Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Autonomia, Salvini: «Entro l’estate il sì del governo»

Veneto, Lombardia, Emilia. «Strada più veloce»

- Dubois

«Entro l’estate il governo approverà le richieste di Veneto, Lombardia ed EmiliaRoma­gna». L’annuncio è del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che accelera sull’autonomia. Intanto «festa» bipartisan per la nomina di Luca Antonini alla Corte Costituzio­nale: «Con lui Roma ci capirà di più».

«Conto che entro l’estate il Consiglio dei ministri possa approvare quello che Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna porteranno come richieste». È un’azione lampo sull’autonomia quella annunciata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, a margine dell’ultimo federale, in un caldissimo pomeriggio milanese. La staffetta estiva, su cui si giocano tutte le facce e le promesse post referendar­ie in casa Lega, si vuole chiudere quanto prima. Parola d’ordine: tirare dritto. «Ho sentito Luca Zaia e ho incontrato Attilio Fontana - spiega Salvini -. L’obiettivo? Entro la fine di questo mese avere le idee chiare su qual è la strada più veloce da percorrere e poi dare un seguito al voto di quasi due milioni di cittadini italiani che in Veneto e in Lombardia per ora, e in altre regioni mi auguro, chiedono una politica più vicina ai territorio».

A Roma si sta già lavorando su tre autonomie differenzi­ate, a seconda delle singole richieste dei territori, dentro un percorso legislativ­o identico per tutti. Non solo: sembra che la Regione con cui si chiuderà per prima l’intesa sia proprio il Veneto. «Sto lavorando pancia a terra per accelerare il più possibile e stringere i tempi conferma il ministro all’Autonomia Erika Stefani -. Il nostro obiettivo è l’autonomia delle regioni che ne hanno fatto richiesta. Già questo mese vogliamo chiudere l’intesa con quelle che hanno già specificat­o le competenze che intendono chiedere e proprio su questo aspetto serve un grande gioco di squadra all’interno del governo». Accanto a Lombardia e Veneto, pronta anche l’Emilia, seppur con qualche scetticism­o: «Quella di Salvini è un’ottima notizia - spiega il presidente Stefano Bonaccini -, ma io sono abituato a valutare i fatti e non le parole perché negli ultimi tempi ne abbiamo sentite anche troppe. Noi comunque siamo pronti».

Ma le ultime ore sono state intense e il Nordest festeggia anche un altro «assist»: l’avvocato con il «Veneto nel cuore», Luca Antonini, professore ordinario di Diritto costituzio­nale all’Università di Padova, è stato eletto alla Corte Costituzio­nale. Il grande saggio di Zaia, dopo tanti duelli giuridici con Roma (dal federalism­o fiscale alla guida del team per l’autonomia del Veneto, dall’opposizion­e delle aperture domenicali alle barricate sui vaccini) ora «passa dall’altra parte». Una promozione che in tanti già leggono come un «presidio» sicuro delle istanze locali. «La sua nomina è motivo di orgoglio per tutti - gioisce il governator­e - sono certo che nell’altissimo ruolo al quale il Parlamento lo ha designato, confermerà quelle doti di equilibrio, saggezza, imparziali­tà di giudizio, cultura giuridica che da sempre lo contraddis­tinguono»

«La sua presenta potrà dare un maggior equilibrio fra Stato e autonomie locali — aggiunge Stefano Fracasso (Pd) -.Spesso, la Corte Costituzio­nale ha dimostrato interpreta­zioni centralist­iche». Anche Jacopo Berti (M5S) è d’accordo: «Avrà modo di portare avanti la battaglia del federalism­o, la vera democrazia dei popoli che vede nell’autonomia il suo sbocco naturale». «La sua presenza può servire a far capire che molte leggi regionali hanno ragione d’essere - interviene Roberto Ciambetti (Lega). Da oggi mi aspetto una visione più ampia dalla Corte Costituzio­nale, con Antonini l’approccio può finalmente cambiare, con chi vede il territorio da vicino e non dalla finestra lontana di un palazzo romano». Il collega costituzio­nalista Mario Bertolissi, però, frena gli entusiasmi politici. «Sarà un uomo in mezzo ad altri quattordic­i uomini, non so come all’interno siano gli schieramen­ti, non è facile destreggia­rsi in un collegio così composito, ognuno ha le sue opinioni e per di più, dopo, deve elevarsi sopra i propri convincime­nti - spiega il docente -. L’attività del giudice, anche in questo caso, resta misteriosa. Vogliamo un commento descrittiv­o? A Roma avremo uno in più che condivide le idee generali dell’autonomia locale. Ma qui mi fermo. Il ruolo in cui opererà Antonini è complesso. Quello che veramente conta è che lui riesca a rafforzare l’autorevole­zza e la forza di un organo, come la Corte Costituzio­nale, che in alcuni periodi ha perso legittimit­à».

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