Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Prostituta romena ricatta il cliente E lui si toglie la vita
Ana Alina Ursu, romena 28enne, con una carriera da prostituta divisa tra Piove di Sacco e Bologna è stata arrestata con l’accusa di estorsione e truffa, aggravati e continuati in concorso. La donna, con continue pressioni e minacce, ricattava un suo cliente, un operaio 48enne di Piove, esigendo continuamente denaro. L’uomo per la disperazione si è tolto la vita.
Un incidente stradale. La malattia della madre. Guai con la legge. Possibili arresti per debiti. Una serie infinita di problemi, tutti rigorosamente inventati, a corredo di continue richieste di soldi. E alternata a minacce di morte o di svergognare la vittima con la moglie. Per questo motivo, con l’accusa di estorsione e truffa, aggravati e continuati in concorso, è finita in carcere a Verona Ana Alina Ursu, romena 28enne, con una carriera da prostituta divisa tra Piove di Sacco e Bologna.
Le indagini che l’hanno portata in manette erano iniziate nello scorso gennaio, quando un operaio 48enne di Piove, non sposato e senza famiglia, si è tolto la vita. Durante il sopralluogo in casa della vittima, i carabinieri hanno trovato una serie di appunti. A quelle pagine erano affidati i motivi della disperazione che hanno portato il 48enne a prendere quell’estrema decisione. L’operaio, infatti, ha raccontato come i suoi problemi fossero iniziati proprio nel momento in cui ha conosciuto la Ursu. Dopo un rapporto, la donna lo avrebbe chiamato al telefono e avrebbe iniziato a elencare una serie di disgrazie: la malattia di un parente, una spesa improvvisa. Storie che hanno colpito la sensibilità della sua preda, al punto da convincerlo a consegnarle decine e decine di migliaia di euro, in contanti o tramite bonifici internazionali, fino ad arrivare alla folle cifra di 90mila euro.
Richieste continue alle quali era impossibile dire di no, anche se erano diventate insostenibili, al punto da mostrare un’unica via di fuga: la morte. «Le continue richieste della donna – si legge nell’ordinanza del giudice -, in cui emerge forte la volontà di perseguire il proprio fine di lucro senza remore e passare dagli artifizi e raggiri alle minacce, quando i primi non erano sufficienti ad ottenere lo scopo, portavano le proprie vittime alla disperazione e all’isolamento di cui è emblematico il suicidio dell’operaio».
Grazie a quegli scritti, i carabinieri di Piove, coordinati dal sostituto procuratore di Padova Benedetto Roberti, sono riusciti a risalire alla responsabile, la 28enne romena, e a quattro complici, due prostitute e due connazionali che, invece, si occupavano di riscuotere, in patria, i versamenti. Quello che era solo un sospetto sulle modalità di adescamento, è stato confermato proprio dai racconti di altri tre uomini caduti nella rete della 28enne: la prostituta sceglieva tra i suoi clienti le possibili vittime, tutte particolarmente fragili. E poi, alternando storie lacrimose e infiniti problemi a minacce, riusciva a convincerle a consegnarle i soldi richiesti.
Uno di loro, poi, ha anche raccontato di essere stato avvicinato da un’automobile con targa romena sulla quale si trovavano due uomini, silenziosi ma dall’aspetto minaccioso. Un incontro che ha spaventato particolarmente la vittima, soprattutto perché la Ursu le aveva fatto capire che, se si fosse rifiutato di pagare, gli avrebbe messo alle calcagna alcuni connazionali poco raccomandabili.
Le somme versate alle cinque amiche e complici, così, aumentavano, fino a raggiungere cifre molto alte: 500 euro in un caso, 4.500 in un altro e persino 70mila euro. Una volta raccolti tutti gli elementi, il gip Elena Lazzarin ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ed è scattato l’arresto.
Le indagini, però, proseguono: i carabinieri, infatti, stanno cercando altre possibili vittime della prostituta e delle sue amiche. Una ricerca resa complicata dalla difficoltà, per molti uomini, di ammettere i ricatti.
La tela Prima il rapporto, poi le richieste lacrimose, alla fine anche le minacce con l’aiuto di complici