Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Medici universitari, consulenze al setaccio
Padova, incontro al Bo: l’elenco in Regione. E servirà l’autorizzazione del dg Flor
Stretta sulle consulenze prestate a privati dai medici universitari al lavoro in convenzione in Azienda ospedaliera o allo Iov. A breve non basterà più la sola autorizzazione del rettore Rizzuto, ma l’elenco delle consulenze dovrà essere validato anche dal dg dell’Azienda ospedaliera, Luciano Flor. È la decisione uscita ieri dal vertice al Bo tra Rizzuto, il prorettore Guido Scutari, Flor e il professor Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina.
Stretta sulle consulenze scientifiche prestate a privati dai medici universitari al lavoro in convenzione in Azienda ospedaliera o allo Iov. A breve non basterà più la sola autorizzazione del rettore Rosario Rizzuto, ma l’elenco delle consulenze dovrà essere validato anche dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Luciano Flor. E’ la decisione uscita ieri dal vertice al Bo tra Rizzuto, il prorettore Guido Scutari, Flor e il professor Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina e direttore del Dipartimento di Medicina di laboratorio. Le norme che regolano le consulenze del personale universitario convenzionato con il Sistema sanitario pubblico sono rigide e impediscono che un dipendente pubblico possa svolgere lavoro autonomo. Ci sono delle eccezioni che valgono quando la consulenza esterna consente di raccogliere informazioni ed elaborare ricerche da pubblicare su riviste scientifiche. Però vanno regolamentate.
«E noi stiamo lavorando tutti insieme per definire una procedura che nei prossimi giorni sarà sottoposta all’attenzione della Regione — spiega Plebani —. E prevederà che i medici universitari in convenzione con il Sistema sanitario regionale per ottenere il via libera a consulenze scientifiche debbano passare anche per il nulla osta del direttore generale dell’Azienda ospedaliera. Un doppio controllo utiscientifiche le ad appurare che non vi siano conflitti d’interesse tra la consulenza richiesta e l’attività assistenziale in ospedale. Dal 2017 l’Autorità anticorruzione (sollecitata dalla Regione, ndr) impone agli Atenei di dedicare una pagina del loro sito alla pubblicazione dell’elenco dei docenti in convenzione col Sistema sanitario nazionale e sottoscrittori di consulenze esterne — aggiunge Plebani —. Noi questa pagina la trasmetteremo all’Azienda ospedaliera, che così avrà a disposizione l’elenco delle consulenze volute da Palazzo Balbi. E’ un passaggio in più in nome della trasparenza».
Tra l’altro la Regione ha chiesto approfondimenti al Bo anche sul conto del professor Mario Plebani, che avrebbe firmato una consulenza quinquennale per 200mila euro l’anno con la Abbott srl, multinazionale con sede a Roma, l’americana Thermo Fisher e la Roche, aziende produttrici di reagenti utilizzati in ambito medico. Il dossier è a Palazzo Balbi insieme alle consulenze del professor Sabino Iliceto, che dal 2002 dirige la scuola di Cardiologia dell’Università e il relativo reparto in Azienda ospedaliera. Mentre è uscito dal raggio d’interesse della Regione il professor Santo Davide Ferrara, ex presidente della Scuola di Medicina in pensione dallo scorso settembre. Su entrambi gli specialisti la Procura aveva acquisito informazioni a maggio, verificando consulenze per 600mila euro stipulate da Iliceto dal 2013 al 2018 con il Codivilla Putti di Cortina, il Policlinico di Abano Terme, Villa Serena e una casa di cura delle Marche, la cui proprietà è la stessa del centro di Abano. Col quale Ferrara nel 2016 aveva siglato un contratto da 100mila euro, ora oggetto di accertamenti. Alla polizia giudiziaria spetta il compito di appurare se i contratti rispettino le norme.
«Le regole dell’Ateneo di Padova sono più rigide della legge Gelmini — assicura Plebani —. I docenti possono avere consulenze esterne a patto che si tratti di materie su cui sono specializzati e che il loro impegno non si sovrapponga alla docenza e all’assistenza. Anch’io presto consulenze esterne, benché non mi risultino le cifre e le aziende citate, perché servono a mettere in moto la ricerca. E comunque le facciamo alla luce del sole. Il problema è vedere se ci sia conflitto d’interessi e su questo fronte io sono tranquillissimo».
Ma non c’è solo Medicina. La Guardia di Finanza, su spinta del Nucleo speciale per la tutela della spesa pubblica, ha analizzato decine di posizioni di architetti e ingegneri, soffermandosi su 15 docenti, per lo più ingegneri, che non avrebbero rispettato le norme per le consulenze. Altre posizioni di funzionari universitari sono al vaglio per omesso controllo. Le relazioni saranno trasmesse alla Corte dei Conti, che valuterà caso per caso.