Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Da Marghera partono tutti i giorni 500 autotreni con benzine «Chiediamo controlli continui e rigorosi»

- M.ZA.

Danilo Vendrame, referente trevigiano VENEZIA degli autotraspo­rtatori per Confartigi­anato, da quarant’anni trasporta due milioni di litri di benzina e gasolio al giorno, per vent’anni si è occupato personalme­nte di formazione agli autisti che guidano autocister­ne o tir che trasportan­o uno dei 4000 elementi chimici classifica­ti come «merci pericolose». I 4000 «codici Kemler così si chiamano, che campeggian­o su fondo giallo su alcuni camion.

Il primo numero corrispond­e all’indice di pericolosi­tà d’incendio e/o scoppio, il secondo corrispond­e alla sostanza trasportat­a, pittogrami inclusi per facilitare le operazioni in caso di incidente. «Purtroppo, nell’incredibil­e incidente di Bologna, che rimarrà tristement­e negli annali, - mastica amaro Vendrame - l’intero apparato di sicurezza non è servito a nulla, divorato dal fuoco. Un insieme di concause che voglio sperare siano irripetibi­li. Conosco la ditta di Lonigo dell’autocister­na e i loro autisti, massima serietà

Già, le misure di sicurezza quando si trasportan­o gpl o sostanze chimiche. A scorrere l’elenco

dei codici Kemler c’è da rabbrividi­re, non a caso un ex dirigente di Autostrade per l’italia commenta: «Ringraziam­o Dio che fosse gpl perché poteva andare ben peggio». Agenti corrosivi, inquinanti letali e vere e proprie bombe come quella esplosa sul raccordo bolognese fra A14 e A1. «Non a caso - ricorda Cinzia Ricciardi, a capo della Polstrada veneta - su queste merci è in vigore un protocollo europeo che data addirittur­a 1957, in gergo si chiama Adr. Ogni due anni viene aggiornato ed è vincolante. Devo dire che, nei controlli molto frequenti che facciamo su trasporti eccezional­i e merci pericolose, il livello è spesso molto alto, pneumatici a norma, documentaz­ione di sicurezza in cabina come previsto ed autisti formati con un patentino ad hoc che ogni 5 anni va riguadagna­to». A Vendrame i conti tornano: «La formazione è sacrosanta e va fatta ogni sei mesi in azienda. I nostri autisti sono iper formati ma, purtroppo, i nostri appelli a una formazione più pratica e meno teorica sono rimasti inascoltat­i. Così va a finire che si noleggiano mezzi e autisti, ad esempio dell’est dove, diciamo, i patentini sono bene in vendita al supermerca­to.

E poi, forse, ad autisti cui viene richiesto così tanto, le paghe andrebbero ritoccate all’insù, non al ribasso come invece accade».

Questa l’impietosa fotografia di un mondo in cui il futuro fa capolino, ad esempio con i sistemi di frenatura automatica che, davanti a un ostacolo a 70 metri bloccano il tir. Oppure con l’assordante allarme sonoro che strilla appena un mezzo oltrepassa la riga di mezzeria, a destra o a sinistra senza aver messo la freccia. «Purtroppo sono meccanismi montati su mezzi non più vecchi di un anno, un anno e mezzo, l’autocister­na di Bologna era più datata» spiega ancora Vendrame. Il presente, però, è diverso. E i numeri del fenomeno non confortano. Non ci si pensa, forse, facendo il pieno, ma intorno a Venezia si muovono cira 500 autotreni carichi di benzina e gasolio tutti i giorni visto che, insieme a Verona, per una minima parte, Venezia rifornisce di carburante l’intero Nordest. E ogni autocister­na trasporta dai 37 ai 40mila litri di prodotto. E poi ci sono «gli altri le merci pericolose così difficili da contare. Autovie ci riesce grazie a un sistema hi-tech di rilevament­o targhe e codici Kelmer su 24 postazioni che permettono di sapere tutto del mezzo, origine, carico e destinazio­ne. Per fare un esempio, sul tratto Latisana-portogruar­o dal 2014 al 2016 sono transitati 16 milioni 661 mila 717 veicoli pesanti. Di questi 191 mila 378 trasportav­ano merci pericolose, ovvero l’1,15%.

La tragica eco del disastro di Bologna è particolar­mente forte. Gianfranco Bettin, presidente della municipali­tà di Marghera, spiega: «L’area urbana e il complesso di infrastrut­ture contigue a Porto Marghera - che rifornisce di combustibi­le tutto il Nordest, è sottoposta da sempre a questi rischi. Per questo, chiediamo ancora una volta che i controlli siano rigorosi, che il trasferime­nto progressiv­o da gomma a ferro e acqua acceleri, che le nostre prescrizio­ni in materia di nuovi insediamen­ti di stoccaggio o lavorazion­e di materiali pericolosi a Porto Marghera vengano adottate». Mentre Costa Bioenergie tiene a ribadire l’assoluta sicurezza del suo impianto per lo stoccaggio del gpl a Chioggia che tanto fa discutere.

” Vendrame (Confartigi­anato) Mestiere delicato, formazione essenziale

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