Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Pronti per il pic-nic?» E gli ex Gramigna occupavano
Messaggi in codice e parole contate. Le occupazioni del Movimento di lotta per la casa coordinato e gestito dal collettivo politico dell’ex Gramigna erano studiate a tavolino, tanto che quando si avvicinava il momento dell’occupazione i leader chiedevano ai «compagni» di non usare la parola occupazione nelle conversazioni al cellulare perché avevano il sospetto di essere intercettati. «Tutto pronto per il pic-nic di lunedì» si ripetevano quindi al telefono. Ma la polizia che teneva sotto controllo gli attivisti è riuscita nonostante tutto a sventare l’occupazione di via Tartaglia, zona Chiesanuova, dove un appartamento doveva essere occupato durante le vacanze di Pasqua nel 2015. Il quartier generale del Movimento di lotta per la casa è stato sgomberato venerdì dalla polizia, la sede in via Varese è stata ceduta all’associazione sordi di Padova, vicina al centrodestra (il suo segretario si era candidato in una lista a sostegno di Bitonci), che aveva fatto regolare richiesta all’ater, proprietaria dell’immobile. Tredici attivisti sono stati perquisiti, a casa loro gli agenti della Digos hanno trovato l’abbigliamento usato durante le occupazioni fatte in modo minaccioso e violento nei confronti degli ufficiali giudiziari, spesso accerchiati e intimoriti dalla presenza di una trentina di persone cooptate dal movimento per impedirgli di eseguire gli sfratti. In tutto gli indagati sono 58, tra questi molti stranieri divenuti con il tempo veri e propri adepti del movimento con fini politici. A undici di loro è stato inoltre notificato l’avviso di conclusione indagini relative a una serie di occupazioni avvenute tra il 2013 e il 2016, a loro la procura attribuisce il reato di associazione a delinquere finalizzata all’occupazione abusiva e alle minacce. Sotto accusa il metodo usato per appropriarsi delle abitazioni, che prevedeva accerchiamenti degli ufficiali giudiziari, minacce e intimidazioni e coinvolgimento dei bambini per rendere più morbido l’intervento della polizia. Ciclicamente organizzavano cene di solidarietà per raccogliere fondi per le cause legali, nessun attivista ha mai avuto denaro in cambio dell’impegno politico a favore dei senza dimora. Recentemente il tribunale ha anche dato loro ragione: l’occupazione della mensa e di uno stabile universitario disabitati non è reato. Lo ha stabilito il tribunale di Padova che ha assolto 12 giovani vicini all’area del Gramigna che nel 2014 occuparono l’ex mensa universitaria Fusinato di Via Marzolo e l’annessa casa dello studente.