Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Festival dei droni, Portello col naso all’insù
Voli curati dal master GIScience del Bo. «Strumenti alla portata di tutti»
«Ma vola?». Roberto, 5 anni, sta guardando affascinato un drone. Lo studia da ogni angolazione, girandoci intorno, per poi tendere una manina verso una delle ali.
Siamo in piazza Portello al primo festival sui droni, «Drones for good: droni e geotecnologie per l’ambiente ed il territorio», promosso dal master del Bo in GIScience e droni. Un evento indirizzato non solo agli addetti ai lavori ma anche a comuni cittadini. Perché le applicazioni di un drone sono veramente tante. Si va dal monitoraggio di pannelli fotovoltaici alla mappatura di una piazza dove verrà organizzata una fiera, dall’esecuzione di perizie per tribunali alla verifica della presenza di amianto in città.
Insomma, il drone non è solo un giocattolo e il suo utilizzo non è ristretto alla ricerca scientifica. «Un drone con una termocamera, cioè un sensore che rileva le differenze di temperatura, può essere utilizzato dalle forze dell’ordine per monitorare una zona in cui si spaccia - spiega Luca Pitorri di 3Dtarget, azienda che produce sensori -. Si può rilevare anche se una persona ha una pistola in tasca» .
I droni però non possono essere utilizzati in qualunque situazione. «La legge stabilisce che non possono volare oltre i 250 metri – dice Chiara Rigato di Archetipo, azienda che fabbrica droni –. Per pilotare i droni più sofisticati serve la patente e non si può sorvolare un centro abitato senza autorizzazione». Normalmente per i luoghi abitati si utilizzano droni ad ala fissa, macchine che sembrano dei piccoli aerei militari, perché in caso di malfunzionamento planano lentamente dando il tempo al pilota di farli atterrare lontano dalle persone.