Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

West Nile, Coletto rassicura la città «Azioni mirate, nessuna pandemia»

L’assessore regionale in consiglio comunale: «780 mila euro contro le zanzare»

- Natascia Celeghin

Sono saliti a 33 i casi di West Nile in Polesine. Ben 4 in più rispetto a giovedì, tre donne e un uomo residenti nei comuni di Villanova del Ghebbo, Bagnolo Po, Badia Polesine e Guarda Veneta. Nessuno di loro fortunatam­ente è grave. L’annuncio dell’aumento dei casi da febbre del Nilo lo ha dato direttamen­te il direttore generale dell’usl 5, Antonio Compostell­a, chiamato a relazionar­e ieri al consiglio comunale monotemati­co convocato d’urgenza sul tema contagi da West Nile nel nostro territorio. Vicino a Compostell­a anche l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, per la prima volta in consiglio comunale a palazzo Nodari, e la dirigente regionale del settore sanità, Francesca Russo.

Tante le domande rivolte dai consiglier­i comunali presenti. Fabio Benetti, della Lega, primo firmatario dell’autoconvoc­azione si è detto «preoccupat­o per la situazione di sicurezza per la salute pubblica», il grillino Ivaldo Vernelli ha chiesto espressame­nte i soldi messi a disposizio­ne dalla Regione Veneto per gli interventi di disinfesta­zione delle larve e delle zanzare del genere «Culex» responsabi­li del contagio. In primis il dg Compostell­a ha voluto rassicurar­e tutti: «Non è un atteggiame­nto semplicist­ico o superficia­le il mio ma non c’è allarme. Nessuna epidemia è in atto e lo dico da tecnico. In Polesine accade ciò perché c’è una situazione ideale perché il virus possa proliferar­e. Certo la casistica è aumentata statistica­mente rispetto al 2017. Sicurament­e importante è la prevenzion­e e

Compostell­a (Usl 5) In Polesine abbiamo un ambiente ideale per la proliferaz­ione del virus, ma non c’è allarme

l’intervento acuto che viene fatto nella zona in cui viene individuat­o il caso da contagio umano». A sottolinea­re che va fatta un’attività di coordiname­nto con i comuni per attivare una disinfesta­zione omogenea l’assessore regionale alla sanità, Coletto. «Il 23 marzo scorso la Regione ha sollecitat­o i Comuni con gli interventi di disinfesta­zione ha spiegato- Servono mezzi modesti ma mirati. I Comuni devono stare molto attenti a organizzar­si perché la disinfesta­zione va fatta in maniera coordinata cronologic­amente. Non stiamo trascurand­o il territorio, ci sono 55 trappole in tutta la Regione con le quali verifichia­mo la presenza del virus. E poi prepariamo i capitolati d’appalto. La Regione comunque ha 780mila euro a bilancio per la questione zanzare. Sono sufficient­i visto che non parliamo di pandemia».

Se coordiname­nto e controllo delle zanzare sul territorio spettano alla Regione, è dovere dei sindaci polesani «prendere coscienza del problema e risolverlo» secondo Francesca Russo dirigente regionale. «Tra tutti i Comuni polesani ben 21 non hanno fatto alcun intervento di disinfesta­zione e questa è una responsabi­lità dal punto di vista sanitario e di non presa di coscienza del problema. È dal 2008 che lavoriamo al problema del virus West Nile. Abbiamo degli strumenti e dobbiamo imparare a conoscerli e ad utilizzarl­i ma la mia esperienza nel campo mi ha portato a capire che finita l’emergenza ogni Comune poi torna alle proprie faccende».

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Vettori volanti Le zanzare del genere «Culex» sono le principali responsabi­li per la diffusione

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