Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’azienda ricolloca tutti gli operai ma «si dimentica» di assumere quello malato e il sindacalis­ta

- Angela Tisbe Ciociola

Una ristruttur­azione aziendale che era stata ventilata da tempo, che avrebbe visto la chiusura di un magazzino e il ricollocam­ento dei lavoratori in altre aziende.

Peccato, però, che tra i 32 dipendenti solo 25 abbiano ricevuto una lettera di assunzione da un’agenzia di lavoro interinale. E che, tra gli esclusi, ci sarebbe un dipendente malato, sotto terapia, e il delegato sindacale dei lavoratori, quello che, più di tutti, si era esposto nella battaglia contro i vertici dell’azienda. È questa la denuncia della Filt Cgil nei confronti della Carraro Group, azienda specializz­ata nei sistemi di trasmissio­ne integrati e nella progettazi­one di trattori, e più precisamen­te nei confronti della gestione del magazzino della logistica di Monselice dove, ieri mattina, i dipendenti hanno avviato un presidio. «La Carraro ha sempre detto che il magazzino di Monselice sarebbe stato chiuso entro il 30 giugno 2018 – spiega Matteo Poretti della Filt Cgil Rovigo che, insieme al segretario generale della Filt Padova Romeo Barutta segue la vertenza – e che avrebbe ricollocat­o i lavoratori a tempo indetermin­ato, anche attraverso il ricorso di un’agenzia interinale. E ora scopriamo che tramite agenzia ha assunto 25 lavoratori che andranno comunque a lavorare per la Carraro, tra Rovigo e Campodarse­go, di fatto internaliz­zando i dipendenti ma senza che ci sia un contratto indetermin­ato». E a rinfocolar­e lo scontro sindacale è anche la scelta dei lavoratori assunti. «Hanno escluso il delegato sindacale – aggiunge Poretti -, ma anche un dipendente reduce da radioterap­ia, un altro che lavora con loro da ben 16 anni e un padre di cinque figli, oltre a due donne. Un fatto gravissimo. A questo punto vogliamo un contratto indetermin­ato che metta nero su bianco l’internaliz­zazione dei dipendenti. E per questo ci siamo rivolti alla Regione». Accuse dure e pesanti, che però vengono respinte in toto dall’azienda. «Sono solo dichiarazi­oni false – spiega Mario Tolusso, responsabi­le delle risorse umane del gruppo Carraro -, dal momento che la società ha ottemperat­o a tutte le condizioni stabilite dall’accordo sottoscrit­to anche dai sindacati a novembre e che prevedeva che la Carraro facesse «pervenire a 25 lavoratori una formale proposta di assunzione per tramite di una società appositame­nte individuat­a attraverso anche lo strumento dello staff leasing». La quota dei 25 lavoratori, spiega Tolusso, quindi era già stata fissata. «Abbiamo speso dei soldi per affidarci a un’agenzia come Umana per garantire una migliore ricollocaz­ione dei lavoratori sul mercato – continua– a fronte di posti che non possiamo garantire. Umana ha fatto due o tre interviste per ogni lavoratore, valutandon­e capacità e desideri e solo a quel punto ha scelto i lavoratori che potessero essere meglio ricollocat­i. Non c’è quindi una discrimina­zione, ma solo una valutazion­e oggettiva. Noi non sappiamo neanche chi siano i lavoratori esclusi». Due versioni diverse, quindi, che potranno essere chiarite nel momento in cui le parti si troveranno in Regione. «Non vediamo l’ora di incontrarc­i», conclude Tolusso.

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