Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tav appesa a un pool di esperti

Il ministro Toninelli: «Potremmo fermarla». La Lega insorge: mobilitiam­o i parlamenta­ri

- Corazza

Saranno i «superconsu­lenti» nominati dal mini- stro Toninelli a decidere la sorte della Tav, compresa quella veneta nella tratta tra Brescia e Padova. Il ministro ha ribadito ieri, in audizione al Senato, di valutare ogni opzione, compreso l’annullamen­to, una volta che otterrà la relazione su costi e benefici dei suoi esperti. Dal Pd alla Lega alla lista Zaia, si rinnovano gli appelli per completare l’opera che, tra Brescia e Verona, è già finanziata e pronta a partire.

L’uomo tranquillo veste in blu e indossa una cravatta tono su tono. E se a Venezia, ieri, si è arrivati a firmare l’accordo che potrebbe portare, nei prossimi tre anni, ad avviare i cantieri del nuovo ospedale di Padova, di certo un credito importante lo si deve riconoscer­e proprio a lui. Anche se potrebbe sembrare un paradosso, visto che l’uomo tranquillo, il sindaco Sergio Giordani, nel 2017 si era candidato alle Amministra­tive con un programma che andava in senso diametralm­ente opposto a quello a cui si è approdati ora: cioè ospedale in centro città, al posto di quelo che già c’è; e stop a Padova Est. E invece Giordani, leader della coalizione di centrosini­stra, pur di portare a casa il risultato, ha saputo riconoscer­e la bontà della proposta che era del suo avversario, il leghista Massimo Bitonci e fare marcia indietro. Una cosa non da poco, che tuttavia — almeno per il momento — ha fatto la differenza (e infatti bastava vedere ieri come si atteggiass­e con lui il governator­e Luca Zaia: pacche sulla spalla, sorrisi e strette di mano). Giordani, un risultato importante. Anche perché questa volta forse è quella giusta... «Forse? È la volta buona, davvero. Scherziamo. Dobbiamo dare il terreno entro novembre, ma per quanto mi riguarda lo possiamo cedere a Zaia quando lui desidera. Settembre, ottobre. Non voglio perdere altro tempo, ormai è solo un problema burocratic­o».

Cosa è successo in quest’anno? Cosa l’ha portata a cambiare idea e perché?

«Prima delle elezioni ero convinto al cento per cento di fare l’ospedale in centro città. Poi ho visto che non sarebbe stato possibile. E quando l’ho capito ho parlato con il mio gruppo e l’ho convinto. Ho detto loro: la gente ha bisogno dell’ospedale, non possiamo andare avanti altri cinque anni a parlare».

Eppure, per anni, era stato fatto proprio questo. Anche nell’ambito del centrosini­stra. Ha qualcosa da rimprovera­re alla classe dirigente del centrosini­stra?

«Rivendico una cosa: che abbiamo fatto tutti un gran lavoro. E dico tutti. Anche il mio predecesso­re, Bitonci. In un anno è stato fatto quello che in vent’anni non avevano fatto gli altri. Ma vede io ho un vantaggio: non sono un politico e di conseguenz­a non ho sposato alcuna ideologia. Mi considero libero e non condiziona­to da nessun leader di partito».

Come ha convinto, invece, il gruppo di Coalizione Civica, suo alleato. Che verso Padova Est e verso il cemento dei nuovi grattaciel­i non era proprio ben disposto...

«Non sono riusciti a farci litigare e mi pare abbiano votato tutti a favore (con l’eccezione di Daniela Ruffini ndr)». Già, ma come? (sorride) «Forse sono bravino io...» Non basta...

«Diciamo che, con grande responsabi­lità, si è scelta la via della concretezz­a. Altre strade non ci avrebbero portato da nessuna parte. E la gente, ripeto, voleva l’ospedale e non tollerava più le chiacchier­e». Che ne sarà invece del polo attuale?

«Avremo in città due siti di pari dignità, senza buchi, come invece è successo altrove. E questa è una grande soddisfazi­one. Per quanto riguarda l’ospedale attuale il policlinic­o è nuovo e praticamen­te non ci sarà nulla da fare; la cardiologi­a è a posto; mentre il monoblocco andrà abbattuto. Infine verrà fatta la nuova Pediatria e, dietro, l’ospedale della Mamma e del Bambino. Infine l’eliporto». Sarà una Padova nuova. Come la vede?

«Rilassata, in armonia. Com’è diventata ora. Perché io sono tranquillo, le liti non fanno per me».

Meriti

In un anno abbiamo fatto quello che gli altri non hanno fatto in 20. Come ho convinto Coalizione civica? Diciamo che sono bravino...

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Sergio Giordani, 63 anni, imprendito­re e dirigente sportivo, è stato eletto a Palazzo Moroni nel 2017
Sindaco Sergio Giordani, 63 anni, imprendito­re e dirigente sportivo, è stato eletto a Palazzo Moroni nel 2017

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