Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ascopiave, nuovo caso Se ne va Gumirato

Nuovo caso dopo lo scontro nella Holding: la Lega mette alla porta il manager

- Nicoletti

Si avvita il quadro intorno alla quotata del gas Ascopiave. Allo scontro legale nella Holding di controllo si è aggiunto ieri il divorzio in Ascopiave con Roberto Gumirato, il direttore generale del risanament­o. L’uscita di scena costerà 1,8 milioni.

Ascopiave, la Lega alla fine silura Gumirato. Esplode una nuova bomba nella «galassia» della utility trevigiana del gas. All’indomani della comunicazi­one, al piano superiore della Holding con cui 90 Comuni controllan­o la quotata, delle modalità dell’uscita dei privati di Plavisgas, che manterrann­o comunque una quota minima dello 0,5%, il che equivale a innescare la guerra legale con il nucleo di comando leghista della società, il nuovo clamoroso caso riguarda stavolta la società quotata. La notizia è giunta ieri sera, a mercati chiusi, con una nota emessa da Ascopiave che annuncia il divorzio consensual­e dal direttore generale Roberto Gumirato. Una notizia che rischia di allargare il quadro di difficoltà in cui rischia di avvitarsi la «galassia» della società trevigiana, ottavo operatore del gas in Italia.

Gumirato non è un uomo qualsiasi. È il manager che ha impostato, negli anni della presidenza di Fulvio Zugno, il risanament­o di Ascopiave dopo l’uscita di scena dell’ex uomo forte Gildo Salton e il disastroso esercizio 2011, con le pesanti perdite accumulate con l’avventura della società di acquisto del gas Sinergie Italiane, mettendo le basi per il ritorno all’utile, e al dividendo per i Comuni soci, e la risalita del titolo ai livelli storici.

Secondo la nota emessa ieri sera da Ascopiave, la risoluzion­e consensual­e scatterà dal 15 novembre, con le dimissioni anche dalle cariche nelle controllat­e. Al di là dei ringraziam­enti di prammatica del cda presieduto dal presidente e amministra­tore delegato Nicola Cecconato «per l’impegno e i risultati raggiunti in questi anni di lavoro», i rumors davano da mesi il manager in rotta con una gestione di Ascopiave sempre più politica - a partire, si dice, dalle assunzioni - sempre più lontana dalla gestione da società quotata fin lì seguita rigidament­e dal manager. E l’uscita di scena era nell’aria da tempo.

D’altra parte che si tratti in sostanza di un silurament­o lo testimonia anche la cifra che costerà ad Ascopiave la messa alla porta di Gumirato, evitando contenzios­i: oltre 1,8 milioni di euro (lordi). Ai 695 mila euro equivalent­i a due anni di stipendio, come incentivo all’esodo, si aggiungono 532 mila euro come premio per il risanament­o di Sinergie Italiane, 90 mila euro di premio di risultato, 10 mila per le rinunce alle pretese rispetto al rapporto di lavoro e 547 mila per il patto di non concorrenz­a a cui sarà vincolato per tre anni e mezzo, fino al maggio 2022. Ascopiave ha poi annunciato che «avvierà immediatam­ente la ricerca del nuovo direttore generale».

Di certo il caso Gumirato, con l’uscita di scena del manager che aveva guidato Ascopiave sul piano operativo, ingarbugli­a ancor più la già complicata situazione nella «galassia» Asco, dove giusto l’altro ieri la forma del recesso comunicata dai privati di Plavisgas ha confermato che più che ad un’uscita ordinata si va allo scontro finale con la linea di comando dei Comuni leghisti. Che si vedrà come replicherà alla mossa di Plavis. Ad esempio se confermand­o o meno il nuovo statuto e l’operazione di riassetto con l’uscita dei privati, che costerà 42 milioni, mantenendo comunque al socio privato il diritto di discutere le cause al Consiglio di Stato con cui i Comuni leghisti sono ricorsi alla sentenza del Tar che dava ragione ai privati, sconfessan­do l’operazione di fusione Asco Holding-asco Tlc per ottemperar­e alla legge Madia.

Il cda di Asco Holding si riunirà il 13 agosto, per prendere atto dell’entità delle azioni da liquidare a 3,75 euro in rapporto ai Comuni che avranno utilizzato il diritto di recesso. Quindi si dovrà attendere il 20 settembre per la pronuncia del Consiglio di Stato sul ricorso contro il pronunciam­ento del Tar del Veneto, dopo aver deciso se accogliere la sospensiva. «Un piano B che possa funzionare con un pronunciam­ento del Consiglio di Stato avverso ai ricorrenti ancora non ce l’abbiamo – riconosce Sonia Fregolent, senatore della Lega e sindaco di Sernaglia della Battaglia – ma non è detto che per allora non sia stato messo a punto. Non credo che nel frattempo i sindaci resteranno con le mani in mano. Troveranno probabilme­nte strade per garantire la società senza aspettare che il socio privato (Plavisgas, ndr) che ha lucrato finora su questa società continui a farlo». E il segretario veneto della Lega, Gian Antonio Da Re, non nasconde la propria irritazion­e: «Se in Italia ci sono leggi che permettono di comandare a chi abbia lo 0,5% di una società vuol dire che c’è chi ha interesse a penalizzar­e le strutture che funzionano e far sopravvive­re chi non sa lavorare ed è in perdita».

A meno che non ci sia un problema di rispetto della legge e non abbia ragione Ruggero Feltrin, sindaco di Trevignano e fra i principali contestato­ri dell’attuale governance di Asco Holding: «Il problema è uno solo. Gli amministra­tori non sono mai stati chiari sul futuro della società e molti fra noi si sono sentiti dare dei ‘ribelli’ solo per aver insistito a chiedere il rispetto delle leggi».

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In uscita Roberto Gumirato, direttore generale di Ascopiave

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