Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Spari ai ladri, Stacchio Zancan e Birolo in Senato: «Poco tutelati»
Zancan
Ai delinquenti un’assicurazione sulla vita, la legge va cambiata
Un calvario. Giudiziario. Umano. Anni di fascicoli aperti, udienze in aula, archiviazioni e assoluzioni, e ancora la paura, indelebile, di potersi trovare dei criminali nella propria casa e attività, di essere messi nelle condizioni di impugnare un’arma. E sparare. Costretti poi a chiudere il proprio negozio. Con la possibilità che i parenti dei banditi uccisi possano chiedere loro un risarcimento. «Un calvario» la parola più usata, con la voce rotta dall’emozione, dalla rabbia.
C’erano anche i veneti emblemi della legittima difesa - il benzinaio vicentino di Ponte di Nanto Graziano Stacchio, l’imprenditore orafo di Nanto Robertino Zancan e il tabaccaio padovano Franco Birolo di Civè di Correzzola - tra i primi ad essere ascoltati ieri dalla commissione giustizia del Senato che sta esaminando la proposta di legge appunto sulla legittima difesa. Riforma che il vicepremier Matteo Salvini ha detto di voler portare in aula a settembre. «Per la prima volta la Commissione Giustizia si apre e sceglie di ascoltare le vittime di reato – le parole di Andrea Ostellari, l’avvocato padovano senatore della Lega e presidente della Commissione - Le loro richieste sono chiare: lo Stato confermi il suo impegno a difendere i cittadini, in modo sempre più efficace. E cambi atteggiamento verso chi è stato costretto, senza sceglierlo, a difendersi o a difendere i propri cari. Il messaggio non è “sparare è bello”, chi è stato costretto a difendersi dai criminali deve essere aiutato dallo Stato, non perseguitato». E i tre veneti passati dalle aule dei tribunali a Palazzo Madama lo sanno bene.
«Questa legge va cambiata subito, i cattivi sono stati tutelati fino ad ora, sanno che possono venire in Italia a delinquere e hanno pure un’assicurazione sulla vita, ma a un delinquente vanno tolti tutti i diritti» ha tuonato l’orafo Zancan che la sera del 3 febbraio 2015 è stato sfiorato dai colpi sparati dalla banda che stava assaltando la sua gioielleria. «Se mi sono messo al riparo è solo grazie a Stacchio». La terza volta in dieci anni di terribili rapine in casa, azienda e negozio in cui - ha raccontato l’orafo - aveva pensato di morire. «La mia rabbia è dovuta anche al fatto che ho dovuto chiudere il negozio - le sue parole - ho buttato via 1,2 milioni in tre anni di attività per colpa della delinquenza e dello Stato, perché è lo Stato che ha permesso ai delinquenti di comportarsi così, doveva controllare che fossero in galera». E ha incalzato: «Il delinquente (Albano Cassol) ucciso da Stacchio, peccato solo uno, aveva 42 anni e calcolando un mese di carcere per ogni reato commesso è co-
Birolo
Assolto, ma i parenti del ladro ucciso potrebbero chiedermi i danni
me avesse preso l’ergastolo, eppure era ancora in giro». Zancan è stato subito a fianco nella battaglia sulla legittima difesa a Stacchio, che quella maledetta sera ha imbracciato il fucile per difendere la commessa della gioielleria «non per un atto eroico ma per angoscia per quella ragazza» ha spiegato ieri. Per il benzinaio, che si è visto archiviare il procedimento per eccesso di legittima difesa «dopo 18 mesi e con circa 60mila euro di spese legali» non può esistere «legittima difesa senza legittima offesa, deve esserci un’integrazione». Chiede invece al Senato a chi debba rivolgersi «per avere un ristoro dei danni e delle spese sostenute in questi anni» il tabaccaio Birolo che ha annunciato la chiusura per fine mese del suo negozio, «per paura e per finire di pagare l’avvocato». Era il 26 aprile 2012 quando ha sparato e ucciso uno dei criminali che gli avevano sfondato la vetrata del punto vendita. Condannato in primo grado a Padova, poi assolto in Appello, la Cassazione ha respinto la richiesta di risarcimento danni dei parenti del ladro ucciso. «Dopo sei anni non è ancora finita, i parenti possono ancora chiedere un indennizzo - ha spiegato - il mio calvario durerà ancora dieci anni».