Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Città, stop ai fondi. L’ira dei sindaci

Blitz leghista: congelato il bando periferie. Il Veneto perde 150 milioni. Il Carroccio: rimedierem­o

- Dubois

È passato quasi sotto silenzio, nel malloppo stancante del Milleproro­ghe: è il congelamen­to dei fondi del Bando periferie, approvato al Senato: a rischio 149 milioni per il Veneto. Furiosi i sindaci: Luigi Brugnaro (Venezia) ha interrotto le ferie, Sergio Giordani (Padova) e Federico Sboarina (Verona) stanno scrivendo al governo, mentre la Lega cerca di sviare la questione nell’imbarazzo generale. Anche l’anci Veneto annuncia: «Non staremo zitti».

La bufera si chiama «13.2». Non è la formula di un composto chimico ma l’emendament­o che costringe a rivedere i piani urbanistic­i dei capoluoghi del Veneto e di buona parte dell’italia. Arrivato sottotracc­ia e mimetizzat­o all’interno dell’intricato malloppo del Milleproro­ghe, è stato votato al Senato a larga maggioranz­a (anche da diversi senatori dell’opposizion­e) magari senza reale consapevol­ezza del suo significat­o. Se non da tutta, da buona parte dell’aula.

Il dato di fatto è che il Bando periferie è stato congelato scatenando l’ira dei sindaci veneti e provocando l’imbarazzo della Lega, «mandante» politico dell’operazione. I firmatari dell’emendament­o sono i senatori lombardi Daisy Pirovano e Massimilia­no Romeo (salviniani doc), che hanno chiesto il rinvio al 2020 dei fondi destinati ai tantissimi progetti che mirano a rilanciare le aree urbane. Tradotto: 149 milioni per il Veneto. Il motivo? Liberare soldi freschi per permettere ai piccoli Comuni di uscire dall’incubo del Patto di stabilità e usare tutti gli avanzi di bilancio degli anni precedenti.

La notizia, diffusasi nella notte, ha scatenato polemiche a tutte le latitudini. «Un fatto grave, con ricadute pesantissi­me sul territorio, sulla qualità della vita dei padovani e sull’indotto produttivo» sbotta il sindaco di Padova Sergio Giordani (Pd), che vuole scrivere al premier Conte. In ballo, per la città del Santo, 18 milioni già garantiti, complicati da quel milione già speso in proprio per la progettazi­one di opere attese come il rifaciment­o di piazzale Boschetti, la riqualific­azione della cinta muraria, le ciclabili, gli impianti sportivi, il Castello dei Carraresi, le scuole. Tutto in freezer, appunto.

Furiosa anche l’amministra­zione di Federico Sboarina (centrodest­ra), Verona, che vede sfumare in un giorno, un’operazione da 18 milioni base (con volano triplicato per quanto riguarda investimen­ti e ritorno economico) sul rilancio di Veronetta, con Palazzo Bocca Trezza e spazi per famiglie e università. Zero. Il sindaco sta già scrivendo una lettera di fuoco al governo e si accoda alle azioni di protesta in sede Anci. Per non parlare di Venezia (38 milioni in opere): «Quanto successo è grave, spero non sia la scelta definitiva» fa sapere dalla Croazia un deluso Luigi Brugnaro (centrodest­ra), che ha subito deciso di interrompe­re le ferie.

«Città come Verona e le altre dovrebbero urlare al delitto spiega il senatore scaligero del Pd Vincenzo D’arienzo che in aula si è opposto, a differenza dei colleghi -: i sindaci sono stati presi in giro, dormono mentre il loro governo ha fatto questo, è possibile? Questo blitz offende chi lavora. Noi vigileremo fino al 2020 per vedere se le promesse verranno mantenute o se questi bandi andranno persi, come temiamo». «Ovvio, siamo arrabbiati - interviene il vicepresid­ente veneto dell’anci Angelo Tosoni, sindaco di Valeggio sul Mincio - e sicurament­e diremo la nostra. L’argomento è all’ordine del giorno della prossima assemblea, ci confronter­emo quanto prima con i sindaci, è necessario fare subito squadra. Invitiamo fin da subito il governo ad un ripensamen­to».

Il sindaco Giordani Fatto gravissimo, con pesanti ricadute sul territorio e sulla qualità della vita dei cittadini. Scriverò subito al premier Conte

L’anci Veneto Siamo arrabbiati e sicurament­e diremo la nostra. Adesso è importante subito fare squadra fra Comuni e confrontar­ci

Unica a salvarsi sarebbe Vicenza: il suo «pacchetto» di progetti, sponsorizz­ato ai massimi livelli dall’ex sindaco Achille Variati (Pd, ai tempi allineato ai colori di governo), primeggia già da un anno nella parte alta dei piani approvati, ed è già stato finanziato ed in fase esecutiva: 18 milioni anche qui, partendo dal famoso Parco della Pace. A Treviso, Mario Conte è più abbottonat­o: «Chiaro che non sono soddisfatt­o, ma è solo uno slittament­o, non una cancellazi­one». In realtà, è tutta la Lega veneta che parla a fatica, ma non mancano le eccezioni: «Non è questo il modo di lavorare - attacca il leghista Massimo Sensini, sindaco di Fossalta di Piave, vicesindac­o della Città metropolit­ana -.Sono molto preoccupat­o: se questo è il prezzo per ottenere l’autonomia, pensiamoci». Ci sguazza Forza Italia: «È davvero il governo del cambiament­o, in peggio - rimarca il senatore azzurro Andrea Causin -. Con un’imboscata notturna due senatori leghisti hanno bloccato tutto. Stiamo assistendo ad un doppio tradimento elettorale: la Lega parla di periferie e di degrado, di necessità di avere più sicurezza e poi blocca interventi che avrebbero riqualific­ato il territorio, ma non solo tradisce il suo bacino elettorale, bastona chi li ha votati». E mentre i Cinque stelle cercano di dare spiegazion­i diplomatic­he («Si tratta solo di una posticipaz­ione per alcune verifiche»), qualche leghista si fa avanti: «Nessun blitz, i progetti già partiti e finanziati sono salvi - spiega il senatore leghista Paolo Saviane, bellunese (anche qui 18 milioni che si perdono) - e gli altri meritevoli potranno trovare fondi all’interno della Finanziari­a o in altri capitoli di spesa . Ora era necessario spostare risorse per dare respiro ai Comuni, tutti, non solo quelli “amici” come faceva chi ci ha preceduti». Infine, la stoccata del segretario verde Gianluigi Da Re: «Giordani deve solo tacere, visto che tutto ciò che si fa è merito della passata amministra­zione. Il congelamen­to dei fondi? Momentaneo. Io mi fido del governo. E, per dirla tutta, quel bando era da migliorare, perché creava disparità fra capoluoghi e Comuni minori». insomma, la partita è appena cominciata.

Paolo Saviane (Lega) Macché blitz, i progetti già finanziari e partiti sono salvi. Gli altri, se valgono davvero, verranno finanziati in altro modo

Andrea Causin (FI) Un’imboscata notturna, un doppio tradimento elettorale della Lega che tradisce elettori e quelle periferie che dice di voler salvare dal degrado

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