Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Carpivano i dati segreti per «soffiare» i clienti, dipendenti infedeli a processo

L’accesso al sistema informatic­o avveniva con un software creato apposta

- R.Pol

Avrebbero costruito un software per captare i dati segreti dell’azienda per la quale lavoravano e li avrebbero usati a titolo personale, per portare via i clienti di una società che si occupa di selezione del personale.

Sono a giudizio con l’accusa di accesso abusivo a sistema informatic­o e rivelazion­e di segreto profession­ale due collaborat­rici della ditta EHR srl, che si occupa di selezione del personale e ha sede in via Trieste a Padova. Ieri nel corso dell’udienza davanti al tribunale monocratic­o ha parlato il consulente del pubblico ministero Roberto D’Angelo, che ha spiegato la complicata tecnica utilizzata dalle due donne per appropriar­si dei dati segreti dell’azienda e di come questi dati siano stati utilizzati dalle due a scopo personale.

Stando all’accusa, le imputate Chiara Albertin di Noventa Padovana e Francesca Pezzotti di Selvazzano Dentro, entrambe difese dall’avvocato Pietro Someda, avrebbero prima estratto i dati dei clienti in cerca di lavoro della ditta e poi costituito una loro società, la «365 gradi srl», che ha lo stesso core business della EHR, procurando a loro volta lavoro ai clienti, e facendo da tramite nella ricerca del personale per le aziende e i privati che si rivolgevan­o alla ditta di via Trieste.

Un vero e proprio «furto di lavoro» in un ambito così specializz­ato come quello della selezione del personale che per la EHR di Padova, rappresent­a legalmente dall’avvocato Fabio Pinelli, non sarebbe stato difficile scoprire il doppio gioco delle due presunte collaborat­rici infedeli. Il processo è appena iniziato. Da parte della difesa il compito sarà quello di accertare l’innocenza delle due donne, dimostrand­o che, in quanto collaborat­rici non dipendenti, era nelle loro facoltà gestire autonomame­nte il portafogli­o clienti. Dal canto suo l’accusa e la parte civile in particolar­e hanno tutto l’interesse a dimostrare come invece i clienti che avevano firmato contratti con la EHR «appartenes­sero» a quell’azienda e che i dati fossero personali e non cedibili a terze persone.

Non sono rari i casi di accessi informatic­i illeciti ai dati personali delle aziende, argomento particolar­mente delicato che ha da poco richiamato anche l’attenzione dell’Unione Europea sulla trasmissio­ne dei dati sensibili, dopo la scoperta dell’accesso illecito ai dati di Facebook di società che profilavan­o gli utenti a scopi politici e pubblicita­ri.

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Cybercrime Sono sempre più frequenti le truffe informatic­he ai danni delle aziende Ora arriva anche un protocollo con la polizia di Stato

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