Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Spari contro il giornalista: le indagini si concentrano sullo scambio di persona
Accanto alla casa di Gervasutti vivrebbe un pentito di mafia
Gli investigatori non escludono alcuna pista, ma quella che sta prendendo sempre più piede è che ci sia stato uno scambio di persona.
Chi ha sparato cinque colpi di pistola domenica notte alla casa di Ario Gervasutti, caporedattore del Gazzettino ed ex direttore del Giornale di Vicenza, forse voleva intimidire qualcun altro. Poco lontano dall’abitazione del giornalista abiterebbe un pentito, un testimone di giustizia o un referente di qualche clan mafioso. Gli spari di avvertimento sarebbero stati diretti a lui. A corroborare questa ipotesi il fatto che ieri mattina a palazzo di giustizia c’è stato un vertice richiesto dal procuratore capo Matteo Stuccilli, cui ha partecipato la collega procuratrice aggiunta Valeria Spinosa che ha aperto un fascicolo per minacce e i carabinieri del Nucleo investigativo che stanno eseguendo le indagini. Nell’attesa di risultati più concreti da parte delle indagini, una prima richiesta di valutazione per un’eventuale scorta da assegnare al giornalista sarebbe già partita all’indirizzo del ministero dell’Interno. Al momento l’abitazione di Gervasutti a Chiesanuova è sorvegliata notte e giorno, anche se il protagonista dell’attentato sta cercando di condurre una vita più normale possibile tanto che ieri è andato al lavoro come sempre nella redazione di Mestre, dov’è stato accolto dalla solidarietà dei colleghi.
Anche il lavoro dei militari continua senza sosta. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza che si trovano poco lontano dall’abitazione hanno ripreso qualche movimento sospetto, ma la notte di domenica, nei minuti a ridosso dell’1 e 45, quando sono stati esplosi gli spari, pioveva, e le immagini non sono chiare. In parallelo i carabinieri stanno analizzando le pallottole recuperate nel muro e nell’abitazione di Gervasutti e i bossoli trovati per terra. Se la stessa pistola ha già sparato in passato sarà di sicuro negli archivi delle forze dell’ordine. Gli investigatori hanno sentito a lungo sia il giornalista che il resto della