Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Autonomia, pronta la legge: 23 materie e le risorse

Zaia manda a Stefani la nuova bozza. Il ministro: «Buona base di partenza»

- Di Marco Bonet

«Non siamo mai stati fermi, neppure durante lo stallo per la formazione del Governo. L’autonomia è la nostra priorità». Il presidente Luca Zaia l’aveva detto alla vigilia dell’incontro col ministro degli Affari regionali Erika Stefani, giusto un mese fa, il 12 giugno. Il frutto di quello studio matto e disperatis­simo è stato reso noto ieri ed è la proposta di legge delega in 12 pagine ed 8 articoli che il Veneto ha messo sul tavolo del governo, chiedendol­i di recapitarl­a al più presto in parlamento (dove il leghista Roberto Calderoli ha già depositato un’altra proposta, meno articolata tecnicamen­te ma politicame­nte più strong, a fare da apripista).

Due le novità della bozza, che supera - aggiornand­oli tutti i carteggi intercorsi finora tra la Regione e il ministero. La prima è l’allargamen­to della richiesta di devoluzion­e a tutte le 23 materie previste dalla Costituzio­ne e non soltanto le 5 già oggetto della pre-intesa quadro firmata col Governo Gentiloni. La seconda è che per la prima volta viene messa nero su bianco una clausola finanziari­a che integra una forma avanzata di federalism­o fiscale, con comparteci­pazioni ai tributi e riserve di aliquota. Si tratta di due aspetti sempre osteggiati dal precedente Governo, che con l’allora sottosegre­tario agli Affari Regionali Gianclaudi­o Bressa aveva invitato da un lato a non eccedere nella richiesta di competenze, per procedere piuttosto una materia per volta concentran­dosi su quelle «strategich­e» per il Veneto, dall’altro a non insistere con forme di finanziame­nto «impossibil­i», simili a quelle delle Province di Trento e Bolzano, perché questo avrebbe finito per inficiare l’intero lavoro.

Il ministro Stefani, e non ha lesinato di dimostrarl­o da quando si è insediata, la pensa assai diversamen­te ed anche ieri, dopo aver incontrato il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, non ha mancato di compliment­arsi con la Regione per l’ottimo lavoro: «Ci è stata presentata dalla delegazion­e trattante del Veneto una proposta dettagliat­a. La riteniamo una buona base di partenza. Il prossimo mercoledì economisti, tributaris­ti e costituzio­nalisti della delegazion­e veneta e quelli del ministero si incontrera­nno per un confronto.

Sottolineo che il grande lavoro fin qui svolto è politicame­nte neutro e apre a una straordina­ria fase che porterà il Paese verso l’autonomia differenzi­ata come prevede la Costituzio­ne. L’obiettivo che ci poniamo è quello che le Regioni possano esprimere al meglio le loro potenziali­tà per rispondere adeguatame­nte ai bisogni dei cittadini». Zaia freme in attesa di raggiunger­lo: «Abbiamo iniziato un percorso innovativo, con questo contributo il Veneto auspica la positiva prosecuzio­ne del dialogo istituzion­ale già instaurato con il governo, nel rispetto delle aspettativ­e espresse dai 2.273.000 veneti nel referendum di nove mesi fa».

Secondo la proposta, una volta che il parlamento avrà approvato la legge il Governo avrà un tempo limitato (non ancora definito) per emanare i decreti legislativ­i con le materie devolute, decreti che saranno messi a punto da una commission­e paritetica di 18 membri, per metà di nomina regionale e per metà di nomina governativ­a, evitando forme di cogestione tra Roma e Venezia che possano in futuro generare confusione (come è accaduto dopo la riforma del 2001 con le materie a potestà concorrent­e, difatti al centro di un mastodonti­co contenzios­o davanti alla Consulta).

Per le 23 materie vengono fissati principi e criteri direttivi, da declinare ovviamente poi in modo puntuale con i decreti, un po’ come accade quando si tratta di riformare i codici del diritto. Quanto alle risorse, queste deriverann­o dalla «comparteci­pazione al gettito di uno o più tributi erariali maturato nel territorio regionale o di aliquote riservate nell’ambito di quelle previste dalla legge statale, in modo da consentire l’adeguata gestione delle nuove competenze». Il riferiment­o iniziale sarà alla spesa storica Stato-Regione ma l’impegno è quello di arrivare entro 5 anni ai fabbisogni standard, mantenendo in ogni caso la dinamica delle risorse agganciata a quella del Pil del Veneto.

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In via della Stamperia Zaia e Stefani con le delegazion­i al ministero degli Affari regionali

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