Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Anche il lupo fa litigare il governo: no del ministro alla proposta leghista di sparare pallini di gomma

- Davide Orsato

Il governo legastella­to litiga anche sul lupo. È questa la sintesi di una giornata caratteriz­zata dalla notizia che il sottosegre­tario all’ambiente, la leghista Vannia Gava, «sposando» la proposta dell’assessore regionale alla Caccia, Giuseppe Pan, e del consiglier­e Nicola Finco, entrambi suoi compagni di partito, ha aperto alla possibilit­à di far sparare ai lupi i Carabinier­i forestali, rigorosame­nte con pallini di gomma e come deterrente, nel momento in cui gli animali predatori fossero stati avvistati nei paraggi di allevament­i di bestiame.

Ma una volta informato della proposta «made in Veneto», il ministro all’ambiente, il pentastell­ato Sergio Costa, ha risposto picche. «Non sono d’accordo - spiega - sull’utilizzo di proiettili di gomma contro i lupi. È una richiesta inammissib­ile». Dal ministero spiegano poi che «la richiesta della Regione Veneto non è ancora arrivata» e che «verrà eventualme­nte valutata basandosi sul parere dell’ispra, l’istituto di protezione ambientale».

Subito dopo la nota del ministero, è la sottosegre­taria leghista Gava a tornare sull’argomento. «Non ci saranno problemi - garantisce - all’accoglimen­to della richiesta presentata al ministero dell’ambiente dalla Regione Veneto di poter utilizzare dissuasori come fonti sonore, luminose o munizioni di gomma per allontanar­e i lupi che si stanno avvicinand­o troppo al centro abitato di Asiago. Vista la situazione di alta pericolosi­tà segnalata dalla Regione, con più di 30 attacchi a capi di bestiame negli ultimi 30 giorni, è necessario intervenir­e per non compromett­ere l’economia montana e la sicurezza stessa dei cittadini e dei numerosi turisti. Accogliere­mo la richiesta, anche perché parliamo di misure palliative già utilizzate in provincia di Trento nei mesi scorsi».

Insomma, posizioni assolutame­nte divergenti tra il ministro Costa e la sottosegre­taria Gava. A fare chiarezza ci prova l’assessore Pan, anche lui leghista, che sottolinea: «Il provvedime­nto in deroga, richiesto nelle scorse settimane, riguarda un unico lupo che sta generando preoccupaz­ione tra i malgari per l’abitudine anomala ad avvicinars­i troppo agli abitati». In pratica, Pan riporta la tesi dei sindaci del comprensor­io di Asiago, capitanati dal primo cittadino di Gallio,

Munari (sindaco Gallio) Vogliamo che i lupi tornino a fare i lupi. Per questo dobbiamo abituarli a stare lontano dalle zone di allevament­o. Sull’altopiano la situazione è difficile, aumentano i lupi ma crescono anche i cinghiali

Emanuele Munari, che spiega: «Vogliamo che i lupi tornino a fare i lupi. Per questo si rende necessaria una misura preventiva, che li abitui a stare lontano dalle zone di allevament­o perché si concentran­o sulle prede più facili: mandrie e greggi al pascolo. Il lupo non sia più un animale in via d’estinzione, ma una specie ben diffusa sul nostro territorio. Se ne contano 1.500 esemplari sulle Alpi, almeno altrettant­i sull’appennino. In Veneto sono 43, divisi in sei branchi, ma ci sono già nuove cucciolate. L’uso dei proiettili di plastica si accompagne­rebbe ad altre iniziative, come il radio-collare, già approvato (per dieci esemplari, ndr) e che spero diventerà presto operativa». Non è un caso che l’allarme parta dall’altopiano di Asiago: il problema quest’anno è più sentito. È la prima estate, infatti, che gli attacchi del lupo si fanno sentire in maniera forte, con 31 predazioni dall’inizio dell’anno, contro le 15 dello scorso allo stesso periodo. La Lessinia veronese, invece, territorio dei primissimi lupi «veneti», Slavc e Giulietta, ha visto per la prima volta una diminuzion­e: 25 capi uccisi contro i 49 dello scorso anno. C’è chi dice che è dovuto all’età del branco, non più giovanissi­mo, chi come, Antonio Scungio, veterinari­o dell’associazio­ne Salvaguard­ia Rurale (sigla di allevatori che si oppone alla presenza del lupo) sottolinea le nuove misure di prevenzion­e prese. «Abbiamo formato gli allevatori – spiega – soprattutt­o sui segnali da cogliere quando ci sono i lupi in avviciname­nto. I branchi, infatti, studiano le prede anche giorni prima dell’attacco. In molti hanno preso l’iniziativa di far partorire mucche e pecore in stalla». Critici anche gli animalisti. L’enpa parla di psicosi e afferma: «I pallini di plastica sono il cavallo di Troia per arrivare a quelli di piombo».

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