Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La scalata silenziosa del polesano Gotti Da tecnico del Treviso a vice di Sarri al Chelsea
Una scalata silenziosa, ADRIA (ROVIGO) in punta dei piedi, fino alla Premier League. Sì, perché Luca Gotti, il tattico polesano che, passo dopo passo, sale sempre più in alto, sarà il nuovo braccio destro di Maurizio Sarri. Qualche giorno fa, a un quotidiano locale che gli chiedeva un parere sul calcio italiano, spiegava: «Ci sono idee, ci sono persone nuove, c’è gente che ha voglia di costruire, sia a livello federale sia a livello di club. Si lavora per colmare il gap con il “primo mondo”, che oggi è quello della Premier. Si lavora per creare un sistema calcio italiano».
In attesa che qualcuno si rimbocchi le maniche e capisca come farlo, Gotti in Premier League ci finisce per davvero facendo armi e bagagli. E sarà il vice di Sarri in un momento storico particolarmente complicato per il Chelsea del Re Abramovich. Quello in cui l’Eden dorato che ha trascinato il Belgio a un passo dal trionfo Mondiale, fermandosi sul terzo gradino del podio, sta per salutare tutti per firmare per una delle due grandi rivali: Hazard al Real Madrid o Hazard al Barcellona? Difficile che lavori con Sarri e con Gotti, questo è certo. Serviranno soldi, tanti soldi, intanto però Gotti è pronto per un altro salto in alto. Quello più affascinante, dopo aver seguito Roberto Donadoni ovunque, fra Cagliari, Parma nell’anno più buio del fallimento e il Bologna.
Adesso, quell’uomo così attento e schivo, che preferisce far parlare i fatti alle dichiarazioni da grancassa, a 50 anni verrà premiato con tanto di lode. Da una chiamata che per certi versi sorprende, quella di Sarri. Lavorerà con lui e con Gianfranco Zola, per rinverdire una tradizione che fotografa l’allenatore italiano come uno dei più preparati al mondo. E un’altra figura, quella del vice, che solo chi conosce il campo e il calcio, sa quanto importante sia. E lui che ha sempre una parola per tutti, che ha pensato di dire basta dopo l’annus horribilis di Trieste, prepara la valigia.
Sono passati nove anni, il calcio ha deciso di consegnargli la rivincita. Non come head coach, ruolo che ha interpretato con impegno, ma che evidentemente non faceva troppo per lui, considerati gli esoneri incassati alla guida di Treviso (in B) e Triestina (sempre in B), non soltanto per colpe proprie. Poi la folgorazione con Donadoni, che nel 2010 lo chiama come vice a Cagliari. Otto anni insieme al Roberto nazionale, prima della svolta. Stavolta sì, decisiva, la sua «Midnight in Chelsea». Che lo porta a Londra, a poter vivere l’atmosfera elettrizzante dello Stamford Bridge, a respirare calcio nella city, accanto a Sarri. E a Roman Abramovich, uno degli uomini più ricchi del mondo. Good luck, mister Gotti...