Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il nuovo ospedale e quell’emoticon scambiato con Zaia «E ora la Prandina»
Giordani: abbiamo fatto quanto promesso
Un’emoticon con gli applausi. Lunedì sera, quando poco prima di mezzanotte il consiglio di Palazzo Moroni (tutti favorevoli tranne Simone Borile del M5S, che ha votato contro, e poi Daniela Ruffini di Coalizione Civica e Matteo Cavatton, Elena Cappellini ed Enrico Turrin di Libero Arbitrio, che sono usciti dall’aula) ha dato il via libera alla cessione gratuita dal Comune alla Regione dei terreni di Padova Est in cui realizzare il nuovo ospedale, il sindaco Sergio Giordani ha mandato un messaggio WhatsApp al governatore Luca Zaia. E lui, cui ora spetterà il compito di reperire i 650 milioni di euro necessari per costruire l’opera, gli ha subito risposto: «Zaia mi ha mandato una faccina con un omino che batte le mani – sorride Giordani – Mi fa piacere che sia contento, così come lo sono io. Remando entrambi nello stesso verso, abbiamo raggiunto un obiettivo fondamentale per la medicina e la sanità non solo di Padova, ma pure di tutto il resto del Veneto. E devo dire che, in questo lungo anno di trattative, il presidente della Regione si è sempre dimostrato una persona onesta, concreta e rispettosa delle posizioni altrui».
Sindaco, il suo predecessore Massimo Bitonci continua a ripetere che il progetto approvato lunedì sera è lo stesso pianificato da lui prima di essere sfiduciato a novembre 2016. Cosa c’è di diverso?
«Per quanto riguarda Padova Est, Bitonci ha ragione, non ho problemi ad ammetterlo. Però il doppio polo, cioè le due strutture complementari con 900 posti letto ciascuna, è tutta roba nostra. Così come il mantenimento del vecchio ospedale di via Giustiniani e il fatto che sarà la Regione, a proprie spese, a bonificare la zona oggi occupata dalle cliniche in cui sorgerà il nuovo Parco delle Mura».
Come risponde a chi sostiene che lei e il vicesindaco Arturo Lorenzoni, proponendo il nuovo su vecchio in campagna elettorale, avete mentito sapendo di mentire?
«Io non racconto bugie. E nemmeno Arturo. Eravamo davvero convinti che si potesse realizzare un ospedale nuovo sullo stesso sito di quello attuale. Ma quando i tecnici ci hanno dimostrato che la cosa non era fattibile, avevamo di fronte due alternative: perderci in chiacchiere chissà ancora per quanti anni oppure trovare, in poco tempo, una soluzione che mettesse d’accordo tutti. Abbiamo scelto la seconda e così è nato il progetto del doppio polo».
Che ne sarà dello Iov di via Gattamelata?
«Anche il suo mantenimento a Padova, col ritorno dei posti letto momentaneamente trasferiti a Castelfranco, è una nostra conquista. Le strutture di assistenza e di ricerca, quando sarà pronto il nuovo ospedale, verranno accorpate a Padova Est. Ma l’edificio di via Gattamelata resterà a destinazione sanitaria o comunque pubblica».
Quando firmerete l’accordo di programma definitivo?
«Il termine ultimo, fissato dal presidente Zaia, è il 30 novembre. Ma già la prossima settimana sarò in Regione per sottoscrivere la cessione gratuita dei terreni».
Come sarà finanziata la costruzione dell’ospedale?
«Di certo non col project financing, pure su questo io e il governatore la pensiamo allo stesso modo. Per il resto, tocca alla Regione trovare i soldi. E sono sicuro che non sarà un problema accantonare via via qualcosa in un bilancio annuale che, solo dal punto di vista sanitario, ammonta a più di 9 miliardi di euro».
Il consigliere Cavatton, lunedì sera, l’ha definita «il sindaco delle enunciazioni», dicendo che non c’è nulla di concreto dietro le sue parole.
«Cavatton è un ragazzo simpatico, ma forse non ha capito che gli accordi per la nuova linea di tram Stazione-Voltabarozzo, per la nuova questura in via Anelli e per l’auditorium in piazza Eremitani non sono stati firmati da Paperino su una carta di formaggio. Bensì, su documenti ufficiali, dall’ex ministro dei Trasporti Graziano Delrio, dal capo della polizia Franco Gabrielli e dall’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina».
Novità sull’ex caserma Prandina di corso Milano?
«Direi di sì. L’Agenzia del Demanio, la prossima settimana, ci darà le chiavi. A proposito di enunciazioni...».