Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cisterna veneta scatena il rogo di Bologna A4, morti e code
Bologna, morto il conducente vicentino di 42 anni. Almeno un centinaio i feriti
È vicentino il conducente della cisterna che ha scatenato ieri l’inferno sull’a14, provocando un centinaio di feriti e danni nel cuore della città. L’uomo, Andrea Anzolin, di Agugliaro, è morto nell’incidente. E sempre ieri uno schianto ha paralizzato l’a4. Un piccolo furgone (in foto), tra i caselli di Padova ovest e Grisignano di Zocco, ha tamponato un tir che trasportava imballaggi di cartone, poi l’esplosione di una bombola di gpl «stivata» nel mezzo più piccolo, quindi in rogo, costato la vita a due persone, entrambe del Bresciano. Le vittime sono Alessandro Bontempi, 26 anni, di Berzo Inferiore, figlio del titolare dell’impresa cui apparteneva il furgoncino, e Alex Ventu, 19 anni, origini romene.
L’inferno è scoppiato alle 13.52, sul raccordo autostradale all’altezza di Borgo Panigale, in provincia di Bologna, che collega l’a1 all’a14. Un’autocisterna che tampona un camion, fermo in colonna. Poi l’incendio, e una prima esplosione, seguita da altre. Sull’asfalto rimane il corpo carbonizzato del camionista del mezzo pesante e ferisce un centinaio di persone, compresi undici carabinieri e due poliziotti della stradale che stavano dirigendo il traffico.
È accaduto ieri, e il conducente della cisterna era Andrea Anzolin, 42 anni della provincia di Vicenza. Stando alle informazioni arrivate in serata, l’uomo non ce l’ha fatta. Viveva ad Agugliaro assieme alla moglie e lavorava per l’azienda «Loro» che ha sede a Lonigo, sempre nella provincia berica. Era un conducente esperto: in passato aveva lavorato per un’altra ditta di trasporti, a Noventa Vicentina. C’è un video che riprende l’incidente: si vede l’autocisterna tamponare il camion che la precede, mentre i veicoli davanti sono fermi in coda. Nell’impatto i due mezzi si incendiano e, dopo qualche minuto, esplodono. «Pareva un attentato terroristico» hanno raccontato alcuni testimoni.
Il botto ha danneggiato le case vicine, mandando in frantumi le vetrine di ristoranti e negozi. Molti dei mezzi che seguivano e quelli che viaggiavano sulla tangenziale, che corre di fianco all’autostrada, si sono per fortuna fermati al momento dell’incendio, tendendosi a distanza. Ma da lì a pochi istanti, si è scatenato l’inferno: il ponte della tangenziale è crollato, con la carcassa di uno dei mezzi pesanti che è rimasta sospesa sul baratro. A catena, sono esplose decine di automobili nelle due concessionarie della Fiat e Peugeot che si trovano fra la via Emilia e via Caduti di Amola, proprio sotto il cavalcavia.
Il traffico è andato in tilt, e per la paura molti residenti del quartiere e i clienti dei negozi si sono riversati in strada, mentre gli appartamenti più vicini al luogo dell’incidente sono stati evacuati.i feriti, a decine, sono stati portati negli ospedali della zona. Tre di loro, i più gravi, sono ricoverati nei centri grandi ustionati di Parma e Cesena.
Per il timore di nuovi crolli,
La vittima
Andrea Anzolin, 42 anni, sposato, abitava ad Agugliaro, nel Vicentino
ma anche per favorire il lavoro dei soccorritori, la zona è stata isolata e i vigili del fuoco hanno impiegato due ore per domare l’incendio scatenato dall’autocisterna condotta da Anzolin, che trasporta Gpl. Poi, in uno scenario infernale, sono entrate in azione per unità cinofile e gli operatori Usar, i soccorritori che si occupano di salvataggio in ambienti urbani. L’obiettivo: scovare eventuali altre vittime oltre al conducente vicentino. Che, per fortuna, non c’erano.
La Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta ipotizzando i reati di disastro colposo e omicidio colposo. Sul posto ieri pomeriggio si è recato anche il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato.