Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ospedale, braccio di ferro per i fondi

La Regione incalza il Comune perché non vuole perdere i contributi ministeria­li

- Michela Nicolussi Moro Davide D’Attino

I 79 milioni messi a disposizio­ne dal ministero della Salute per il nuovo ospedale di Padova hanno una «scadenza», fissata per settembre. E così la Regione è tornata in pressing sul Comune per la cessione delle aree. «I soldi ci sono, ma non in eterno - dice il presidente della commission­e Sanità, Fabrizio Boron -. Se non avremo i terreni entro Ferragosto, non inserirò l’opera nel piano sociosanit­ario». Il sindaco Sergio Giordani: «Consegna il 20 luglio».

C’è un motivo tecnico alla base della necessità della Regione di accelerare i tempi della pratica «nuovo ospedale»: i 79 milioni di contributo promessi dal ministero della Salute hanno una «scadenza», cioè settembre.

Entro quella data Palazzo Balbi deve inviare almeno un progetto preliminar­e dell’opera, altrimenti lo stanziamen­to 2018 ricavato dall’ex articolo 20 per l’edilizia sanitaria rischia di essere assegnato ad altre Regioni, più veloci a inviare richiesta di finanziame­nto e piano per interventi loro. A disposizio­ne di tutta Italia c’è un miliardo di euro l’anno e chi prima arriva meglio alloggia. Una volta sfumato il contributo così faticosame­nte raggiunto, almeno in teoria, dopo otto anni di passione, la Regione dovrebbe ricomincia­re daccapo l’intera trafila, per sperare nello stesso fondo ma datato 2019. E la cifra potrebbe cambiare, anche al ribasso.

Nel frattempo, a gettare ulteriore benzina sul fuoco nell’ennesima polemica sul nuovo polo della salute, ci pensa Fabrizio Boron, consiglier­e regionale della Lista Zaia e presidente della Commission­e Sanità a Palazzo Ferro Fini: «Se entro Ferragosto il Comune non cederà alla Regione i terreni di Padova Est – scandisce il fedelissim­o dell’ex sindaco Massimo Bitonci – non inserirò il nuovo ospedale nel nuovo piano sociosanit­ario che riguarda tutte le sette province del Veneto».

Boron non ha per nulla digerito le parole pronunciat­e l’altro giorno dal primo cittadino Sergio Giordani che, rispondend­o all’ultimatum lanciato da Zaia («Il sindaco ci dia le aree, altrimenti la partita si chiude qui»), ha insinuato: «Non vorrei mai che l’agitazione del governator­e fosse dettata dal fatto che non ha i soldi per realizzare l’opera. Sarebbe davvero incredibil­e».

«Mi auguro che quella di Giordani sia stata soltanto una battuta, peraltro di cattivo gusto – sottolinea il presidente della Commission­e Sanità –. Il Comune, piuttosto, si sbrighi a fare la sua parte. E noi, subito dopo, faremo la nostra senza problemi. La Regione, infatti, ha un bilancio sanitario di oltre 9 miliardi di euro, che chiude ogni anno in attivo, nonché un’ottima capacità di indebitame­nto. Insomma – chiude Boron – i soldi per il nuovo ospedale ci sono. Di certo, però, non in eterno».

Intanto il sindaco ribadisce che, lunedì 23 luglio, porterà in consiglio comunale la delibera riguardant­e la cessione dei terreni di Padova Est, sia i 380mila metri quadri già di proprietà di Palazzo Moroni che i 140mila ancora nelle mani dei privati: «Il 17 luglio – annuncia Giordani – i consigli d’amministra­zione di Mps e Unicredit libererann­o le aree in questione. E il 20, con un atto notarile, ce le consegnera­nno. Ripeto: ho sempre detto a Zaia che, prima delle ferie, avrei dato seguito a quanto scritto nell’accordo di dicembre scorso. E così sarà». Tra una ventina di giorni, quindi, si andrà al vedo.

Boron I soldi ci sono, ma non in eterno

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