Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il vero gioco dell’estate è andare a far la spesa e consultare le etichette
Comincio un periodo di vacanze estive e, sdraiato al sole, leggo con il mio ebook un libro di Cristophe Brusset - che è stato ai vertici dirigenziali nel settore del commercio alimentare per la grande distribuzione francese- dal titolo «Siete pazzi a mangiarlo!». Vi è anche un’appendice «Piccola guida di sopravvivenza al supermercato». Con casuale «perfetto sincronismo», terminata la lettura, mia moglie mi chiede di accompagnarla a fare la spesa. Ovviamente, more solito, acconsento, anche per verificare quanto ho letto ed applicare i consigli di Brusset, senza pretendere che siano «oro colato». Sta scritto di evitare prodotti con componenti di provenienza «extra Ue» che non sono sottoposti a rigorosi controlli ed oltretutto, data la formulazione generica della dicitura, non si sa da quale Paese provengano. Mi avvicino a una confezione di miele di una primaria marca e leggo stampigliato sull’etichetta «miele proveniente dall’ue ed extra Ue». Ripongo il prodotto ed opto per un miele tutto italiano di un’azienda del vicentino. Una delle più note produttrici di pasta porta analoga scritta (Ue ed extra Ue): può anche essere buona , ma scelgo una marca meno nota che porta la dicitura «solo grano italiano». Lì vicino altro primario marchio propone «risotto allo zafferano»: nella confezione c’è un’ invitante foto appunto di un risotto di un bellissimo giallo; leggo la composizione, rilevando che di zafferano ve ne è lo 0,04%. Prendiamo quindi del riso da cuocere, riservandoci di acquistare, tramite internet, un vasetto di stimmi di zafferano per poi degustare un vero risotto di questo tipo. Dopo lustri di champagne (esclusivamente da pinot noir) , mi sono «convertito» al prosecco: sugli scaffali ne vedo di vari tipi, ma pochi con un’etichetta precisa, perlopiù contengono solo l’indicazione «spumantizzato a», senza indicazione della provenienza delle uve. Per andare sul sicuro, scelgo un prosecco con scritto nell’etichetta «vitigno glera delle colline di Valdobbiadene». Ho forse trovato così un nuovo gioco divertente ed utile: provate a farlo anche Voi.