Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il lascito Bortolussi al Castello Carrarese
Concluso l’iter per fare dell’edificio trecentesco un museo del design
Si chiude finalmente il cerchio della burocrazia attorno al Castello Carrarese con l’approvazione del piano esecutivo da parte della giunta di Palazzo Moroni. Sono stati stanziati 5 milioni e 400 mila euro per rendere il castello uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea e al design e la costruzione di un bar dallo stile moderno, con grandi vetrate. Il tutto demolendo l’ex stenditoio e sistemando l’area sud dell’edificio storico. Il castello diventerà la dimora della collezione Bortolussi, circa duemila pezzi dal valore milionario raccolti dall’ex segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, donata al Comune di Padova e custoditi, per il momento, in un magazzino.
La ristrutturazione non sarà solo all’insegna della modernità: «Non va dimenticato che il castello è stato la dimora e il centro politico dei Carraresi durante tutto il Trecento e che l’edifico è stato trasformato in un carcere all’inizio dell’ottocento. Il passato del castello è parte della sua magia, non andrà nascosto ma valorizzato» spiega l’assessore alla Cultura Andrea Colasio. Nell’immaginario dell’amministrazione il Castello Carrarese è destinato ad essere un magnete per i turisti e gli appassionati d’arte.
«I cinesi, che costituiscono una parte importante del turismo a Padova, quando decidono di venire in Europa cercano prima di tutto il design e solo in secondo luogo il bene culturale. Unire nel Castello Carrarese il design alla cultura renderà Padova ancora più competitiva – afferma soddisfatto Colasio – Nessun’altra città infatti ha uno spazio di quelle dimensioni e circondato da una tale magia».
Tra autunno e dicembre cominceranno i lavori di ristrutturazione del castello. Nel frattempo la documentazione relativa alle modifiche dovrà essere spedita a Roma perché parte del finanziamento (che ammonta a circa un milione di euro) viene dal Ministero dei Beni Culturali e si sta chiudendo con il Demanio e la Soprintendenza la pratica per la cessione gratuita dell’area.