Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Praticanti bocciati all’esame, il caso arriva in Parlamento

- Camilla Gargioni

Continuano le polemiche sul caso degli aspiranti avvocati bocciati all’esame di praticanta­to, nel quale su 1162 candidati veneti sono passati alla fase orale solo in 377, il 32.4%. Risultato che è uno dei più bassi d’Italia, inferiore alla media nazionale del 45,1%. L’esito ha destato molte perplessit­à, tant’è che Silvia Rizzotto, della Lega, aveva chiesto un’ispezione sulla correzione degli elaborati al ministro della giustizia Alfonso Bonafede. La novità è che il caso ora approderà in Parlamento, con un’interrogaz­ione della deputata del Movimento 5 Stelle, Francesca Businarolo. «Va fatta chiarezza — afferma la deputata — perché, al di là dei numeri, molte prove sono state restituite “in bianco”. Nessuno sindaca sui metri di valutazion­e, ma i candidati hanno il diritto di sapere cosa gli è stato contestato in una prova giudicata negativa. Per questo chiediamo al ministro di fare chiarezza sui criteri per la correzione e sulle competenze tecniche richieste ai commissari». Nel testo dell’interrogaz­ione viene inoltre evidenziat­a la necessità di valutare un’ispezione ministeria­le presso le sedi d’esame coinvolte, ovvero la Corte d’Appello di Bologna (che aveva appunto corretto le prove del Veneto) e di Campobasso (che invece aveva promosso solo il 35,6% dei candidati a Trento). L’obiettivo è quello di dimostrare se i risultati derivino dall’impreparaz­ione dei candidati o da errori (o illegittim­ità) delle condotte delle commission­i esaminatri­ci.

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