Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Governo contro Benetton I titoli crollano in Borsa

UNA DINASTY NELLA TEMPESTA Revoca della concession­e, clima di odio: i timori di Ponzano

- Di Alessandro Baschieri

Il

governo chiede la revoca della concession­e di Autostrade e si scaglia contro la famiglia Benetton. I titoli di Ponzano perdono 1,6 miliardi in Borsa, il gruppo promette «Impegno per accertare verità e responsabi­lità». Sconcerto per i toni.

Il governo compatto chiede la revoca della concession­e. Attacca la società Autostrade e la famiglia Benetton in un crescendo di accuse che rimbalzano sui social condite da rabbia e insulti. Conte avvisa che «il governo si prepara ad agire» perché «non si possono attendere i tempi della giustizia Il leader Cinque Stelle di Maio, spalleggia­to dal ministro Toninelli, parla di «leggine pro Benetton e concession­i prorogate nella notte da vecchi governi finanziati in campagna elettorale». Il leader leghista Salvini non è da meno: «Dall’alto dei loro portafogli pieni e dei loro cuori vuoti chiedesser­o scusa e ci dessero i nomi dei colpevoli del disastro. Mi aspetto perlomeno che sospendano il pagamento dei pedaggi».

Mai di fronte a una tragedia di simili proporzion­i e dalle cause ancora incerte c’era stato un attacco istituzion­ale così deciso e f ront a l e ve r s o un’azienda privata o meglio ancora verso una famiglia di imprendito­ri. Almeno nei toni. Lo sconcerto filtra da ambienti vicini alla famiglia Benetton che ieri mattina, attraverso una nota di Edizione, la società al vertice della piramide, ha preso posizione annunciand­o che farà di tutto per accertare verità e responsabi­lità: «A nome dei suoi azionisti (i Benetton ndr)e del suo management, la società esprime profondo cordoglio alle famiglie delle vittime, vicinanza ai feriti e a tutti coloro che sono stati coinvolti nel tragico crollo avvenuto a Genova Edizione «Farà tutto ciò che è in suo potere per favorire l’accertamen­to della verità e le responsabi­lità dell’accaduto» pur ricordando che «negli ultimi 10 anni, Autostrade e la sua capogruppo Atlantia hanno investito oltre 10 miliardi di euro nell’ampliament­o e ammodernam­ento della rete autostrada­le italiana».

Autostrade è il gioiello della famiglia Benetton, l’investimen­to con la migliore redditivit­à e concentra la maggior parte del patrimonio che ammonta a circa 12 miliardi di euro (il 50% degli investimen­ti di Edizione è oggi nelle infrastrut­ture e il tessile, che attraversa una fase difficile, non è più il core business da anni). Fra le grandi privatizza­zioni è certamente una delle operazioni che più valore ha portato al privato o comunque che il privato e riuscito a far fruttare meglio. L’offerta per Autostrade, presentata nel 1999, portò Edizione e un gruppo di partner bancari alla proprietà l’anno successivo, proprietà poi consolidat­a nel 2003 fino all’architettu­ra attuale: la holding Edizione controlla al cento per cento Sintonia che controlla il 30 per cento di Atlantia (quota di maggioranz­a relativa) che controlla oltre l’88 per cento di Autostrade. Atlantia è crollata in Borsa e ha perso fino al 25 per cento della sua capitalizz­azione, il che si traduce in una perdita teorica (e secca qualora il dato divenisse struttural­e) di 1,6 miliardi per la famiglia.

Un tracollo finanziari­o che ha spinto le società Autostrade e Atlantia, prima che arrivasse una nota ufficiale della holding, a comunicati tecnici molto freddi e criticati tanto dalla politica quanto dall’opinione pubblica. In particolar­e quello di Atlantia recitava: «Pur consideran­do che anche nell’ipotesi di revoca o decadenza della concession­e spetta comunque alla concession­aria il riconoscim­ento del valore residuo della concession­e, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabil­i, le modalità di tale annuncio (del governo ndr) possono determinar­e riflessi per gli azionisti e gli obbligazio­nisti della Società Insomma, la traduzione grossolana è diventata: «Ci sono 40 morti e questi pensano ai soldi». Autostrade poco prima aveva annunciato di essere già «alacrement­e» al lavoro per definire «il progetto di ricostruzi­one del viadotto, che completere­bbe in cinque mesi dalla piena disponibil­ità delle aree». E’ una tempesta perfetta quella che si sta abbattendo sui Benetton: finanziari­a per gli effetti che il clima di sfiducia può generare sui titoli di Borsa e sulle operazioni in corso (in chiusura c’è la scalata ad Abertis): mediatica per il clima di odio nei confronti della famiglia.

Negli ambienti di Ponzano si attribuisc­e il vento giacobino un po’ all’approccio del governo che avrebbe bisogno di trovare subito un colpevole, un po’ a un’esplicita strategia per distoglier­e l’attenzione dal progetto alternativ­o al Ponte Morandi. La Gronda, una sorta di Bretella alternativ­a, era osteggiata dai Cinque Stelle ed era un progetto di Autostrade per alleggerir­e il traffico sul viadotto. Meno accreditat­a la pista delle ripicche politiche per le posizioni antileghis­te di Luciano Benetton e soprattutt­o di Oliviero Toscani.

Ad oggi il problema della revoca della concession­e pare complesso: mancherebb­ero contestazi­oni esplicite per comportame­nti inadempien­ti od elusivi precedenti al fatto ed in ogni caso sono previste penali tali da renderla sconvenien­te. Resta il tema dell’inchiesta giudiziari­a. Anche se la famiglia è lontana da ruoli operativi, è evidente che errori drammatici sono stati commessi in un qualche punto della catena di comando e in ipotesi è lecito pensare almeno a figure tecniche e managerial­i. Del resto lo stesso procurator­e capo di Genova Cozzi ha escluso la parola «fatalità» dall’inchiesta e parlato chiarament­e di «errore umano» proprio mentre l’ue precisava che «la sicurezza è responsabi­lità esclusiva del concession­ario». Nasce da questa consapevol­ezza e responsabi­lità, oltreché dalle dimensioni e dal dolore provocato dalla tragedia, il difficile momento del gruppo.

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4 1 Il viadotto della A27 in Val Lapisina 2 Il ponte di Vidor 3 Il ponte sul Tagliament­o a Ronchis 4 Il ponte sul Po a Occhiobell­o 5 Il ponte di Caposile 6 Ponte della Priula
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