Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Rete di pusher sgominata dalla Squadra Mobile Indagini dopo l’overdose dell’ex impiegata Cur

Un divieto di dimora e sei obblighi di presentazi­one quotidiana alla polizia giudiziari­a

- Antonio Andreotti

Un divieto di dimora in Polesine e sei obblighi di presentazi­one quotidiana alla polizia giudiziari­a. Sono sette le misure cautelari legate ad un giro di eroina e cocaina in città nel quale finì anche Enrica Boni, una rodigina ex dipendente del Consorzio università Rovigo (Cur) rimasta in coma a inizio dicembre 2016 per un’overdose di cocaina. La donna, madre di una figlia 19enne, poi morì a 45 anni la mattina del 17 marzo 2017 in una struttura sanitaria a Castelmass­a senza mai essersi risvegliat­a.

A seguito dell’overdose il Pm rodigino Monica Bombana aveva affidato alla Squadra Mobile l’inchiesta nell’ambito della quale sono state coinvolte una trentina di persone, quasi tutte polesane. Il Pm aveva chiesto il carcere per 15, gli arresti domiciliar­i per undici e per tre l’obbligo di firma. Il giudice per le indagini preliminar­i di Rovigo, Alessandra Martinelli, lo scorso autunno aveva rigettato in toto la richiesta e il Pm ha presentato appello al Riesame di Venezia che ha deciso le sette misure cautelari diventate esecutive nei giorni scorsi.

Il divieto di dimora in Polesine riguarda il rodigino 30enne Nicola Gasparetto. Gli obblighi di presentazi­one quotidiana alla polizia giudiziari­a decisi per: il 43enne di Rovigo Cristian Biscaro; per il 30enne di Bosaro Elia Pizzardo; per le rodigine Linda Masin (33 anni) e Martina Prisco (29 anni); per il padovano 54enne Roberto Zuin; per il tunisino 41enne di Bologna Abdelmajid Ben Mbarek.

Dalle indagini è emerso che Gasparetto si riforniva da Biscaro e Pizzardo che si approvvigi­onavano dal tunisino. A loro volta la Masin e la Prisco sono risultate rifornirsi da Gasparetto per consumare e rivendere stupefacen­te. Il padovano Zuin, poi, entra nell’indagine come fornitore di metadone di Pizzardo.

La mattina del 3 dicembre 2016, a Rovigo, Nicola Gasparetto venne trovato dalle Volanti con una ventina di grammi di cocaina di cui aveva cercato di disfarsi dopo che la Boni era andata in overdose. Arrestato e condannato per la detenzione di droga, in relazione al decesso della Boni Gasparetto ora è anche indagato per il reato di morte in conseguenz­a di altro reato.

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