Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Pmi, continua la stretta sul credito»
Gli artigiani: tassi alti e prestiti in calo del 10% in un anno
Credito, la stretta sulle microimprese continua. L’allarme viene da Confartigianato, che mostra la riduzione del 9 per cento del credito alle Pmi e gli alti livelli di spread sui tassi pagati rispetto alle grandi.
Credito, non si ferma la stretta per le microimprese. L’allarme, a metà estate, sul rapporto tra banche-imprese, torna a lanciarlo la Confartigianato del Veneto. Perché, a oltre un anno dalla liquidazione di Veneto Banca e Popolare Vicenza, i dati non mostrano segnali d’inversione, dopo sei anni di riduzione ininterrotta. «Sì, la stretta continua», sostiene il presidente regionale di Confartigianato, Agostino Bonomo. Che cita i dati di Banca d’italia rielaborati dal centro studi dell’associazione. Mostrano come il taglio dei prestiti alle microimprese in Veneto sia più severo rispetto alla media. Se lo stock di prestiti al totale delle imprese, al lordo delle sofferenze, si posiziona a fine 2017 a 81,9 miliardi, in riduzione rispetto all’anno prima dell’8,1%, lo specifico dell’artigianato, che può contare su un stock di 4,5 miliardi è in calo di 458 milioni, -9,2%. Nelle province, il calo meno vistoso riguarda Belluno, -3,7% a fine 2017 rispetto all’anno prima, con uno stock di 214 milioni di euro. Segue Vicenza, dove il taglio è del 6,8% a 840 milioni di stock. Le altre realtà scendono tutte del 10%: succede a Padova, dove lo stock si riduce a 1.013 milioni, a Treviso, 815, Verona, 794, e Rovigo, 237. E la diminuzione è concentrata in particolare sui prestiti a breve termine, il 30% del totale (1.360 milioni), in calo del 17% in un anno e del 35% a tre anni, a fronte del taglio sul medio-lungo termine del 5,4% ad un anno e del 12% a tre.
A questo effetto si aggiunge poi il maggior costo per le microimprese, non equiparato con una maggiore rischiosità di questo segmento. Così se il tasso d’interesse effettivo sui prestiti a breve termine per le imprese medio-grandi a dicembre 2017 è del 3,51% e quello sul totale delle imprese del 3,79%, per le piccole è del 6,23%; questo mentre la quota dei crediti deteriorati complessivi sui crediti è del 19,5% per le piccole imprese e del 23,2% per le medio-grandi.
«Il mondo bancario sta cambiando radicalmente - afferma Bonomo -fino a 20 mesi fa l’accento era sulle garanzie, oggi sulla capacità di restituzione. Spostamento non negativo, ma sta avvenendo troppo in fretta. Noi stiamo reagendo con tanta formazione alle imprese e con iniziative come il responsabile della finanza virtuale realizzato da Artigiancassa-bnl. E in questo clima di tassi azzerati prestare ai piccoli per le banche è sempre meno conveniente». Con due situazioni contingenti ulteriori in Veneto. «Il rapporto con Intesa? Migliora. Ma chiaro che non è una banca su misura di Pmi», sostiene Bonomo. E poi c’è la questione della gestione dei crediti deteriorati che Sga ha ereditato dalle ex popolari, sui cui proprio Confartigianato aveva lanciato l’allarme: «È sempre più chiaro, nonostante l’impegno, che Sga non potrà fare sulle piccole posizioni tra i 20 e i 50 mila euro gestioni caso per caso - sostiene il presidente -. Abbiamo chiesto che sia messa almeno per le posizioni creditizie seguite dalle associazioni e dai nostri confidi, dove il nostro lavoro può accorciare i tempi».
” Il presidente È cambiato tutto. E Sga sui piccoli non potrà lavorare caso per caso