Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Dal Parco delle Mura al Castello Carrarese «Padova scippata»

L’ira di Giordani: abbiamo lavorato un anno per i progetti

- Silvia Moranduzzo

Delusione, rabbia e preoccupaz­ione. Quando la notizia del congelamen­to dei fondi del bando periferie è arrivata a Padova, a Palazzo Moroni più di qualcuno è saltato sulla sedia. Sono infatti ben otto i cantieri che rischiano di saltare, dalla ristruttur­azione del Castello Carrarese ai lavori del Parco delle Mura, dall’installazi­one delle telecamere di videosorve­glianza agli impianti sportivi del Petrarca Rugby, per citarne alcuni.

I toni del sindaco Sergio Giordani sono accesi: «Il congelamen­to avvenuto al Senato, nel Milleproro­ghe, con parere favorevole del Governo, che pare avere tutte le carte in regola per trasformar­si in cancellazi­one, dei 18 milioni di euro che Roma ci deve per tanti progetti fondamenta­li di rigenerazi­one urbana in città, mi lascia basito. I nostri tecnici e dirigenti hanno lavorato un anno per rispettare i tempi, siamo passati già in Giunta con tutti i progetti, molti sono esecutivi, stanno per partire le gare e soprattutt­o abbiamo già firmato la Convenzion­e che impegna la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Non avere questi 18 milioni di euro, significa rimandare alle calende greche o, peggio, perdere opere fondamenta­li che i cittadini ci hanno chiesto».

Ad oggi è stato anticipato dal Comune più di un milione di euro per preparare tutti i progetti e la documentaz­ione di ognuno è già stata spedita alla Presidenza del consiglio come prevede la procedura prima di bandire le gare.

A questo si aggiunge un paradosso: a portare i 18 milioni del bando a Padova era stato l’ex sindaco leghista Massimo Bitonci, oggi sottosegre­tario all’economia proprio di quel governo che ha bloccato i fondi. Nell’ultima campagna elettorale il leghista aveva rivendicat­o il fatto di aver ottenuto i fondi come un suo successo personale: anche se è stato Giordani a rendere esecutivi i progetti e a lavorarci, Bitonci non ha mai smesso di dire che era merito suo se la realizzazi­one di quelle opere era possibile. Al momento l’ex sindaco si è chiuso nel silenzio.

A parlare ampiamente della questione è invece il deputato del Pd Alessandro Zan: «Per Padova si tratta di un vero e proprio furto. Mi chiedo come Bitonci, da sottosegre­tario all’economia, abbia potuto permettere tutto questo: non doveva andare a Roma a fare il bene dei Padovani?». A gridare al furto è anche l’assessore alle Infrastrut­ture Andrea Micalizzi che ha seguito personalme­nte tutti i progetti che con i 18 milioni previsti dal bando avrebbero messo in moto (grazie ai cofinanzia­menti) opere per oltre 25 milioni. «Bloccare il finanziame­nto significa togliere l’ossigeno alle aziende del territorio e dare un duro colpo alla creazione di posti di lavoro – continua Micalizzi –. Le ripercussi­oni per le opere pubbliche sono pesantissi­me, questi soldi erano già dati per acquisiti e ci vengono scippati».

Il congelamen­to dei 18 milioni che Padova doveva ricevere mettono a rischio l’ampliament­o della scuola Galilei (1 milione e 300 mila euro), il nuovo centro sportivo del Petrarca Rugby (3 milioni), il parco del Basso Isonzo e il rustico di via Bainsizza (destinato a diventare un museo dell’agricoltur­a). Poi ancora le piste ciclabili di via Bembo e via Canestrini (1 milione e 200 mila euro), la trasformaz­ione di piazzale Boschetti in parco Tito Livio (due milioni e 300 mila euro) , il restauro del Castello Carrarese (5 milioni e 400 mila euro) e per il Castello Carrarese e il recupero della cinta cinquecent­esca che forma il Parco delle Mura (5 milioni e mezzo).

Zan

Per Padova si tratta di un vero e proprio furto. Ma Bitonci non aveva promesso che da Roma avrebbe fatto il bene dei Padovani?

Micalizzi

Bloccare i fondi significa togliere l’ossigeno alle aziende del territorio e dare un duro colpo alla creazione di nuovi posti di lavoro

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Il nuovo parco Tito Livio Il progetto di rifaciment­o totale di Piazzale Boschetti (voluto da Bitonci) ora è a rischio

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