Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Atlantia-benetton e le verifiche di Toninelli
Autostrade per l’italia fa capo ad Atlantia, il cui primo azionista è Edizione Holding (Benetton). É per l’italia un gigante delle infrastrutture. Il titolo perde in Borsa.
La caduta del ponte di Genova brucia 330 milioni di euro in Piazza Duomo a Treviso. Tanto pesa, in termini reali, il 30,25% che Edizione Holding, cassaforte della famiglia Benetton, detiene come primo azionista in Atlantia (il cui numero uno è il veneziano Fabio Cerchiai), ossia nell’unico proprietario di «Autostrade per l’italia» che ieri ha lasciato a Piazza Affari il 5,39%, pari a 1,1 miliardi. Ma oltre al denaro perso, in questo annus horribilis per la casa di Ponzano Veneto (da ricordare a luglio la morte di Carlo Benetton), si aggiungono le feroci accuse sul web. Al punto che il ministro delle Infrastrutture, il Cinque Stelle Danilo Toninelli, secondo quanto riferiva l’agenzia «Alliance news», e nonostante la difesa della società («I lavori e lo stato del viadotto erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza»), valuterà un serio esame sul nodo concessioni. Fatto per altro considerato «inverosimile», da Franco
Miller, delegato di Confindustria Veneto alle Infrastrutture, che precisava:
«Si dovrà attendere la magistratura prima di trarre conclusioni». L’avventura che lega gli imprenditori trevigiani al mondo delle autostrade risale al 2002 quando, attraverso un veicolo chiamato «Schematrentadue» (in seguito «Newco28») viene lanciata un Offerta di acquisto sulla società autostradale gemmata dall’iri nel 1950 e che, dopo l’opa, si chiamerà «Autostrade Spa». L’ambito di interesse dei Benetton sulla rete autostradale inizia da allora ad allargarsi progressivamente fino ad entrare, nel 2006, nel mirino del colosso spagnolo Abertis, intenzionato ad assorbire il player italiano. Manovra alla quale si oppone l’allora ministro per le infrastrutture del governo Prodi Antonio Di Pietro, contribuendo a congelare le trattative. Nel frattempo Autostrade diventa Atlantia e alle infrastrutture stradali aggiunge altri asset fra cui Aeroporti di Roma nel 2013. Ma Atlantia lavora anche su altri fronti, ad esempio Telepass e le torri di comunicazione telefonica di Towerco.
Senza rinunciare, comunque, agli annusamenti reciproci con Abertis mai veramente conclusi ma che, lo scorso anno, assumono una polarità inversa rispetto al decennio precedente, e cioè con un’offerta questa volta di Atlantia per comperare gli iberici, padroni di 7.500 chilometri di autostrade in Europa e in Cile. Incrociando però la concorrenza di Hocthief-acs, più simpatico al governo di Madrid.
Il braccio di ferro si protrae fino allo scorso marzo quando i contendenti trovano un accordo per acquisire e gestire in modo congiunto Abertis. Nello stesso mese, infine, Atlantia entra con il 15,5% nel capitale di Gtlink, proprietaria del tunnel della Manica.