Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Da Lady Gaga a Jude Law Al Lido sbarca una folla di divi

Dal 29 agosto all’8 settembre atteso un esercito sul red carpet di celebritie­s, da Lady Gaga ed Emma Stone a James Franco, Jude Law e Stacy Martin

- di Ester Micucci (Altri servizi nel Corriere della Sera)

lady Gaga, Emma Stone, Juliette Binoche, James Franco, Willem Dafoe, Natalie Portman, Jude Law, Stacy Martin, Mel Gibson, Naomi Watts e Salma Hayek sono alcuni dei divi che vedremo sul red carpet della Mostra del Cinema, dal 29 agosto all’8 settembre. Ieri sono stati anticipati i film e le novità, dalla riapertura di una parte del Des Bains all’allungamen­to (per l’intera durata della mostra) della rassegna sulla realtà virtuale.

Divi, film attesi (anzi attesissim­i), remake dal sapore hollywoodi­ano, italiani dall’appeal internazio­nale, western e pellicole-fiume come se piovessero, riscossa del film di genere, chicche da festival per cinefili irriducibi­li e il debutto della serie tv dalla «Saga geniale» di Elena Ferrante diretta da Saverio Costanzo. Se qualcuno pensa che la Biennale di Venezia per la sua Mostra d’Arte cinematogr­afica numero 75 abbia voluto esagerare, beh, forse non sbaglia. Presentata ieri a Roma, la nuova edizione del festival veneziano - che si svolgerà al Lido dal 29 agosto all’8 settembre - è dichiarata­mente una risposta dalla voce grossa all’ultimo festival di Cannes, dove i film Netflix (come i selfie sul red carpet) erano stati banditi e qui invece hanno trovato alloggio col massimo degli onori. Risultato: sarà il Lido il trampolino di lancio internazio­nale del film incompiuto di Orson Welles, The other side of the wind, 100 ore di girato del maestro del cinema tra il ‘70 e il ‘76 montato da Frank Marshall con l’approvazio­ne di amici, collaborat­ori e parenti. E sarà sempre il Lido a ospitare la prima del nuovo film di Alfonso Cuarón, Roma, un ritorno filologico alle origini messicane per il regista di Gravity. Entrambi targati Netflix.

Luoghi Dal 2010 ogni anno la Biennale ha aggiunto una tessera al mosaico della rinascita. L’anno prossimo sarà la volta dello storico edificio del Casinò, i cui lavori di restauro finanziati dal Comune e in parte dalla stessa Biennale cominceran­no subito dopo la chiusura di questa Mostra. Quest’anno tocca a un’operazione dall’alto contenuto simbolico, la riapertura parziale dello storico hotel Des Bains per l’allestimen­to di una mostra sulla storia del festival curata dal direttore Alberto Barbera. «Abbiamo cercato di trasformar­e la lamentela in azione - ha detto il presidente Paolo Baratta - riapriamo 1.800 metri del Des Bains, la sala Visconti è ancora intatta, con tutte le boiserie. Abbiamo messo in sicurezza e stiamo procedendo all’allestimen­to della mostra che celebrerà il nostro 75esimo anniversar­io».

Il Lazzaretto La storia della Mostra è anche il filo che lega un nuovo progetto di Biennale College - quattro giovani in residenza alla Biennale per ogni settore con l’obiettivo di scrivere seguiti da tutor - all’opera dello storico del cinema Peter Cowie, al quale la Biennale ha commission­ato un lavoro storico sulla kermesse. Come l’anno scorso l’isola del Lazzaretto Vecchio sarà il teatro della sezione dedicata alla realtà virtuale, che quest’anno durerà per tutta la Mostra e sarà aperta al pubblico previa prenotazio­ne.

Film e divi Ma veniamo ai film, che di questo pane vive la Mostra. E ai divi che caleranno tra laguna e Lido alzando il tasso «stracco» di mondanità dell’ex isola d’oro, proprio come, nel ‘32, lo definì il suo fondatore Volpi di Misurata. Su 3.500 lavori visti, 21 saranno quelli in concorso per il Leone d’Oro assegnato dalla giuria guidata dal premio Oscar Guillermo Del Toro. Apre il nuovo lavoro di Damien Chazelle, First man, che due anni fa lanciò al Lido il successo planetario di La la land e ora torna con Ryan Gosling e Claire Foy per raccontate lo sbarco sulla luna. Dopo di lui venti modi di declinare il cinema moderno, dal ritorno del western al documentar­io, dal cinema storico all’horror. Con maestri come Mike Leigh, i fratelli Coen, Mario Martone accanto a scommesse da festival, come il giovane argentino Gonzalo Tobal, in gara con Acusada. Tre gli italiani in gara: Martone con Capri-Revolution, con, tra gli altri, il giovane trevigiano Ludovico Girardello, il documentar­io di Roberto Minervini sul razzismo in America, What you gonna do when the world’s on fire,e Suspiria di Luca Guadagnino con Tilda Swinton e Dakota Johnson. E poi red carpet assicurati: Lady Gaga al debutto da attrice in A star is born diretta da Bradley Cooper, Emma Stone in The favourite del talento greco Lanthimos, il giovane Tye Sheridan, protagonis­ta con Jeff Goldblum di The mountain, Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhaal nel western europeo di Audriad The sisters brothers, l’inossidabi­le Juliette Binoche in una storia a quattro tipicament­e francese, Doubles vies, James Franco nel western Netflix dei Coen Ballad of Buster Scruggs, Willem DafoeVan Gogh per Julian Schnabel, Natalie Portman, Jude Law e Stacy Martin in Vox Lux, Mel Gibson e Vince Vaughn nel film d’azione Dragged across concrete. Apparirann­o al Lido anche Naomi Watts, giurata, e Salma Hayek, premio Sozzani.

Italians Poi i divi di casa: l’ex padrino Alessandro Borghi diventato Stefano Cucchi in Sulla mia pelle nella nuova sezione Sconfini (sala Giardino), Alessandro Gassman e Micaela Ramazzotti diretti da Roberto Andò in Una storia senza nome, la grande famiglia di Valeria Bruni Tedeschi, da Valeria Golino a Riccardo Scamarcio, a mamma, zia e colf in I villeggian­ti, i fumettisti Gipi, che torna alla regia, e Zerocalcar­e, di cui arriva l’adattament­o di La profezia dell’armadillo. Se tutti «caleranno» a Venezia, sarà uno spasso.

Baratta «Riapriamo 1.800 mq del Des Bains per la festa del 75esimo»

L’isola La rassegna sul Lazzaretto Vecchio durerà per tutta la Mostra

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Avvistati Da sinistra, Lady Gaga, Jude Law ed Emma Stone, alcuni tra i divi attesi al Lido

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