Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pordenonelegge 600 autori e il nuovo Deaver
Dal 19 al 23 settembre seicento autori. Anteprime e incontri
Un libro tira l’altro, come le ciliegie. E quest’anno il simbolo di «Pordenonelegge la Festa degli Autori» è proprio la ciliegia. Cinque giorni a Pordenone, dal 19 al 23 settembre densi di scrittori, libri, spettacoli: oltre 600 gli autori, italiani e internazionali, per raccontare il mondo tra realtà e fiction. Dialoghi, incontri, contaminazioni tra musica, teatro, letteratura. Con anteprime assolute di pilastri della letteratura, tra cui il re del serial thriller Jeffery Deaver con il suo nuovo best seller Il taglio di Dio (Rizzoli), per cui c’è grandissima attesa. Un romanzo in cui tornano Lincoln Rhyme e Amelia Sachs per un’indagine a New York, a caccia di un serial killer che ammazza le coppie felici. Ma le esclusive internazionali di Pordenonelegge non finiscono qui: Lisa Halliday, Pierre Lemaitre, Antonio Munoz Molina, Pierre Lemaitre (premio Goncourt) Andrè Ciman, Elisabeth McKenzie, solo per citare alcune delle star. E Robert Harris, premio Friuladria «La storia in un romanzo 2018».
Un’edizione ricca di suggestioni, che spazia tra saggistica, economia, romanzo storico, fiction, noir, poesia: il libro a 360 gradi nel festival curato da Gian Mario Villalta, direttore artistico, Alberto Garlini, Valentina Gasparet, promosso dalla Fondazione Pordenonelegge.it
Nutrita la pattuglia di autori italiani: Antonia Arslan, Paolo Giordano, Michela Murgia, Emanuele Trevi, Rosella Postorino, Francesco Targhetta, Maurizio De Giovanni, Carlo Lucarelli, Marcello Fois, Mary Barbara Tolusso, Eliana Liotta, Ilaria Tuti talento emergente del noir, solo per citarne alcuni. Tutti gli altri e sono moltissimi, con gli incontri nel dettaglio sul sito www.pordenonelegge.it
Interessanti i dialoghi a due tra scrittori, su temi cardine dei loro libri, come gli incontri tra Mariapia Veladiano e Rosella Postorino: lo sguardo femminile a confronto con la storia. O tra Carlo Carabba e Emanuele Trevi sull’autofiction, tra Marco Balzano e Leonardo Bizzarro su come la storia individuale s’intreccia con la grande storia, tra Antonia Arslan e Maria Balliana sulle figure femminili nella cultura armena, o tra Mary Tolusso e Gaja Cenciarelli su sentimenti e anafettività nella contemporaneità. Anche in questo filone gli appuntamenti sono molteplci. Spazio poi alla critica e alla riflessione su letteratura, arte, innovazione, cinema, filosofia, scienza. Incontri su salute e mangiar bene, tra i protagonisti Eliana Liotta, Chiara Maci, Filippo La Mantia, Antonia Klugmann.
E poi «Viaggio in Italia», luoghi come paesaggi narratici. Spazio ai giovani con il ring letterario su cui gli scrittori si sfideranno con brani scritti appositamente per Pordenonelegge. Novità, gli interventi su «Le parole del ‘68», mezzo secolo dopo quell’anno fatidico una riflessione per capire se c’è nostalgia, rimpianto o se è il momento di prenderne le distanze.
Alla poesia, poi, è dedicato un piccolo festival nel festival.
Show e pièce con Giovanni Allevi, Lino Gianciale, Massimo Bubola, Natalino Balasso. Pordenonelegge record di presenze, in continua crescita, tallona ormai di vicino il festival di Mantova. Qual è il segreto di questo successo? «Solo passione, impegno, coinvolgimento - spiega lo scrittore e poeta Gian Mario Villalta, direttore artistico del festival - . Un’idea di cultura come qualcosa che non è già dato ma esiste nel suo farsi, così da richiedere una dinamica, un agire, una partecipazione. E poi c’è una città che sostiene Pordenonelegge. Mantova non si può superare perché ha la primogenitura. E ha un pubblico fedelissimo, un cartellone sempre importante - sottolinea Villalta -. Siamo diversi. La nostra forza è nel dialogo con il terreno di vita della manifestazione. È anche un dato di unicità che ci distingue da tutti, non solo da Mantova. Per il resto, mi piacerebbe che ci fossero molti Mantova e molti Pordenonelegge in tutta Italia. Se non altro vorrebbe dire che qualcuno i libri li legge».