Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Venete, i contrari al fondo di ristoro: «Il governo rifarà il decreto»
«Nessuna intenzione di boicottare il Fondo di ristoro. Stiamo semplicemente impedendo che venga commesso l’ennesimo imbroglio ai danni dei risparmiatori veneti ad opera del passato regime filo-pd». È la replica di Andrea Arman, leader delle associazioni di piccoli azionisti delle ex banche popolari venete raccolte nel coordinamento promosso dal sacerdote veneziano don Enrico Torta. Un gruppo di comitati, va ricordato, che non si riconosce in altre organizzazioni di risparmiatori legate alle sigle di tutela dei consumatori che, nei mesi scorsi, avevano collaborato con il sottosegretario all’economia del governo Gentiloni, Pier Paolo Baretta, nel definire una legge di ristoro delle persone danneggiate dotata di un centinaio di milioni in quattro anni. Alla legge è sempre mancato il decreto di attuazione il quale, grazie ad un voto all’unanimità espresso dal Senato due giorni fa, dovrebbe essere emanato il 31 ottobre, dunque con uno slittamento di due mesi rispetto alle previsioni. Per il senatore Pd Andrea Ferrazzi si tratta di un successo, per i detrattori non più che una «vittoria di Pirro». «Non si creda – insiste Arman, in lista alle ultime politiche con M5s - che da qui a fine ottobre il governo non voglia intervenire riscrivendo da zero quella norma. Noi non vogliamo il fondo ma una misura di risarcimento che valga per tutti i risparmiatori». Sull’altro fronte si registra nel frattempo un incontro, avvenuto ieri, fra rappresentanti di associazioni di risparmiatori e di consumatori ed il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti. «Abbiamo messo a disposizione – spiega Patrizio Miatello, presidente di ‘Ezzelino da Onara’ - tutti i documenti e i file acquisiti delle procure di Roma e Vicenza che documentano la colossale truffa di massa, e che accertano lo status di vittime innocenti per quasi tutti i soci delle ex popolari venete. Abbiamo chiesto a Ciambetti di attivarsi perché siano aperte due sedi dell’autorità anticorruzione (Anac) a Vicenza e a Treviso Le associazioni hanno anche sollecitato affinché si adottino iniziative necessarie a sospendere e congelare immediatamente «tutti i contenziosi, decreti ingiuntivi, richieste di rientro, interessi passivi in atto generati dalla truffa delle ex banche popolari attualmente gestiti dalla Sga e dalle Liquidazioni delle due banche» e ad indurre Intesa Sanpaolo a rendere fruibili i 100 milioni promessi per far fronte alle principali emergenze sociali.