Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ponti e viadotti, controlli a tappeto

Ministero, sindaci e concession­arie in campo. Brugnaro ai legastella­ti: «No a processi sommari»

- Bonet

Dopo Genova, nelle stesse ore in cui il ministero ordina una ricognizio­ne entro il primo settembre di tutte le opere, sindaci e concession­arie autostrada­li hanno già attivato monitoragg­i su ponti, viadotti e cavalcavia. «Ma - è l’appello dell’ad di Silvano Vernizzi - attenzione a non creare allarmismi». Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, attacca il governo: «No ai processi sommari».

Nessun ponte in Veneto rischia di venir giù da un momento all’altro. Nell’attesa della ricognizio­ne ordinata dal ministero delle Infrastrut­ture entro il primo settembre (dove si ravviseran­no delle criticità interverrà una «task force lo assicurano Anas, Veneto Strade e le concession­arie autostrada­li, preoccupat­e dal dilagare di una psicosi che, dopo il crollo di Genova, rischia di scatenare il caos tra gli automobili­sti. Beninteso, i problemi non mancano ma si sta intervenen­do ed in nessun caso - è la promessa - l’infrastrut­tura versa in uno stato di decadenza tale da metterne a rischio la stabilità.

Rischio panico

Così, ad esempio, l’amministra­tore delegato di Veneto Strade Silvano Vernizzi motiva la scelta di non divulgare i dettagli dei 14 cantieri finanziati dalla Regione con 15 milioni di euro: «È inutile creare allarmismo. Si tratta di 8 ponti in montagna e 6 ponti in pianura che necessitan­o di un consolidam­ento statico. Sono state eseguite le prove di carico ed è stato stilato un ordine di priorità che ora attende il via libera della Regione. Interverre­mo sul calcestruz­zo con innovative tecniche di ripristino in fibre in carbonio».

Anas, che sta effettuand­o il delicato intervento sullo storico Ponte della Priula nel Trevigiano (9,3 milioni il costo della messa in sicurezza che comprende la costruzion­e di un ponte “Bailey” sul Piave per garantire la viabilità alternativ­a) spiega tramite il proprio ufficio stampa che «nessun manufatto lungo la rete statale del Veneto desta al momento preoccupaz­ione» e che sono state messe «in opera procedure standardiz­zate di controllo che prevedono ispezioni trimestral­i da parte del personale e un’ispezione tecnica più approfondi­ta una volta all’anno In ogni caso, se «si ravvisasse­ro situazioni di potenziale pericolo per l’utenza, la strada sarebbe tempestiva­mente interdetta al traffico». Esattament­e come è accaduto sul Ponte sul Po a Occhiobell­o (datato 1949), dove pure è stato aperto un cantiere non senza polemiche da parte del sindaco Daniele Chiarioni, arrivato a minacciare d’interrompe­re il Giro d’italia per protesta (quando verrà riaperto il Ponte dell’anas verrà chiuso da Autostrade per l’italia quello parallelo lungo la A13, che pure ha bisogno di un restyling).

Le polemiche

Il tema delle polemiche che spesso (sempre) accompagna­no la chiusura delle strade per «lavori in corso» è stato affrontato ieri dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che in qualità di presidente della Città metropolit­ana venne subissato di fischi quando decise di chiudere per 118 giorni il Ponte sul Sile lungo la provincial­e Portegrand­i-caposile, quella che da Mestre porta a Jesolo: «Con le manutenzio­ni non si ottengono voti e per questo spesso sono posticipat­e» è sbottato ieri, prendendos­ela poi col Governo che dopo Genova ha infilato nel mirino Autostrade per l’italia (e la famiglia Benetton): «I processi sommari non vanno fatti, sparare sentenze così è un errore. Il rischio di questa deriva è che poi nessuno voglia più fare lavori, ci sono i giornali del mondo che iniziano a dire che non siamo capaci di costruire e questa è una menzogna, un danno enorme per tutta la cultura della tecnica italiana. Ho sentito frasi del tipo “è colpa di” quando ci sono ancora persone sotto le macerie: voglio scusarli, perché capisco possano essere stati presi dal panico, ma ci vuole sobrietà, adesso stanno governando non è che possono parlare a ruota libera, non possiamo infangarci continuame­nte».

Tant’è: i presidenti di Provincia mettono le mani avanti, lamentando di non avere soldi

Vernizzi Stiamo intervenen­do dove è necessario ma niente allarmismi

e personale; il sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski diffonde su Facebook un carteggio con Autostrade per l’italia in cui rispedisce al mittente la richiesta di sborsare 165 mila euro per la sistemazio­ne delle barriere di un cavalcavia che sovrasta la A27 («Dev’essere la società a pagare»); a cavallo tra il Trevigiano ed il Bellunese, sempre lungo la A27, si rinfocolan­o i timori per la caduta dei calcinacci dai piloni del viadotto che attraversa la Val Lapisina e il Fadalto, arteria «da paura» che però secondo Autostrade per l’italia non avrebbe nulla da temere: intervenut­i nel febbraio 2017, i tecnici della società assicuraro­no infatti che non si trattava di problemi struttural­i ma di semplici scrostatur­e degli intonaci e dei rivestimen­ti dettate dall’usura del tempo. Il Pd, col consiglier­e regionale Andrea Zanoni ed i circoli locali, accende invece nuovamente i riflettori sul Ponte di Vidor, che unisce le due sponde del Piave più a nord di Ponte della Priula: «Il ponte ha visto un intervento di consolidam­ento struttural­e negli anni ‘80 e nel 2003 era stato studiato un progetto di intervento per la sistemazio­ne di alcuni distacchi di calcestruz­zo e l’allargamen­to della carreggiat­a».

I cantieri

E mentre i Comuni si attivano per controlli a tappeto, dal Ponte della Libertà a Venezia al Cavalcavia Borgomagno a Padova, passando per Ponte Alto a Vicenza, le concession­arie autostrada­li si affrettano a comunicare gli innovativi sistemi informatic­i, i software e gli algoritmi di ultima generazion­e utilizzati per i monitoragg­i in collaboraz­ione con l’università, ed i budget stanziati anno per anno per la manutenzio­ne dei tratti di loro competenza: 60 milioni l’autobrenne­ro, 30 milioni A4 Holding (Brescia-padova fa sapere di essere intervenut­a nell’ultimo anno e mezzo su 54 cavalcavia), 10 milioni Cav (la tangenzial­e di Mestre attraversa tutta la città in sopraeleva­ta). Si tratta, però, della spesa complessiv­a per le manutenzio­ni, non di quella riservata a ponti e viadotti. Un dato, quest’ultimo, fornito dalla sola Autovie, che gestisce la Venezia-trieste: 800 mila euro. La società fa sapere di tenere sotto stretta osservazio­ne, in particolar­e, il Ponte sul Tagliament­o, che sarà abbattuto non appena sarà pronto il suo sostituto, compreso nei lavori della terza corsia. Si tratta di un’opera risalente al 1964, priva della corsia di emergenza, per cui è già stata disposta per motivi di sicurezza una riduzione dei limiti di carico per tir e camion.

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