Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un altro morto, l’estate tragica dei Tir
Dopo l’inferno a Bologna e il rogo sull’a4, nuovo schianto sul Passante. «E l’autostrada scoppia di traffico»
Dopo lo schianto e le VENEZIA esplosioni a Bologna e l’incidente in A4, costato la vita a due bresciani, una donna è morta ieri sul Passante dopo essere stata tamponata da un mezzo pesante con targa ungherese. È l’estate tragica dei Tir. E intanto si registra l’implacabile aumento del traffico pesante. Lo conferma uno studio dell’osservatorio sulla mobilità di Unioncamere. Sull’a23 si registra un +8%, sull’a22 +7,5 mentre la Venezia+5%.
Una scia di sangue lungo le autostrade del Nordest, un’estate tragica per i Tir. All’indomani dell’apocalittico incidente di Bologna, e di quello di Villafranca Padovana, in A4, costato la vita a due bresciani, una donna è morta ieri sul Passante di Mestre dopo essere stata tamponata da un mezzo pesante con targa ungherese.
È successo alle 12.45 a Mogliano Veneto, poco dopo il casello di Preganziol, all’altezza dello svincolo per la A27 in direzione Trieste. Nella Mercedes con Livia Righi, 72 anni, marchigiana, morta sul colpo, c’erano il marito D.A. del ‘41, ferito in modo grave e trasportato all’ospedale dell’angelo di Mestre e la sorella della donna, R.m,del ‘48, ferita in modo più lieve e ricoverata al Ca’ Foncello di Treviso. Illeso, invece, il conducente del mezzo pesante, che ha perso una ruota anteriore. Secondo una prima ricostruzione, l’auto della famiglia marchigiana si sarebbe fermata sullo spazio zebrato che separa lo svincolo dalla corsia di marcia lenta. Il Tir, ungherese, l’avrebbe centrata in pieno. Nel frattempo, l’alcoltest sull’autista ha dato esito negativo e il pm di Treviso ha disposto il sequestro del cellulare dell’uomo.
Ecco, il cellulare che, ormai, entra da protagonista nelle indagini legate agli incidenti mortali. Sarebbe stato così poche settimane fa per l’attore Marco Paolini coinvolto in un incidente mortale a Verona e così potrebbe essere stato per Andrea Anzolin, il vicentino che guidava l’autocisterna che ha incendiato Borgo Panigale a Bologna. Non più di due mesi fa, Autovie Venete, la concessionaria che gestisce la VeneziaTrieste, tratta segnata da una lunga serie di mortali legati a mezzi pesanti, ha annunciato di aver chiesto alla magistratura l’autorizzazione a usare a scopo educativo i terrificanti video che precedono gli schianti in cui, spesso, è evidente l’uso di cellulari o tablet.
Tutta colpa del telefonino allora? No, non del tutto. Perché la pozione velenosa che continua a mietere vittime contiene un altro ingrediente: l’implacabile aumento del traffico pesante. Lo anticipavano a inizio estate, in vista dell’esodo, le tre maggiori concessionarie autostradali del Nordest (Brescia-padova, Passante e Trieste-venezia) e ora lo conferma uno studio proprio sulla mobilità merci dell’osservatorio sulla mobilità di Unioncamere Veneto. Il presidente Mario Pozza anticipa qualche numero: «L’economia veneta esporta quasi il 50% della sua produzione, non è una novità. In più siamo passaggio obbligato per merci che arrivano o che sono dirette a est. E dopo la crisi i numeri di crescita dei mezzi pesanti sulle autostrade a Nordest sono quasi a doppia cifra: sull’a23 si registra un + 8%, idem sulla Valdastico, sull’a22 del Brennero siamo su un +7,5 mentre la Venezia-trieste si ferma, si fa per dire, a un +5% che diventa 4,3% per la Brescia-padova. E per queste due, naturalmente, siamo alla saturazione».
L’allarme rosso è già stato lanciato dalla concessionaria dell’a4 che attende di poter discutere con il neo ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli la soluzione «quarta corsia» che, per la precisione, dovrebbe essere una quarta corsia dinamica, cioè una corsia d’emergenza
” Pozza (Unioncamere) Il Veneto vive di export, serve il prolunga mento dell’a27 verso l’austria
Collo di bottiglia per due mesi L’incidente di Borgo Panigale obbliga al restringimento delle corsie, il traffico in direzione Sud proveniente dal Veneto ne soffrirà
trasformata in corsia di transito. Non il massimo ma pur sempre qualcosa. Ragionamenti analoghi si stanno facendo in Cav per risolvere quel pugno di maledetti chilometri dall’attacco del Passante all’innesto con l’a13 e l’affollato casello di Padova est su cui, a breve, si aumenterà il numero delle porte in uscita per evitare le pericolose code mattutine prima dello svincolo.
A est, invece, dopo anni travagliati, hanno preso lo slancio i cantieri per la fondamentale terza corsia verso Trieste. Eppure, trasportisti e ambientalisti predicano da anni: le strade attraggono traffico, ciclicamente, diventeranno fatalmente insufficienti perpetuando una dinamica conosciuta. Un po’ come voler svuotare il mare con un cucchiaino. La scuola di pensiero opposta, che segnò l’era Galan-chisso, invece, immaginava un punto d’equilibrio in cui una serie di nuove arterie sarebbero state in grado di drenare traffico sugli assi sovraccarichi. Questa la ratio della superstrada Pedemontana e di una proposta nota che Pozza rilancia: «I dati dimostrano un’economia vivace, caratterizzata dall’export che, quindi, ha bisogno di sfoghi. É impensabile che il Veneto non abbia uno sbocco diretto a Nord, un valico di confine. Serve una seria riflessione, anche alla luce dei limiti posti al Brennero. La soluzione è il proseguimento dell’a27, la Venezia -Belluno. Sarebbe uno sfogo importante per la Venezia-trieste su cui, i dati parlano chiaro, l’ampliamento a tre corsie nel tratto veneto non è già più sufficiente».
Il dibattito resta aperto. Ma, nell’immediato, si teme un’estate segnata dai «percorsi alternativi» proprio dei mezzi pesanti per evitare il collo di bottiglia che si è formato a Bologna dove il traffico è stato riversato, a doppio senso nella carreggiata superstite accanto al cratere creato dallo scoppio dell’autocisterna. «La Romea fino in Emilia sarà un inferno» - commentano gli autotrasportatori di Confartigianato. Per ricostruire la carreggiata collassata ci vorranno da due a tre mesi almeno.