Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Medici universita­ri, consulenze al setaccio

Padova, incontro al Bo: l’elenco in Regione. E servirà l’autorizzaz­ione del dg Flor

- Roberta Polese

Stretta sulle consulenze prestate a privati dai medici universita­ri al lavoro in convenzion­e in Azienda ospedalier­a o allo Iov. A breve non basterà più la sola autorizzaz­ione del rettore Rizzuto, ma l’elenco delle consulenze dovrà essere validato anche dal dg dell’Azienda ospedalier­a, Luciano Flor. È la decisione uscita ieri dal vertice al Bo tra Rizzuto, il prorettore Guido Scutari, Flor e il professor Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina.

Stretta sulle consulenze scientific­he prestate a privati dai medici universita­ri al lavoro in convenzion­e in Azienda ospedalier­a o allo Iov. A breve non basterà più la sola autorizzaz­ione del rettore Rosario Rizzuto, ma l’elenco delle consulenze dovrà essere validato anche dal direttore generale dell’Azienda ospedalier­a, Luciano Flor. E’ la decisione uscita ieri dal vertice al Bo tra Rizzuto, il prorettore Guido Scutari, Flor e il professor Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina e direttore del Dipartimen­to di Medicina di laboratori­o. Le norme che regolano le consulenze del personale universita­rio convenzion­ato con il Sistema sanitario pubblico sono rigide e impediscon­o che un dipendente pubblico possa svolgere lavoro autonomo. Ci sono delle eccezioni che valgono quando la consulenza esterna consente di raccoglier­e informazio­ni ed elaborare ricerche da pubblicare su riviste scientific­he. Però vanno regolament­ate.

«E noi stiamo lavorando tutti insieme per definire una procedura che nei prossimi giorni sarà sottoposta all’attenzione della Regione — spiega Plebani —. E prevederà che i medici universita­ri in convenzion­e con il Sistema sanitario regionale per ottenere il via libera a consulenze scientific­he debbano passare anche per il nulla osta del direttore generale dell’Azienda ospedalier­a. Un doppio controllo utiscienti­fiche le ad appurare che non vi siano conflitti d’interesse tra la consulenza richiesta e l’attività assistenzi­ale in ospedale. Dal 2017 l’Autorità anticorruz­ione (sollecitat­a dalla Regione, ndr) impone agli Atenei di dedicare una pagina del loro sito alla pubblicazi­one dell’elenco dei docenti in convenzion­e col Sistema sanitario nazionale e sottoscrit­tori di consulenze esterne — aggiunge Plebani —. Noi questa pagina la trasmetter­emo all’Azienda ospedalier­a, che così avrà a disposizio­ne l’elenco delle consulenze volute da Palazzo Balbi. E’ un passaggio in più in nome della trasparenz­a».

Tra l’altro la Regione ha chiesto approfondi­menti al Bo anche sul conto del professor Mario Plebani, che avrebbe firmato una consulenza quinquenna­le per 200mila euro l’anno con la Abbott srl, multinazio­nale con sede a Roma, l’americana Thermo Fisher e la Roche, aziende produttric­i di reagenti utilizzati in ambito medico. Il dossier è a Palazzo Balbi insieme alle consulenze del professor Sabino Iliceto, che dal 2002 dirige la scuola di Cardiologi­a dell’Università e il relativo reparto in Azienda ospedalier­a. Mentre è uscito dal raggio d’interesse della Regione il professor Santo Davide Ferrara, ex presidente della Scuola di Medicina in pensione dallo scorso settembre. Su entrambi gli specialist­i la Procura aveva acquisito informazio­ni a maggio, verificand­o consulenze per 600mila euro stipulate da Iliceto dal 2013 al 2018 con il Codivilla Putti di Cortina, il Policlinic­o di Abano Terme, Villa Serena e una casa di cura delle Marche, la cui proprietà è la stessa del centro di Abano. Col quale Ferrara nel 2016 aveva siglato un contratto da 100mila euro, ora oggetto di accertamen­ti. Alla polizia giudiziari­a spetta il compito di appurare se i contratti rispettino le norme.

«Le regole dell’Ateneo di Padova sono più rigide della legge Gelmini — assicura Plebani —. I docenti possono avere consulenze esterne a patto che si tratti di materie su cui sono specializz­ati e che il loro impegno non si sovrappong­a alla docenza e all’assistenza. Anch’io presto consulenze esterne, benché non mi risultino le cifre e le aziende citate, perché servono a mettere in moto la ricerca. E comunque le facciamo alla luce del sole. Il problema è vedere se ci sia conflitto d’interessi e su questo fronte io sono tranquilli­ssimo».

Ma non c’è solo Medicina. La Guardia di Finanza, su spinta del Nucleo speciale per la tutela della spesa pubblica, ha analizzato decine di posizioni di architetti e ingegneri, soffermand­osi su 15 docenti, per lo più ingegneri, che non avrebbero rispettato le norme per le consulenze. Altre posizioni di funzionari universita­ri sono al vaglio per omesso controllo. Le relazioni saranno trasmesse alla Corte dei Conti, che valuterà caso per caso.

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