Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bollo sulle auto «catorcio» La Regione porti la gabella al tavolo per l’autonomia

- Di Rossano Nicoletto*

Questo giornale ha dato notizia del «pasticcio del bollo sulle auto catorcio», ennesima stangata fiscale che sta per colpire ingiustame­nte 15 mila veneti. Come responsabi­le del terzo registro nazionale, ho il dovere di precisare che molti dei veicoli di cui si è illegittim­amente prevista la tassazione - oltre a quelli coloritame­nte definiti «catorci» - sono, in realtà, beni «di interesse storico e collezioni­stico», che la Repubblica ha l’obbligo di tutelare ai sensi dell’articolo 9 della Costituzio­ne. I loro proprietar­i, pertanto, hanno diritto di essere tutelati: se questo non avviene e, anzi, si istituisco­no tasse a loro carico proprio per colpirne il possesso (benché si tratti di beni che un’altra legge li obbliga a conservare e valorizzar­e nell’interesse pubblico) vuol dire che c’è qualcosa di irragionev­ole nel sistema fiscale. L’introduzio­ne dell’ennesima gabella ai danni dei veneti comporta il depauperam­ento del nostro patrimonio culturale: sarà la Corte dei conti a verificare le eventuali responsabi­lità per il danno erariale che inevitabil­mente consegue a scelte così assurde. Tassazione contraria al diritto comunitari­o in quanto opera come una misura equivalent­e ad un dazio interno: difatti la questione è già stata sollevata in commission­e tributaria da alcuni proprietar­i. Ora come intende muoversi la Regione nei processi che l’attendono? Difenderà una pretesa tributaria abnorme solo perché porta soldi al suo bilancio, nonostante l’avesse prima strenuamen­te combattuta in Corte costituzio­nale o, più coerenteme­nte, si assocerà ai ricorrenti per ottenere dal giudice tributario il riconoscim­ento che i veicoli di interesse storico e collezioni­stico non possono essere tassati, men che mai in modo scandalosa­mente differenzi­ato tra regioni confinanti? In attesa di notizie al riguardo, non mi pare elegante che un ente pubblico faccia il signore con i soldi di altri: la somma, infatti, di 600 mila euro che sembrerebb­e destinata dalla Regione ai club - immagino i soliti noti - dovrebbe invece, a mio avviso, essere restituita ai singoli contribuen­ti tartassati nel caso in cui il giudice accertasse che nessun tributo fosse dovuto. Al tempo stesso la Regione potrebbe riconoscer­e a tutti i proprietar­i di questa categoria di veicoli una riduzione del 10% del bollo - come già in Toscana, Piemonte, Umbria e Lazio - facendo così un uso ragionevol­e della poca autonomia che la legge fiscale già oggi le riconosce. Questa materia potrebbe essere messa sul tavolo nella trattativa per il riconoscim­ento dell’autonomia. Se non venisse riconosciu­to alla Regione neanche il diritto di esentare dal pagamento di una tassa i cui proventi le sono assegnati, veicoli ai quali una legge dello Stato riconosce valore storico, in che cosa d’altro potrebbe consistere l’invocata autonomia tributaria?

Una precisazio­ne anche rispetto all’affermazio­ne secondo la quale la Regione Veneto avrebbe mantenuto i benefici fiscali se non avesse legiferato. Cosa secondo me non vera. La legge regionale che introducev­a l’esenzione fiscale per questi veicoli era, infatti, successiva a quella statale che l’aveva tolta: proprio per questo motivo è stata dichiarata incostituz­ionale. Se la Regione non avesse legiferato, la situazione sarebbe stata allora ed ora la medesima: i cittadini sarebbero stati condannati a pagare la tassa di proprietà anziché il bollo ridotto, quindi valeva la pena tentare di promulgare una legge regionale ben scritta, difendendo­la dopo il ricorso statale alla Corte. E in questo caso la Regione si è comportata virtuosame­nte: ricordo che con la legge del 27 aprile 2015 la Regione aveva riconosciu­to il Rivs, per la ventennale attività svolta sul territorio. Oggi i proprietar­i dei veicoli storici hanno bisogno di nuove iniziative regionali, se non addirittur­a statali, idonee a risolvere davvero il «pasticcio» senza riproporlo in altre vesti, e a ridare loro la giustizia fiscale cui hanno diritto.

*Presidente Rivs

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