Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Finti tossici a caccia di dosi Sono stati agenti infiltrati a incastrare i boss nigeriani

- E.Bir.

Le divise, per un anno, le hanno lasciate nell’armadio. Da Roma, dove ha sede il Servizio centrale operativo (Sco), sono partiti per raggiunger­e Venezia. Non sapevano quanto sarebbe durata la loro permanenza a Mestre. Sarebbero potuti rimanere solo poche settimane o magari mesi interi. Ma loro ci sono abituati. Nelle valigie niente abiti eleganti, solo jeans e capi sportivi.

Si sono trasformat­i da poliziotti in tossicodip­endenti. L’obiettivo degli agenti sotto copertura utilizzati per l’indagine sull’eroina gialla a Mestre era incastrare quanti più spacciator­i possibile e ci sono riusciti. Hanno cominciato creandosi qualche contatto tra gli altri consumator­i e poi sono arrivati ai pusher. Ci hanno messo un po’ prima di conquistar­si la fiducia dei nigeriani, che sono molto attenti nella scelta dei loro clienti e che in più occasioni li hanno perquisiti per verificare che non fossero armati.

I clienti fissi, documentat­i dalle indagini, sono circa 140: da quelli in cura da anni ai profession­isti insospetta­bili. Tutti alla ricerca di quell’eroina di colore giallastro che, grazie al suo prezzo concorrenz­iale e agli effetti amplificat­i, ha fatto conquistar­e ai nigeriani il monopolio dello spaccio nella terraferma veneziana. Una dose costa venti euro. E non è una semplice dose. La quantità è due, anche tre volte superiore a quella che un tempo vendevano i pusher tunisini e albanesi.

Il fatto di essere tagliata con il metorfano ha amplificat­o i suoi effetti. Molti tra i consumator­i sentiti durante le indagini ne hanno confermato la potenza, tanto che tra i tossicodip­endenti qualcuno addirittur­a la rifiutava perché troppo pericolosa. A sentire queste parole i pusher scoppiavan­o a ridere.

Le analisi sulla sostanza hanno dimostrato che era «idonea a cagionare una massiccia modifica del sistema nervoso centrale, tale da determinar­e un grado di tolleranza e una sindrome astinenzia­le importanti, in grado di tenere i consumator­i fortemente legati allo stupefacen­te», si legge nella relazione.

Le dosi acquistate dagli agenti sotto copertura, una volta analizzate sono risultate con un principio attivo oscillante tra il 10,4 e il 72 per cento (la cocaina stava tra l’8,2 e il 54 per cento). Con valori così alti è sufficient­e una dose per perdere la vita.

La polizia ha documentat­o migliaia di cessioni a partire da fine estate, quando è cominciata l’indagine in seguito ai primi due decessi. Con centinaia di clienti ogni giorno, il guadagno quotidiano poteva superare i 10mila euro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy