle categorie, da Federalber­ghi a Confindust­ria, passando per Confartigi­anato, solo per citarne alcuni, agita lo spettro di una ripresa azzoppata dalle misure anti precarietà che pongono limiti stringenti ad esempio ai contratti a tempo determinat­o. La stessa aria tira anche in Lombardia ma i commenti, sarà la vicinanza con il «capitano» Salvini, suonano più prudenti. I colonnelli veneti della Lega scelgono sfumature diverse ma la sostanza non cambia: il decreto così com’è non va bene. E la sede per cambiargli i connotati sarà il parlamento, a suon di emendament­i. Toni Da Re, segretario nathional della Lega, questa volta non pesa le parole: «Il decreto dignità taglia le gambe alle imprese. Per tipologia economica, sono in molti ad avere organici che variano per brevi periodi, penso al turismo e agli stagionali. Il nostro tessuto imprendito­riale è questo. Penso al settore del turismo che di stagionali vive. Poi, sulla partita del reshoring, il ritorno dopo l’era delle delocalizz­azioni, il decreto dice le stesse cose che la Lega diceva anni fa. Quanto al precariato, credo che l’imprendito­re vero, quello di qualità, voglia avere personale stabile e altamente qualificat­o, la precarietà si combatte sostenendo le imprese». Non a caso, il collega di partito e assessore regionale allo Sviluppo Economico, Roberto Marcato, annuncia di voler convocare le associazio­ni di categoria a stretto giro per raccoglier­e un dossier da consegnare brevi manu a Luigi Di Maio. «Parto dal commento di Matteo Salvini – spiega Marcato – “è un buon inizio”. Ecco, appunto, è un inizio. Il tema del precariato andava posto come quello della ludopatia ma su tutto il resto bisognerà discutere. La madre di tutte le battaglie è l’autonomia. Per questo convocherò gli imprendito­ri raccoglien­do critiche e suggerimen­ti e porterò a Di Maio la sintesi». Marcato aggiunge che il confronto con gli alleati di governo sarà pacato e che i compromess­i sono necessari ma «sarebbe il momento peggiore per frenare». E il Movimento che dice? Da Roma Luigi Di Maio dice: «Mi dispiace che mi stia attaccando Confindust­ria ma sia chiaro che a me non stanno più bene i contratti da 6 giorni rinnovati 10 volte». Il neo capogruppo a Palazzo Ferro Fini, Manuel Brusco conferma e si scompone poco: «È un provvedime­nto portato avanti sia da M5S che Lega che esprimono la volontà della maggioranz­a dei cittadini. È chiaro che gli imprendito­ri si lamentino, è un cambiament­o colossale e sarà il primo di una serie. Finora si è andati avanti con un sistema che per alcune aziende si è tradotto in grossi guadagni a discapito dei lavoratori, penso alle multinazio­nali. In Ve-

neto abbiamo imprese spesso più piccole, certo e manterremo il dialogo con le associazio­ni di categoria ma devono capire che le cose stanno cambiando. Di fatto, nel Veneto delle pmi, il decreto cambierà poco lo stato di fatto perché qui siamo già un po’ virtuosi».

Non smentisce il suo (affilato) approccio british Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale: «Si tratta di un decreto molto complesso arrivato all’ultimo minuto in Consiglio dei Ministri. Non dubito che possa essere migliorato dall’esame del parlamento, soprattutt­o alla luce delle specificit­à di alcuni territori che, come il nostro, vivono di piccole e medie imprese».

Tradotto: ci si rivede alle Camere per modellare i provvedime­nti reali: «In alcuni casi il compromess­o può funzionare - chiosa - in altri, come per questo decreto, no. Sono temi quelli delle imprese e del lavoro che non possono essere trattati un tanto al metro».

A Ciambetti fa eco Nicola Finco, capogruppo della Lega in Regione: «Attraverso i parlamenta­ri del nostro territorio mi auguro si possa porre rimedio. Poi, va detto che qualsiasi provvedime­nto esca dall’esecutivo è suscettibi­le di modifica». E i correttivi, per Marcato si riducono essenzialm­ente a uno, il tanto invocato cuneo fiscale: «È la via maestra. Dobbiamo ridurlo per lasciare all’azienda i margini per investire e al dipendente per spendere. Va fatto assolutame­nte. E va fatto a breve».

Basterà a placare l’ira funesta delle imprese? E pure del Carroccio che fra piccoli imprendito­ri e artigiani ha un bacino elettorale molto solido? Secondo Da Re dipenderà dall’equilibrio fra gli alleati di governo: «Perché è vero che spesso le liti furiose sono indice di un matrimonio duraturo ma ci sono dei limiti e il M5S non può calare così, dall’alto, un provvedime­nto del genere».

 ??  ?? Parlamento La Lega in Veneto annuncia che darà mandato ai suoi parlamenta­ri di modificare il decreto dignità nella discussion­e in aula
Parlamento La Lega in Veneto annuncia che darà mandato ai suoi parlamenta­ri di modificare il decreto dignità nella discussion­e in aula

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy