Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Serenissima, Tosi lascia la presidenza. I Benetton arrivano a settembre
L’ex sindaco lascia la presidenza, pieni poteri a del Rio in attesa dei nuovi proprietari
Brescia-Padova, Tosi lascia la presidenza in vista dell’arrivo, a settembre, dei Benetton. Era giusto due anni fa, l’8 settembre 2016, quando lo stato maggiore di Abertis, il colosso infrastrutturale spagnolo, era arrivato a Verona per prendere in consegna l’autostrada Serenissima, dopo aver comprato per 594 milioni da Intesa Sanpaolo la quota di controllo del 51,4% di A4 Holding, che a sua volta controlla la concessionaria autostradale. Doveva essere il primo passo per il tanto agognato ingresso della società catalana nel mercato italiano. Due anni dopo in realtà il progetto è già al capolinea. A scompaginare le carte anche qui l’Opa proprio su Abertis di Atlantia e della ispano-tedesca Hochtief. E così, ancora una volta a settembre, a Verona dopo gli spagnoli è già preannunciato l’arrivo degli uomini della Atlantia dei Benetton a prendere possesso di Brescia-Padova, facendo ritornare la Serenissima in mani italiane.
Il primo atto che segnala la svolta d’autunno in realtà è già avvenuto ieri. Con le dimissioni dell’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, dalla presidenza della concessionaria BresciaPadova, carica assunta da Carlos del Rio, presidente di A4 Holding espressione di Abertis, che già aveva assunto i pieni poteri nella holding dopo l’uscita di scena a gennaio dell’amministratore delegato Maurizio Pagani, e che assume anche le deleghe operative nella concessionaria, pur con la conferma del direttore generale, Bruno Chiari. Di fatto del Rio è il plenipotenziario in A4 Holding. Mentre a questo punto l’unico rappresentante non di Abertis nei cda resta il consigliere Costantino Toniolo, seduto nel cda di A4 Holding, indicato dalla Provincia di Vicenza, che resta con il 4% delle quote.
Per Tosi la scelta era già nell’ordine delle cose. Confermato alla guida della concessionaria autostradale dagli spagnoli, la sua presidenza, già per altro priva di deleghe, sarebbe scaduta a marzo 2019. Ed era chiaro che i catalani, dopo esser già saliti oltre l’80% della società e aver preso confidenza con la Serenissima, in cui hanno inserito dirigenti propri (dal capo del personale a quello della finanza), non l’avrebbero confermato.
Ora la prospettiva dell’arrivo della nuova proprietà ha ulteriormente accelerato l’uscita. Di fatto con i poteri concentrati nelle mani di del Rio la catena di comando si semplifica e chi arriva avrà un unico interlocutore, facilitando l’inserimento e le decisioni degli uomini del socio unico Hochtief, di cui la Atlantia dei Benetton avrà il 50% più una azione.
La coincidenza della presidenza tra A4 Holding e Brescia-Padova oltretutto va messa nella prospettiva della semplificazione societaria, ancor più necessaria di fronte alla prospettiva dell’integrazione in Autostrade per l’Italia. Dopo la vendita di Infracom e il fallimento di Serenissima Costruzioni (che ha azzerato la vendita precedente), che avevano generato svalutazioni per 40 milioni mandando in rosso per 5 il bilancio 2017 di A4 Holding, e la liquidazione di molte scatole vuote, A4 Holding, oltre il 100% di BresciaPadova, si riduce ormai a poca cosa. Le partecipazioni in Veneto Strade (5%), Interporto Padova (3,59%), Confederazione Autostrade (16%) e Autovie venete (0,42%) sono in dismissione, e sono in liquidazione il Cis (quota del 25%) e Acufon. Restano Serenissima Trading e A4 Mobility, che si occupano delle aree di servizio e di servizi di mobilità; potranno, volendo, essere riassorbite facilmente nelle strutture operative di Autostrade per l’Italia.
Ma già adesso la vera questione di prospettiva è cosa resterà della società autostradale con sede a Verona, nel grattacielo di via Flavio Gioia, con i suoi 500 dipendenti e un contratto specifico, dopo il riordino delle partecipazioni e il passaggio sotto Autostrade per l’Italia. Una chiusura tout court della società non è immaginabile, visto che la concessione autostradale dell’A4 tra Brescia e Padova fino al 2026 è ad essa legata. Ma se è ovvio che la parte operativa debba rimanere in loco, è prevedibile che altre funzioni più strategiche siano destinate a finire sotto la nuova capogruppo. Si vedranno in che termini sul campo.
E poi ancora ci saranno da riprendere in mano le altre scelte strategiche, a partire dalla Valdastico Nord. Il prolungamento della concessione al 2026 ormai è fatto acquisito; ma intanto le trattative con Trento sul prolungamento dell’autostrada vanno a rilento. Pur se per Brescia-Padova resta probabilmente più conveniente investire i soldi per l’opera, ottenendone un riconoscimento tariffario, piuttosto dello status quo. Questione che interessa il nuovo piano tariffario. Al pari della questione appena aperta del progetto della quarta corsia sull’A4, in cambio di un prolungamento della concessione, su cui la società ha imbastito i primi contatti con il ministero delle infrastrutture, di fronte al ritorno del traffico dopo gli anni della crisi. Costi enormi, al pari delle difficoltà tecniche. Anche questa una partita che toccherà alla nuova proprietà decidere come giocare.