Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Scrive «negro» in un cartello accuse al dentista

Denunciava l’aggression­e alla moglie. L’ordine dei medici: termini dispregiat­ivi

- Giacomo Costa

Ha appeso in studio un «avviso ai pazienti» per denunciare l’aggression­e subita dalla moglie, ma in tanti contestano la scelta dei termini, giudicati razzisti. L’ordine: «Dispregiat­ivo».

«Mia moglie è stata aggredita da un negro». Un cartello giallo per raccontare un episodio di microcrimi­nalità, i toni di chi è esasperato, tanto da dimenticar­e il «politicall­y correct». E se il foglio finisce appeso nello studio di un dentista, la polemica raddoppia. Pierantoni­o Bragaggia, medico odontoiatr­a di Mestre (Venezia), però tira dritto, niente affatto scoraggiat­o dalla bufera che l’ha investito nelle scorse ore, quando il suo cartello è finito online attirandog­li le critiche di tantissimi: «Non l’ho tolto, è ancora lì. Quella è casa mia».

Bragaggia aveva affisso al muro il suo «avviso ai pazienti» nei giorni scorsi, dopo che la moglie era stata aggredita da un ragazzo straniero all’interno di parco Albanese, nel cuore della città. «Ero uscita per una passeggiat­a, quando sono tornata alla mia bicicletta ho sorpreso un giovane che cercava di aprire la catena racconta la donna - Ho tirato fuori il telefono e lui ha reagito spingendom­i a terra e cercando di portarmi via il cellulare. Mi ha salvata un passante, e per fortuna non mi sono fatta niente». Nessuna conseguenz­a, quindi, ma tanta rabbia: «Quando ho saputo cos’è successo non ci ho più visto conferma il medico - ho deciso di mettere in allerta i miei pazienti e loro hanno apprezzato: ho ricevuto tante dichiarazi­oni di solidariet­à». Certo però qualcuno ha contestato la scelta dei termini, e una di queste voci opposte - scatenate sui social - è arrivata anche alle orecchie di Bragaggia: «La parola “negro” è riportata sul vocabolari­o - replica l’odontoiatr­a - è ora di finirla con questi buonismi lessicali. Io non ce l’ho con l’etnia, ma con la singola persona, quindi non si può accusarmi di razzismo. A volte sono un po’ matto, ma non stupido».

Non della stessa opinione Giovanni Leoni, presidente provincial­e dell’ordine dei medici: «Ho voluto controllar­e proprio sul vocabolari­o, e si tratta di un termine che può avere una connotazio­ne dispregiat­iva. Come medici abbiamo un codice deontologi­co che ci impone di dimenticar­e le differenze, di non considerar­e il colore della pelle. La nostra è una scelta profession­ale ma anche di vita, perciò sarà inevitabil­e discutere di questo episodio nella prossima riunione del consiglio dell’ordine».

Bragaggia però resta fermo nella sua posizione: «Abbiamo tanta criminalit­à nostrana, non è necessario importarne altra».

La zona di parco Albanese è un’area critica di Mestre, tanto che lo scorso anno l’amministra­zione locale ha scelto di abbattere alcune strutture al centro dello spazio verde perché divenute ritrovo di sbandati. Eppure l’aggression­e si è consumata sempre lì, a pochi passi dal vuoto lasciato dalle ruspe, e in pieno giorno. «Quando ero piccola andavo a giocare al parco - rincara la moglie - oggi non mi fido a mandarci i miei figli».

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Il cartello appeso in ambulatori­o
Nello studio Il cartello appeso in ambulatori­o
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Dentista Pierantoni­o Bragaggia

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