Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Erostrato, nessuna traccia. Sfuma la prova regina ma non si archivia
Erostrato batte la procura di astuzia. La perizia dei carabinieri del reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Parma è arrivata completa solo nei giorni scorsi. Doveva rispondere a un semplice quesito e cioè se il persecutore di Cesiomaggiore e Santa Giustina avesse lasciato tracce di Dna sul materiale inviato alla scuola, al sindaco di Cesio e all’asilo di Cergnai.
I risultati sono chiari: non è stato trovato nulla. Nessuna impronta e nessuna traccia di saliva che possa non solo ricondurre ai due indagati, Nemesio e Samuele Aquini (padre e figlio), ma a chiunque altro. Insomma, Erostrato è stato molto attento. O molto fortunato.
È un duro colpo per la pubblica accusa perché quella che poteva trasformarsi nella prova regina, la svolta nelle indagini, si è sciolta come neve al sole. «Nessun materiale biologico è stato trovato sugli scritti anonimi, sui lembi delle buste, sui francobolli.
Non c’è traccia di alcun tipo» spiega la procura. L’indagine dovrebbe chiudersi tra un mese. Gli inquirenti hanno ancora delle pratiche da svolgere e continueranno a farlo fino a settembre.
Da quando Erostrato è apparso per la prima volta, nel luglio 2017, il fascicolo del pm Simone Marcon è diventato sempre più alto: prima le scritte sui magazzini comunali di Cesiomaggiore, sul cimitero e sulle chiese di Calliol e di Sant’agapito; poi gli incendi ad alcune baracche e le lettere minacciose al sindaco Carlo Zanella, alla scuola elementare di Cesio, a un
Un anno di indagini La prima apparizione di Erostrato a luglio del 2017
quotidiano locale.
L’ultima follia il 25 gennaio quando una maestra dell’asilo di Cergnai trovò nel cortile un sacchetto trasparente con una lettera farneticante e delle caramelle farcite di spilli.
«Nessuna archiviazione – chiarisce la procura – Sono solo alcuni degli elementi che cercavamo, ma rimane ancora un insieme di indizi. Certo, quella del Dna sarebbe stata la prova regina, però c’è tutto il resto».
A partire dalla perizia calligrafica che analizzando pressione, orientamento e inclinazione del carattere sulla carta potrebbe aver svelato corrispondenze certe tra il modo di scrivere di Erostrato e degli indagati. Ma sarà sufficiente?