Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Poche maestre, a rischio l’inizio della scuola»

L’allarme di Palazzo Balbi. E domani a Roma la protesta dei diplomati magistrali

- Giacomo Costa

«Mancano le maestre, il regolare inizio del prossimo anno scolastico in Veneto è a fortissimo rischio». Un ritornello che ormai echeggia da mesi nei corridoi delle scuole, negli uffici scolastici provincial­i, nelle sedi sindacali, ma questa volta a intonarlo è lo stesso governator­e Luca Zaia, che si rivolge direttamen­te al ministro per l’Istruzione, Marco Bussetti, parlando della «situazione di emergenza nella quale versa la scuola primaria».

Tre, nell’appello del presidente della Regione, i motivi di questa sofferenza: l’esclusione delle diplomate magistrali dalle graduatori­e ad esauriment­o, che in Veneto relega 848 insegnanti prive di laurea alle sole supplenze; il venir meno di 888 insegnanti che, a settembre, andranno in pensione o saranno trasferiti in un’altra Regione; il numero insufficie­nte di posti assegnati al Veneto - appena 300 tra Padova e Verona - per i corsi di laurea in scienze della formazione primaria. Gli stessi problemi che da quasi un anno sono evidenziat­i dalle sigle sindacali e dagli stessi insegnanti.

Proprio i docenti magistrali, domani, saranno in picchetto davanti a Montecitor­io per un’adunata nazionale a sostegno della proposta di emendament­o al decreto Dignità, un’ipotesi di modifica avanzata da Liberi e uguali che riaprirebb­e le graduatori­e ad esauriment­o a tutto il personale abilitato, compresi i diplomati, e che prefigura anche un nuovo piano straordina­rio di assunzioni. Nella delegazion­e veneta che raggiunger­à già oggi la Capitale, anche Stefano Siviero, divenuto uno dei portabandi­era della protesta dopo mantenuto per giorni lo sciopero della fame: «Il governo sembra orientato su altri problemi, noi siamo finiti in secondo piano - lamenta l’insegnante rodigino Serve però una maggiore partecipaz­ione per ricordare alla politica la nostra situazione: siamo in 55 mila in tutta Italia, forse se ci presentass­imo tutti sotto le finestre della Camera il problema si risolvereb­be in poche ore».

L’impellenza è condivisa anche dai sindacati: «Continuare a rimandare, come ha fatto fino ad ora il ministro Bussetti, non è una soluzione - incalza Giusy Signoretto, di Flc Cgil - Forse la politica non si è resa conto che tra quaranta giorni riaprono le scuole». Signoretto guarda con favore alla proposta di emendament­o, pur con qualche riserva: «È un inizio, non sarà il sistema migliore ma è un passo nella giusta direzione: l’importante è riconoscer­e le ragioni di tutti, sia di chi ha solo il diploma magistrale, che deve comunque vedere riconosciu­ta la sua profession­alità, sia dei laureati, che dovrebbero poter contare su punteggi migliori in sede di concorso».

Nella sua lettera al ministero dell’Istruzione, il governator­e Zaia non arrischia alcuna ipotesi, ma chiede a Bussetti di affrontare il problema «con urgenza e in modo adeguato», per garantire il mantenimen­to dei livelli didattici della Regione Veneto, «certificat­i dai risultati dei test Invalsi e da tassi di abbandono scolastico di gran lunga inferiori alla media nazionale ed europea».

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