Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Treviso, attentato nella sede della Lega «Una trappola»

Villorba, l’attentato alla sede della Lega pensato per ferire: Il secondo ordigno doveva esplodere tra i militanti accorsi sul posto. C’è una rivendicaz­ione anarchica, ma la sigla resta misteriosa

- Di Andrea Zambenedet­ti

Dueordigni, il primo pensato per attirare l’attenzione e il secondo per ferire i militanti accorsi sul posto. Un attentato con materiali rudimental­i - bomba carta e pentola a pressione con bulloni - ma non per questo meno pericoloso. La sede regionale della Lega, il K3 di Villorba, era l’obiettivo dell’attentato fallito a cavallo di Ferragosto. Complici le ferie, nessuno si è allarmato per l’esplosione. Ieri la rivendicaz­ione di un gruppo anarchico e il disinnesco da parte delle forze dell’ordine

Chi ha confeziona­to VILLORBA (TREVISO) gli ordigni del K3 di Villorba, in provincia di Treviso, sapeva quello che stava facendo: «L’obiettivo era quello di ferire qualcuno». Ne sono convinti gli attivisti della Lega ma questa è anche la pista imboccata al momento dagli inquirenti. Una bomba carta fatta esplodere probabilme­nte tra sabato e domenica notte doveva rappresent­are l’esca della trappola. La pentola a pressione carica di esplosivo e pezzi di metallo si sarebbe infatti innescata meccanicam­ente con un filo di nylon al passaggio sulla scala anti incendio in cima alla quale era stato fatto precedente­mente esplodere il primo ordigno.

L’allarme è scattato nel primo pomeriggio di ieri. Il monitoragg­io delle fonti della Digos trevigiana ha rilevato un’allerta: un gruppo anarchico (Cellula Haris Hatzimihel­akis/internazio­nale nera) rivendica di aver piazzato un ordigno all’esterno della sede della Lega di Treviso «salutiamo con questa azione l’invito lanciato dai compagni “cellula Santiago Maldonado” che hanno proposto di rafforzare gli attacchi alla pace dei rappresent­anti e complici del dominio Immediatam­ente vengono messe in relazione anche alcune segnalazio­ni ricevute proprio nel corso di quella notte: qualche cittadino aveva riferito di aver sentito un’esplosione.

Quando i poliziotti, ieri pomeriggio, arrivano alla sede del partito scoprono che nel retro dell’edificio ci sono i due ordigni. Uno è esploso, l’altro no. Oltre alla bomba carta, già fatta esplodere sullo zerbino della scala anti incendio, c’è infatti un secondo ordigno. E’ confeziona­to con grande precisione e prima di avvertire chiunque viene richiesto l’arrivo degli artificier­i. I primi accertamen­ti mettono subito in evidenza che non si tratta di uno scherzo. Per questa ragione poco dopo le 15,30 il secondo ordigno è stato fatto brillare. Sarà ora analizzato dalla polizia scientific­a che ha lavorato a lungo sul posto a caccia di dettagli utili a risalire

alla mano ignota.

Nella sede del partito, dallo scorso 12 agosto, non c’erano state attività per questa ragione nessuno si era accorto di nulla. Anche chi aveva sentito lo scoppio non era stato in grado di indicarne con precisione la provenienz­a. Solo l’accurato sopralluog­o, dopo la diffusione del testo, ha permesso di effettuare la scoperta. Se qualcuno avesse percorso quelle scale, magari al buio, senza accorgersi del filo, posizionat­o dopo una manciata di gradini, con buona probabilit­à sarebbe stato ferito dalla deflagrazi­one e dai pezzi di metallo riposti all’interno della pentola. A seguire tutte le operazioni anche i vigili del fuoco del distaccame­nto di Treviso e le ambulanze del Suem 118, oltre ai carabinier­i e ai poliziotti a cui è affidata l’indagine.

A seguire le operazioni anche alcuni attivisti, dall’ex sindaco e ex segretario Nazionale Veneto Giampaolo Gobbo al sindaco Mario Conte, passando per il parlamenta­re Dimitri Coin. Dell’accaduto è stata informata la procura distrettua­le Antimafia che nelle prossime ore disporrà i primi accertamen­ti tecnici sui reperti recuperati dalla polizia scientific­a. Elementi che potrebbero aggiungers­i a quelli di carattere tecnico che potrebbero arrivare dagli accertamen­ti sulle modalità di diffusione del messaggio di rivendicaz­ione.

Il filo di nylon

Il secondo ordigno aveva come innesco un filo di nylon teso sulla rampa delle scale

 ??  ?? Villorba Artificier­i nella sede della Lega. Una bomba è esplosa, l’altra doveva colpire i militanti accorsi sul posto
Villorba Artificier­i nella sede della Lega. Una bomba è esplosa, l’altra doveva colpire i militanti accorsi sul posto
 ??  ?? Artificier­i in campoAl K3 di Villorba, Treviso, dopo la segnalazio­n e della Digos sono intervenut­i gli artificier­i che hanno fatto saltare in aria il secondo ordigno
Artificier­i in campoAl K3 di Villorba, Treviso, dopo la segnalazio­n e della Digos sono intervenut­i gli artificier­i che hanno fatto saltare in aria il secondo ordigno

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