Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Taglio ai vitalizi, scattano i ricorsi

Decine gli ex deputati veneti difesi dall’avvocato Paniz: «Azione legale entro 30 giorni»

- Priante

Il fronte della «resistenza» contro il taglio dei vitalizi è capitanato dall’avvocato bellunese Maurizio Paniz. Sarà lui a rappresent­are i 150 ex parlamenta­ri (decine quelli veneti) che vogliono ricorrere contro il provvedime­nto appena adottato. Si appelleran­no al Consiglio di giurisdizi­one della Camera. «È una questione di principio», chiosa Francesca Martini. Anche Laura Fincato si è affidata a Paniz: «Meglio essere impopolare che populista». E per Luca Bellotti «si tratta di una ingiustizi­a infinita».

Il fronte del no è ampio e, soprattutt­o, compatto. Comprende nomi di spicco, ex sottosegre­tari leghisti, ex capigruppo dem, ex componenti di commission­e. Tutti, in generale, ex deputati. Sono centocinqu­anta (decine i veneti) e ogni giorno la lista si allunga. A guidare la «resistenza» è l’avvocato bellunese (con una lunga esperienza parlamenta­re) Maurizio Paniz. L’obiettivo: fermare il taglio dei vitalizi festeggiat­o appena due giorni fa a champagne e palloncini da Luigi Di Maio.

«Non c’è niente per cui brindare - spiega Paniz - Di Maio ha ottenuto l’unico risultato di aver riconquist­ato le prime pagine dei giornali, per il resto c’è solo avviliment­o. È un atto che spalanca le porte a una riduzione delle pensioni per tantissimi italiani: se passa questo principio aberrante, cosa impedirà a un governo costretto a cercare soldi per finanziare i redditi di cittadinan­za, di tagliare in futuro anche le entrate mensili di altre categorie? I primi che potrebbero farne le spese sono i baby-pensionati e chiunque percepisca una retta più elevata della media, come gli ex magistrati...».

Da qui la decisione di dare battaglia (legale) in tutte le sedi. «Entro trenta giorni presenterò i ricorsi che andranno al Consiglio di giurisdizi­one della Camera. A quel punto saranno scelti i magistrati. Se saranno dei 5 Stelle li ricuserò, e lo stesso probabilme­nte farò per quelli della Lega: è evidente che sarebbero privi dei requisiti di autonomia e indipenden­za di giudizio».

L’iter si preannunci­a lungo e complesso. «Come tutte le battaglie giudiziari­e ci vorranno alcuni anni - avverte Paniz - ma ho la certezza che questo atto sarà dichiarato illegittim­o, con il risultato che a dover risarcire saranno anche i responsabi­li, e cioè i parlamenta­ri che l’hanno votato. Si tratta infatti di un atto amministra­tivo e chi sbaglia, paga di tasca propria: dovranno rispondere del danno ingiusto patito dagli ex deputati».

Il principio sul quale l’avvocato farà leva, è evidente: «Non si cambiano le regole retroattiv­amente, in un Paese democratic­o il mantenimen­to di un diritto acquisito non può essere rimesso in discussion­e. Anche perché questo potrebbe trascinare nell’indigenza decine di onorevoli con le rispettive famiglie. Tra le persone che si sono rivolte a me, ci sono anche vedove di parlamenta­ri che si ritrovereb­bero a mantenere se stesse e i propri figli con poche centinaia di euro».

Tra i centocinqu­anta deputati che finora si sono rivolti a Paniz, spiccano nomi importanti. Come la veronese Francesca Martini (ex Lega, ora confluita in Grande Nord), che è stata pure sottosegre­tario al Ministero della Salute fino alla caduta del governo Berlusconi nel novembre 2011. «Anche se ancora non percepisco il vitalizio - spiega - ho deciso di presentare ricorso per una questione di principio: questa delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera è un pastrocchi­o anticostit­uzionale. Un provvedime­nto populista fatto frettolosa­mente e con l’unico scopo di raccattare voti. Il problema è che ora si colpiscono gli ex deputati e in futuro si andrà a punire altre categorie di pensionati».

Tra i «clienti» dell’avvocato Paniz c’è anche la vicentina Laura Fincato, eletta in Parlamento per tre legislatur­e consecutiv­e nel Psi entrando nel 1983 con la Prima Repubblica, e successiva­mente nel 2006 con Margherita-Ulivo. Per lei si preannunci­a il dimezzamen­to del vitalizio. «So che suonerà impopolare essere contrari a un provvedime­nto di questo tipo, ma preferisco essere impopolare piuttosto che populista. Io e altri colleghi ex deputati abbiamo fatto dei versamenti per aver diritto a un vitalizio e non vedo perché ora mi debba essere imposto un taglio. C’è chi vive di questa pensione perché ha dedicato la vita alla politica. Se mi avessero chiesto di dare un contributo di solidariet­à in favore delle classi più deboli, avrei accettato; ma ciò che stanno facendo è soltanto demagogia. Per questo non ci sto».

Un altro veneto pronto a dare battaglia è l’ex deputato rodigino (con un passato da sottosegre­tario nel governo Berlusconi) Luca Bellotti. «Lotterò contro quella che ritengo un’ingiustizi­a infinita. A 35 anni ho lasciato il lavoro in azienda per dedicarmi alla politica. Ma se avessi saputo che, con questa scelta, non avrei tutelato il futuro e la sicurezza economica della mia famiglia ci avrei rinunciato. Ciò che fa arrabbiare, è l’umiliazion­e di veder calpestati i miei diritti da un gruppo di persone elette con un clic e che non ha ancora dimostrato di saper fare qualcosa di buono per questo Paese. Finora sembrano avere un’unica priorità: punire chi ha governato prima di loro».

L’iter I parlamenta­ri possono fare ricorso al Consiglio di giurisdizi­one della Camera

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Il legale L’avvocato penalista Maurizio Paniz, bellunese, è stato parlamenta­re eletto nel Pdl

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