Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dal Parco delle Mura al Castello Carrarese «Padova scippata»
L’ira di Giordani: abbiamo lavorato un anno per i progetti
Delusione, rabbia e preoccupazione. Quando la notizia del congelamento dei fondi del bando periferie è arrivata a Padova, a Palazzo Moroni più di qualcuno è saltato sulla sedia. Sono infatti ben otto i cantieri che rischiano di saltare, dalla ristrutturazione del Castello Carrarese ai lavori del Parco delle Mura, dall’installazione delle telecamere di videosorveglianza agli impianti sportivi del Petrarca Rugby, per citarne alcuni.
I toni del sindaco Sergio Giordani sono accesi: «Il congelamento avvenuto al Senato, nel Milleproroghe, con parere favorevole del Governo, che pare avere tutte le carte in regola per trasformarsi in cancellazione, dei 18 milioni di euro che Roma ci deve per tanti progetti fondamentali di rigenerazione urbana in città, mi lascia basito. I nostri tecnici e dirigenti hanno lavorato un anno per rispettare i tempi, siamo passati già in Giunta con tutti i progetti, molti sono esecutivi, stanno per partire le gare e soprattutto abbiamo già firmato la Convenzione che impegna la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Non avere questi 18 milioni di euro, significa rimandare alle calende greche o, peggio, perdere opere fondamentali che i cittadini ci hanno chiesto».
Ad oggi è stato anticipato dal Comune più di un milione di euro per preparare tutti i progetti e la documentazione di ognuno è già stata spedita alla Presidenza del consiglio come prevede la procedura prima di bandire le gare.
A questo si aggiunge un paradosso: a portare i 18 milioni del bando a Padova era stato l’ex sindaco leghista Massimo Bitonci, oggi sottosegretario all’economia proprio di quel governo che ha bloccato i fondi. Nell’ultima campagna elettorale il leghista aveva rivendicato il fatto di aver ottenuto i fondi come un suo successo personale: anche se è stato Giordani a rendere esecutivi i progetti e a lavorarci, Bitonci non ha mai smesso di dire che era merito suo se la realizzazione di quelle opere era possibile. Al momento l’ex sindaco si è chiuso nel silenzio.
A parlare ampiamente della questione è invece il deputato del Pd Alessandro Zan: «Per Padova si tratta di un vero e proprio furto. Mi chiedo come Bitonci, da sottosegretario all’economia, abbia potuto permettere tutto questo: non doveva andare a Roma a fare il bene dei Padovani?». A gridare al furto è anche l’assessore alle Infrastrutture Andrea Micalizzi che ha seguito personalmente tutti i progetti che con i 18 milioni previsti dal bando avrebbero messo in moto (grazie ai cofinanziamenti) opere per oltre 25 milioni. «Bloccare il finanziamento significa togliere l’ossigeno alle aziende del territorio e dare un duro colpo alla creazione di posti di lavoro – continua Micalizzi –. Le ripercussioni per le opere pubbliche sono pesantissime, questi soldi erano già dati per acquisiti e ci vengono scippati».
Il congelamento dei 18 milioni che Padova doveva ricevere mettono a rischio l’ampliamento della scuola Galilei (1 milione e 300 mila euro), il nuovo centro sportivo del Petrarca Rugby (3 milioni), il parco del Basso Isonzo e il rustico di via Bainsizza (destinato a diventare un museo dell’agricoltura). Poi ancora le piste ciclabili di via Bembo e via Canestrini (1 milione e 200 mila euro), la trasformazione di piazzale Boschetti in parco Tito Livio (due milioni e 300 mila euro) , il restauro del Castello Carrarese (5 milioni e 400 mila euro) e per il Castello Carrarese e il recupero della cinta cinquecentesca che forma il Parco delle Mura (5 milioni e mezzo).
Zan
Per Padova si tratta di un vero e proprio furto. Ma Bitonci non aveva promesso che da Roma avrebbe fatto il bene dei Padovani?
Micalizzi
Bloccare i fondi significa togliere l’ossigeno alle aziende del territorio e dare un duro colpo alla creazione di nuovi posti di lavoro