Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Viaggio tra vetri infranti e auto colpite dagli alberi

- Di Silvia Moranduzzo

Il cielo si annuvola. Le PADOVA nuvole cominciano a borbottare. All’inizio è una pioggerell­ina leggera e la gente che è fuori si avvia con calma al riparo. D’un tratto, la tempesta. Sono le 17.20 e su Padova si abbatte un terribile nubifragio. Gli scrosci d’acqua sono così forti da far spostare i cassonetti. «Ero in via Venezia quando ha cominciato a piovere. Stavo guidando quando le biciclette esposte fuori da Norauto sono finite in mezzo alla strada – racconta Nicola – Sono tornato subito a casa anche se non si vedeva niente. Il primo pensiero è andato alla bici che erano nel cortile del condominio: per fortuna la mia non è volata via ma ne ho viste altre che sono state spostate dalle raffiche di vento».

Il cielo è diventato grigio, la pioggia e il vento scuotevano alberi, auto, tavolini. Quasi tutte le strade si allagano. Dieci minuti di pioggia, venti minuti di paura. Poi le pesanti nuvole grigie cominciano a diradarsi e un timido raggio di sole fa capolino nel cielo. Ci vogliono pochi secondi perché la gente esca dalle tane e man mano che l’acqua si ritira e i riflessi cambiano colore le reazioni dei passanti diventano un caleidosco­pio di emozioni: chi è curioso, chi è preoccupat­o dei danni, chi sbotta di rabbia. «Maledizion­e! – urla un uomo di fronte al suo Suv travolto da un grosso ramo - Il carrozzier­e chi lo paga adesso?». A Forcellini c’è gente che spinge l’acqua fuori dagli usci di casa con la gomma e guarda l’asfalto pieno di detriti: legno, plastica, persino una scarpa spaiata. «Non ho mai visto una cosa simile. Ho tentato di ripararmi sotto i portici ma le raffiche di vento erano troppo forti e la pioggia sembrava fosse dappertutt­o» dice allibito un ragazzo in via del Portello.

In attesa della conta dei danni e della rabbia destinata a crescere, il sole porta però più sorrisi ed esclamazio­ni di incredulit­à che imprecazio­ni di rabbia. Parte del Bo è recintata perché alcune finestre della storica dimora dell’università si sono infrante, spargendo vetri tutt’intorno. «Per fortuna sotto non c’era nessuno altrimenti i danni potevano essere seri – spiega il titolare del bar Antille – Noi abbiamo chiuso gli ombrelloni appena in tempo, prima del disastro». In piazza delle Erbe le bancarelle del mercato cominciano ad andarsene subito dopo la pioggia. Sono stati sorpresi dalla bufera e non hanno fatto in tempo a ripararsi, né a mettere in salvo la merce. Qui sembra una scena di guerra, con i commercian­ti bengalesi che si guardano intorno per capire cosa fare.

Piazza dei Signori già alle 19 è piena di vita, come se nulla fosse successo. Il giro di spritz non sembra aver subito rallentame­nti. Ma i problemi ci sono e si vedono. «Si è allagato il bar, i tavolini bagnati sono il meno. Tutto dipende dalle grondaie del condominio che non hanno retto l’acqua» è il resoconto del barista del Caffè Diemme. Anche la libreria Feltrinell­i si è allagata e i commessi hanno cercato di mettere in salvo i libri il più in fretta possibile buttando cartoni sul pavimento. Prato della Valle è una delle zone del centro più colpite. La tenda del ristorante Fuel è uscita dalla guida e i bagni si sono allagati: «Quando andrà via la gente la aggiustere­mo, speriamo non sia necessario chiamare un tecnico» sospira il proprietar­io. Una signora che si era riparata sotto i portici del Prato sta scappando a casa della sorella a Vigodarzer­e: «Adesso è in vacanza, ha un grande giardino, vado a vedere se è tutto a posto. Se qui si sono staccati così tanti rami figuriamoc­i là».

Anche l’Orto botanico non è rimasto immune al nubifragio. Alcuni rami si sono spezzati e i visitatori sono scappati dall’uscita secondaria in via San Micheli. Domani l’Orto resterà chiuso per permettere agli operatori di mettere in sicurezza le piante ma sembra che nessuna pianta rara o secolare abbia subito danni.

C’è chi fa la conta dei danni, chi è arrabbiato e chi è sollevato che il peggio sia passato. C’è anche chi trova il modo di divertirsi, trasforman­do un evento spiacevole in un gioco per ragazzi. All’Arcella si è allagato parco Milcovich e alcuni residenti della zona hanno tirato fuori da non si sa dove un pedalò da mare per farsi un giro nel lago improvvisa­to.

Nonostante i disagi, i danni e i tanti problemi c’è, per fortuna, sempre qualcuno che riesce a riderci su.

Il passante Stavo guidando quando ho visto le biciclette all’esterno dell’officina che volavano sulla strada

Il residente Un ramo ha centrato in pieno il mio Suv, distruggen­dolo. Adesso chi paga il carrozzier­e?

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L’albero sulla casa In via dei Colli i pompieri hanno lavorato per ore per mettere in sicurezza la zona dopo che un albero si è abbattuto su una casa facendo danni importanti

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