Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il giallo di Anna Via alle ricerche anche nei canali
Sono nove giorni oggi PADOVA che è sparita Anna Fasol (in foto), ragioniera di 59 anni di Cittadella. E mentre in casa sono tornati i carabinieri, i vigili del fuoco hanno cominciato le ricerche della donna.
Anna Fasol è sparita da PADOVA oltre una settimana, inghiottita nel nulla senza lasciare spiegazioni: non le ha chi le voleva bene ma sono «spariti» dalla circolazione, da strade e locali di Tombolo, anche l’anziano datore di lavoro e il figlio di questi, Lino e Antonino De Poli, allevatori e commercianti di bestiame, quelli con cui l’impiegata era solita fare trappa al bar centrale per un caffè fugace. Senza lasciarsi andare alle chiacchiere, «riservata e risoluta
Nove giorni oggi senza risposte, solo ipotesi investigative da vagliare, compresa quella del gesto estremo, e già ieri sera i vigili del fuoco hanno iniziato a battere la zone vicino alla stazione ferroviaria di Cittadella, dove è stata rinvenuta l’auto della donna. Gli stessi operatori proseguiranno con l’area vicino all’abitazione e scandagliando i canali, arrivando fino a Tombolo, sempre nell’ambito del piano di ricerche della Prefettura.
Nove giorni in cui il fiato su una vicenda che sconta qualche suggestiva analogia con il delitto di Isabella Noventa si spreca, tra chi parla della sparizione della 59enne di Cittadella come di «una vera bomba», di «una storia strana», e chi racconta di una «donna troppo razionale per lasciare tutto e scappare senza dirlo nemmeno all’amata figlia». Che proprio per questo sarebbe stata costretta a farlo «minacciata o ricattata da qualcuno per il quale aveva sottratto soldi in azienda, e ora che si erano scoperti gli ammanchi la tiene sotto scacco». Suggestioni che si rincorrono tra la gente, che all’ipotesi che la donna, avendo in mano la contabilità aziendale, abbia fatto sparire circa 100mila euro, saltando l’appuntamento in banca fissato per il pomeriggio del 30 luglio con l’anziano datore di lavoro, taglia corto: «Tanto lì di sicuro di soldi ne giravano tanti».
Un giallo che si infittisce giorno per giorno, un’aurea di mistero che è ancora più serrata tra le pareti dell’abitazione di Ca’ Onorai a Cittadella, dove anche ieri pomeriggio sono tornati i carabinieri per continuare con la perquisizione iniziata lunedì, passando ancora al setaccio stanze, cassetti, cercando tracce biologiche e elementi capaci di dare una svolta alle indagini. «Cercate di capire la nostra apprensione» sono le poche parole pronunciate sulla porta di casa dala figlia Marialaura, campionessa di nuoto e ricercatrice a Miami dove vive da anni. Rientrata per l’emergenza, rimane a fianco di papà Enzo Simonetto, l’ultimo a vedere la moglie viva, a pranzo due lunedì fa, non senza una piccola discussione. Ora sono blindati nell’abitazione a due piani, con serrande abbassate e porta chiuse con le mandate da dentro. La ragazza, che sentiva la mamma ogni giorno, che l’aveva sentita anche la mattina della sua sparizione, non vuole dire che cosa le frulli per la testa in questi terribili giorni, che ipotesi si sia fatta per spiegarsi quello che è costretta ad affrontare. Scuote la testa muovendo le ciocche bionde, gli occhiali si appannano e le lacrime prendono il sopravvento. «Cercate di capire» riesce a sussurrare la ricercatrice prima di chiudersi ancora in casa. Aprirà poi solo agli investigatori, ai quali non sono pervenute ulteriori segnalazioni oltre a quella di Roma, ritenuta infondata. Il cellulare di Anna intanto continua a rimanere muto, spento: nessuna chiamata, nessuna cella agganciata.
Ne ha ricevute fin troppe Antonino De Poli, il figlio del datore di lavoro di Anna Fasol, da quando di lei si sono perse le tracce. E non per niente ieri era alquanto scocciato sull’uscio di casa e azienda a Tombolo. «Non conoscevo così bene Anna, lavorava con mio padre, e poi io ci sono poco in ufficio, non so che pensare» si limita a dire. Il padre, l’87enne Lino, attacca al citofono di casa non appena sente il nome di Anna. Da oltre una settimana gli amici lo aspettano inutilmente per la solita partite a carte al bar. «È sparito anche lui con Anna, ma lui sappiamo dove cercarlo».