Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Savana Padana» di Matteo Righetto in scena a teatro
Immigrati, capannoni, crisi economica, il romanzo pulp di Matteo Righetto va in scena al Teatro Verdi di Padova
Un paesino del profondo Veneto tagliato in due da una strada lunga e dritta. Una bar da una parte, uno dall’altra. In mezzo cinesi, zingari, immigrati, balordi e delinquenti, la «gang dei tosi». Spunta anche una statua di Sant’Antonio rubata, poi c’è un boss che è meglio non farsi nemico e una sorta di guerra continua, tutti contro tutti, in cui il Brenta di qua e il Piovego di là stringono a tenaglia quel territorio tra le campagne.
Il Veneto, tra capannoni a campi di mais, come il Far West nel primo romanzo dello scrittore padovano Matteo Righetto Savana Padova, pubblicato nel 2009 per Zona e poi uscito nel 2012 per Tea, è un’affresco così suggestivo che non poteva restare confinato tra le pagine di un libro. E infatti ora Savana Padana arriva a teatro, produzione del Teatro Stabile del Veneto, regia e drammaturgia dell’attore padovano Stefano Scandaletti (di Vigonza come Matteo Righetto).
Una pièce di grande modernità, che coglie in pieno tutti gli elementi di contemporaneità
Ironia Sangue, noir e colpi di scena. Su tutto abbonda l’ironia
di un romanzo che ormai ha nove anni, ma sembra scritto oggi.
La questione dell’immigrazione, i campanili, la criminalità, la crisi che incattivisce gli oriundi veneti, tessere di un puzzle che Righetto ha costruito nel romanzo con sapiente analisi socio-culturale e che Scandaletti ha portato in scena senza perdere la vena pulp e nello stesso tempo ironica dell’originale.
«Savana Padana non risparmia nessuno - sottolinea lo scrittore Matteo Righetto e in un momento in cui impera il politicamente corretto, il testo calca sul sarcastico e sullo scorretto. La pièce rispetta totalmente l’originale, con il regista c’è stata una bella sinergia e collaborazione. A teatro ci sarà l’anima e lo spirito del mio libro».
Quattro attori in scena, Riccardo Gamba, Pietro Quadrino, Davide Sportelli, Francesco Wolf e la coreografia ridotta al minimo, come vuole il teatro contemporaneo.
«Il testo racconta un territorio e dei personaggi che conosco bene e in scena diventa teatro di narrazione che lavora su parola e racconto, sull’essenza. Ho mantenuto il linguaggio cinematografico di Righetto e anche se sul palco c’è solo una sedia, che di volta in volta diventa quello che gli attori vogliono, la sensazione dello spettatore quando esce da teatro è di avere visto un film d’azione».
Come nel romanzo la trama girava a mille, creando una girandola di sangue, intrecci e colpi di scena, così nella pièce teatrale si ritrova lo stesso stile graffiante e crudo, resta la vena noir e grottesca.
«Credo che tutto ruoti attorno alla sopravvivenza - dice il regista Scandaletti - in un territorio in cui tante etnie sono obbligate a coesistere, la guerra quotidiana e la disperazione diventano normalità. Il sarcasmo e l’ironia abbondano sul palco come nel libro, ma c’è una domanda di fondo che aleggia e che spero diventi uno spunto di riflessione per il pubblico: perchè ci facciamo la guerra gli uni con gli altri?»
A Padova Savana Padana sarà in scena al Teatro Verdi da lunedì 23 luglio (prima nazionale) a sabato 28 luglio, dalle 19. La pièce fa parte del ciclo «Aperitivo a Teatro», inizia alle 19, dura 70 minuti e alla fine tutto il pubblico sale sul palcoscenico del Verdi per un aperitivo con gli attori. «Gli spettatori diventano così parte di quello che hanno appena vissuto», sottolinea Scandaletti.
Oltre al regista Stefano Scandaletti, della troupe fanno parte Lorenzo Danesin (sound design), Davide Sportelli (movimenti di scena), Enrico Berardi (luci).