Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La Lega replica agli industriali: pensate soltanto ai soldi
Duro il segretario Da Re. Bitonci: abbiate fede
Il day after nella querelle fra Assindustria Venetocentro e la Lega è incandescente. La risposta al j’accuse di Massimo Finco, presidente dell’associazione di industriali che accusa il Carroccio di «colpevole silenzio» sul decreto dignità arriva a brutto muso da Toni Da Re, segretario del Carroccio in Veneto: «Se noi pensiamo ai voti, voi pensate solo ai soldi».
«A noi interesserebbe solo il tornaconto elettorale? Temo sia più vero che agli industriali continuino a interessare solo i soldi». La prima reazione al duro attacco di ieri del presidente di Assindustria Venetocentro, Massimo Finco, contro il «silenzio connivente» della Lega sul decreto dignità arriva, a brutto muso, da Gianantonio «Baffo»
” Bitonci Si critica una parte senza aver atteso il quadro generale
Da Re, segretario nathional del Carroccio. Finco, di fronte a una nutrita platea di imprenditori trevigiani, aveva scelto la via dello scontro frontale di stampo squisitamente politico: «La Lega ci conosce, sa chi siamo, ma baratta un barcone di immigrati in meno con un decreto che è offensivo fin dal titolo» ha arringato martedì Finco.Parole come macigni che hanno scatenato una bufera fra Roma e il Veneto. Il refrain (giocato tutto in difesa) del governo legastellato è «dateci tempo e vi ricrederete». A dettare la linea lo stesso vicepremier Luigi Di Maio che rispetto alle proteste degli industriali veneti invita alla calma: «Il decreto dignità non è stato ancora approvato. Stiamo apportando delle modiche, bisogna considerarlo alla fine del ciclo parlamentare. E, invece, si sta criticando il decreto che non è stato ancora modificato». La Lega parla per bocca del viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia che rispolvera uno stile conciso per dire che agli imprenditori si risponderà «coi fatti» aggiungendo sibillino: «Vedremo quando arriveremo all’articolo 1», vale a dire la norma del dl che riduce da 36 a 24 mesi la durata massima dei contratti a termine e reintroduce le causali che tanto sta agitando le fila degli imprenditori.
E Da Re specifica: «Il decreto è in revisione e senz’altro va migliorato ma a Finco dico che il suo tono non mi piace affatto, abbiamo la memoria buona, ci ricordiamo di quando si delocalizzava senza farsi troppi problemi. Non ritengono un problema gli sbarchi? Forse perché così perdono manodopera sottocosto? Pazienza, per noi la sicurezza sociale è un tema importante tanto quanto il lavoro. Che poi Finco venga a fare il libero pensatore non lo accetto. Tanto più per una norma che incide appena sul 20% del mondo del lavoro. Qui l’impresa fa politica, non ricordo uscite di questo tipo durante i governi Renzi e Gentiloni».
A riportare la discussione su binari tecnici ci pensa il padovano Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze: «Finco lo conosco da trent’anni e più. Potrei rispondergli con una battuta: dice in giro che giocavamo a rugby insieme. Invece io giocavo a rugby, lui portava i secchi dell’acqua. Battute a parte, non voglio polemizzare, so quanto possa essere vulcanico ma faccio presente che si è scatenata una bufera su una piccola parte del quadro d’insieme. E il quadro d’insieme è quello a cui sto lavorando in prima persona e parlo dei fondamentali temi della semplificazione burocratica e degli adempimenti per le aziende e quello della “pace fiscale” a 360 gradi per un diverso rapporto tra fisco e contribuente. E da commercialista so di cosa parlo. Qualcosa verrà anticipato nel milleproproroghe. E poi stiamo lavorando allo sblocco di 80 miliardi fermi nelle casse dei Comuni per investimenti in opere pubbliche che ripartiranno a breve, grazie al prossimo decreto Enti Locali. C’è anche una flat tax per famiglie e imprese speriamo già nella legge di bilancio».
Il sottosegretario trova «riduttivo» criticare l’azione del governo su un solo provvedimento. E specifica: «Nella storia dell’economia la formula vincente è un equilibrio fra approccio privatistico e pubblico, i paesi che hanno trovato un giusto equilibrio fra i due sono quelli con il più alto tasso di crescita».
Bitonci tende, infine, un ramoscello d’ulivo a Confindustria Veneto: «Capisco il momento di difficoltà ma la valutazione sull’operato del governo deve essere fatta attendendo qualche mese. Agli imprenditori chiedo di guardare questo momento in prospettiva». In buona sostanza: «abbiate fede».
Da Re Per noi la sicurezza sociale è importante quanto il lavoro