Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fenomeno Savana Padana Il libro a teatro fa sold out
Tutto esaurito per una settimana: successo al Verdi di Padova
La vicenda è surreale e simbolica ma il mondo che rappresenta è reale e concreto: si muove su due binari paralleli «Savana Padana», la pièce tratta dall’omonimo romanzo di esordio (2012) dello scrittore padovano Matteo Righetto, che Stefano Scandaletti, anche lui padovano, ha adattato per il teatro curandone la regia per una produzione del Teatro Stabile del Veneto. Lo spettacolo ha riscosso un caloroso successo a Padova e ha fatto per una settimana ogni sera il tutto esaurito al Verdi di Padova per la rassegna «Aperitivo a teatro». I numerosi personaggi del libro sono interpretati in scena da quattro attori, Riccardo Gamba, Pietro Quadrino, Davide Sportelli, Francesco Wolf, anche narratori. Con grande bravura trasformano i loro corpi e le loro voci con un ritmo incalzante e un’energia dirompente, guidati nei movimenti di scena da Davide Sportelli. Lo spazio è nudo, scandito dalla presenza di quattro sedie e disegnato dalle luci di Enrico Berardi che completano l’ambientazione creata dal soundesign Lorenzo Danesin. I «tosi» del bar Sport e gli zingari del bar Centrale, collocati l’uno di fronte all’altro lungo la strada che taglia in due il paese di San Vito nella campagna veneta stretta tra il Brenta e il Piovego, portano avanti i loro loschi traffici senza darsi troppo fastidio, convivendo con la mafia cinese, e con la complicità del Comandante dei Carabinieri. Il Fetente, questo è l’antonomastico soprannome del militare, si lascia facilmente corrompere dai malavitosi, preoccupato solo di evitare che commettano crimini ai danni degli intoccabili: sindaco, assessori e affini. Ma il precario equilibrio è destinato a spezzarsi il 13 giugno 2012, con il furto della statua di Sant’antonio, proprietà di Ettore Bisatto, detto il Bestia, a lui molto cara non per motivi religiosi, ma perchè imbottita di preziosa cocaina. Il recupero del cimelio finirà in un bagno di sangue, complice anche una tromba d’aria. Scandaletti è riuscito a trasferire sulla scena il libro di Righetto rispettandone lo spirito caustico, il linguaggio crudo e le situazioni estreme senza scadere in facile volgarità, peraltro estranea alla pagina scritta. Lo spirito grottesco dell’originale e l’atmosfera noir si colora di sfumature pulp, come in un film di Quentin Tarantino.