Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
JACK SAVORETTI CON KYLIE MINOGUE
Il cantautore domani sul palco del teatro La Fenice. Super ospite la popstar australiana. «Lo show è il giorno del compleanno di mia moglie. Sarà un regalo. Adoro Venezia, lì mio padre ha chiesto in sposa mia madre»
«Sono interessato più alla persona che all’artista. Ammiro Kylie Minogue, sono rimasto stupito dalla sua umiltà». Jack Savoretti parla così della superospite, la pop star australiana che domani sarà con lui, la sua band e Imelda May sul palco del teatro La Fenice di Venezia per il Grand Finale dell’ Acoustic Nights Live (ore 20, info www.venetojazz.com). Bellissimo, bravissimo, Jack Savoretti sul palco fa scintille. Incanta, trascima, ipnotizza.
Come è nata l’idea di questo «Grand Finale» alla Fenice?
«All’inizio pensavo fosse uno scherzo, non ci credevo. Sono davvero felice che si possa realizzare. Avevamo messo in piedi questo tour nei teatri in Italia e non ci saremmo mai aspettati un simile successo, invece ha funzionato davvero bene, anche perché mi sono circondato dei musicisti più bravi che conosco. Proprio il risultato della tournée, la Fenice ci ha invitato per questo Grand Finale»
È mai stato a vedere uno spettacolo alla Fenice?
«Mai. Non sono mai entrato alla Fenice. Lo spettacolo è nel giorno del compleanno di mia moglie e quindi sarà un super regalo anche a lei. Il posto perfetto per festeggiare».
Che cosa ama di Venezia?
«Mio padre aveva chiesto la mano di mia mamma per due volte e si era sempre sentito rispondere di no. Poi l’ha porta a Venezia, le ha fatto di nuovo la proposta e questa volta gli ha risposto di sì. Sono molto grato a Venezia, altrimenti non esisterei. Poi a Venezia è legato uno dei miei ricordi più belli della mia vita; quando studiavo in Svizzera, era diventata una consuetudine andare con i miei amici al Carnevale di Venezia. Che giornate
fantasiche». Il complimento che l’ha reso fatto più e quale fiero? è stato? Chi glielo ha
complimenti «Mi dimentico e ricordo sempre invece i gli richiesta improperi. di suonare Ma considero alla Fenice la come il complimento più bello che abbia mai ricevuto in vita».
In Italia è diventato una superstar, quello con l’Italia
è un legame che nasce da lontano e che si fa sempre più stretto?
«Sempre di più. Adoro l’Inghilterra, l’America e l’Italia. Sono attaccatissimo all’Italia, per me è come fosse mio papà… e l’Inghilterra mia mamma».
Sta lavorando ad un nuovo album?
«Siamo in preproduzione, dopo Venezia vorrei rimanere in Italia per iniziare le registrazioni del nuovo disco».
C’è un concerto da spettatore che le ha cambiato la vita?
«Bob Dylan a Zurigo. Non avevo mai visto un concerto dal vivo. E sono rimasto stupito che il gigante Bob Dylan fosse questo piccolo uomo sul palco. Mi ha molto colpito, mi ha aperto gli occhi e mi ha convinto a seguire la strada della musica». Qual è il primo disco che ha comprato nella sua vita?
«Talking Timbuktu di Ry
Cooder e Ali Farka Touré… l’ho comprato perché adoravo la foto in copertina. Speravo di essere lì con loro. Dopo l’ascolto mi ha cambiato il mondo»